Al Viadott da Brüs: variazioni sul tema

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Al Viadott da Brüs: variazioni sul tema

Trattasi di una costruzione elicoidale in pietra locale legata da calce. Una struttura atta a guadagnare quota o, al contrario, perderne, la quale, grazie alla grande inclinazione con la quale é stata progettata, permette di ridurre di parecchio la superfice sulla quale si basa. Una frase da uomo faber!

Oh my God! “Is this the real “viadotto?” Tiene in mano un bellissimo depliant in carta patinata, la vecchia signora che arriva dall’Asia con un gruppo di amiche; una più piccola dell’altra. È appena scesa dal minibus stordita dalle curve del Bernina e si trova sul parcheggio davanti a casa mia. Guarda le foto, guarda il viadott, vede solo il mio pollaio (con il tetto dipinto di nuovo, “of course”) ed i sassi della Cumina. Oh my God, isn’t dangerous? Scuote la testa: “and you are living there?” Scendo con le simpatiche vecchiette verso l’interno del viadott; continuano a fare inchini all'”agricoltore locale” e, allegramente, si fanno vari commenti nella loro lingua; garrule e simpatiche allo stesso tempo. Probabilmente ho avuto fortuna di non capire cosa stessero dicendo. Cento foto dopo, rieccole, risalgono sul loro bus e le vedo ancora lontane a fare piccoli cenni con la testa e sorrisetti: mi resta il dubbio se per simpatia o per compassione della mia condizione umana. Valli a capire questi asiatici.

Ma non vedi il grande vantaggio che apporta la forma! Il viaggiatore può gettare lo sguardo a 360 gradi, rivede la Valtellina appena lasciata, si gode la piccola selva attorno alla costruzione, si fa vedere, “c’ero anch’io”, saluta ed è felice. E ritorna, cavolo se ritorna! E ti immagini quanto si può fare in quello spazio? Li vedi i cars con i turisti che scendono, scattano fotografie, quindi noi vendiamo i nostri prodotti, li invogliamo con dei gadgets, raggiungiamo i targets che ci siamo dati ed incrementiamo il cash flow in barba a tutti gli scettici ed invidiosi. I servizi? Beh, ci mettiamo qualche toi toi, roba a buon mercato; tanto quelli non restano per molto. Sarà un mordi e fuggi. Basta che consumino subito, (“l’hai preparata la lista dei nuovi prodotti da proporre?”) Ma sai che il nuovo evento è una grandissima (f…)? Basta dicevo, che ci resti della carne sull’osso, le spese sono da morire! “Ricordati che lavoriamo per lo stesso profit center!” Ragionamenti da tour operator?

. Mi ricordo che da piccolo, alla fiera di Pentecoste, c’erano “artisti e maghi” vari. Dovevano pur vivere e vendevano fumo. Alla fine ti dicevano: leva sü, ca ta see stroligàa”. (NdR, alzati che ti ho incantato). Avranno avuto dei discendenti?

Da semplice costruzione realizzata per salire e/o scendere, fatto in sassi del luogo e calce, con la sua storia, i racconti locali, quasi dimenticato dalla Ferrovia Retica negli ultimi 50 anni, vien riscoperto, scaraventato e venduto a livello globale. Magari ne fanno un giroscopio! Mah!

Una speranza: che i vari ruoli non si mescolino troppo e farli diventare una salsa omogeneizzata un “tutti gusti” che tutto copre e non ti rende partecipe della particolarità”. Vedete, in questo momento sono sceso lungo il viadotto.

E, allo stesso momento, si riesca a gestire una futura utenza di questa nostra ricchezza, in modo che il particolare della natura, il locale, il tradizionale cioè: quello che resta da tramandare, rimanga tale da lasciar stupiti anche chi ci seguirà. Ecco, in questo momento, sarei risalito sul punto più in alto.

Redatto da Roberto Nussio – roberto@nussio.ch