Bellezza, dignità  e decenza

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Bellezza, dignità  e decenza

Sala gremita, sabato 17 aprile, alla Villa Garbald di Castasegna per l’incontro con l’editorialista e romanziere Maurizio Maggiani. Incontro con un uomo di grande caratura e onestà  intellettuale.

A braccio, senza supporto alcuno, Maggiani ci fa entrare nel suo mondo, nella sua vita e si racconta, partendo dai giradischi svizzeri, venduti in Algeria, passando poi per la storia della sua terra, la terra degli Apui, che non sono né Liguri, né Toscani, né Emiliani: un popolo a sé. Gente, che quando ti incontra, ti guarda fisso negli occhi e ti apostrofa: “Oh, che l’omo, de chi te sé?” Non ti chiede di dove sei, ma di chi sei. “L’appartenenza è la tua geografia! La tua identità è definita da chi appartieni.” Ed è cosí che il pubblico accorso alla Villa Garbald, sabato scorso, 17 aprile, ha conosciuto Maurí, figlio di Adorna di Garibà; questo, in breve, l’ultimo ramo dell’albero genealogico, che affonda le radici in quel popolo “riottoso, ostico, scorbutico, feroce avversario del potere costituito, geneticamente anarchico”, che il grande esercito romano impiegò duecento anni prima di riuscire a sottomettere.

La facoltà narrativa, l’oralità di Maggiani sono affascinanti, coinvolgenti, trascinanti. È un vero “romanziere”, uno che ha la capacità di raccontare in modo tale che il pubblico non s’accorga del tempo che passa, perché completamente assorto nel mondo descritto da chi sta davanti, dipinto in tal guisa che le immagini si fanno vive in chi l’ascolta. Trascorrono cosí, quasi senza accorgersene, due ore, attraverso aneddoti e testimonianze, pillole di saggezza e descrizioni di un percorso di vita. Il modo di raccontarsi dell’autore apuano è fatto di associazioni che si sviluppano per ramificazioni lontane, e, dopo voli pindarici, sono però ricondotte a quel filo del racconto, che Maggiani non perde mai.

Attraverso il suo dire, conosciamo il suo modo di vedere l’anarchia, un modo di pensare, un modo di sognare il mondo, di sperare nell’uomo, in cui primeggiano i concetti di bellezza, di dignità e di decenza. Termini questi, le cui definizioni varrebbe la pena riguardarsi nei vocabolari; termini che contrastano in modo manifesto con la vanità ostentata e perseguita dai piú, soprattutto da chi governa: non c’è piú la misura, la decenza, e il rigore che tali cariche dovrebbero richiamare in chi le assume.

“Il mio dovere è quello di combattere il re di quest’epoca, il pensiero unico liberale, generando un pensiero piú forte, che possa scardinare il monopolio del pensiero unico”. Il discorso, portato da Maggiani, è profondo, ma mai pesante. La serenità con cui parla è attestazione di un piacere a raccontarsi e a raccontare un vissuto che invita alla riflessione ed alla speranza.

Conoscendo in questo modo uno scrittore, va da sé che la voglia di ricercar conferme attraverso i suoi scritti si palesi e si accentui. E cosí le opere dell’oratore, preparate dagli organizzatori e rivendute alla fine dell’incontro, saranno di sicuro un proseguimento, un approfondimento per pervenire ad una conoscenza maggiore di questo uomo, che si è fatto incontrare dal pubblico bregagliotto, grigionitaliano, grazie all’organizzazione congiunta della Pgi Bregaglia, attraverso l’operatrice culturale Romana Walther, con la Villa Garbald e il Collegium Helveticum, cui va il nostro plauso per l’iniziativa e la riuscita di questo evento.

La foto dell’autore, tratta dal manifesto, é di Moreno Carbone.

Redatto da Luigi Menghini – luigi.menghini@bluewin.ch