Un raggio di sole durante un fine settimana di pioggia

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Un raggio di sole durante un fine settimana di pioggia

Sabato 8 e domenica 9 maggio, la compagnia teatrale „L’Incontro” ha messo in scena „La storia di Madurer che voleva il sole”, liberamente tratto dal racconto „Lo stralisco” di Roberto Piumini. Al termine delle rappresentazioni rimane la soddisfazione del pubblico, degli attori e di tutte quelle persone che pensano che il teatro e la cultura possano divenire luogo di condivisione e creazione, dai confini fittizi, dove ristabilire i parametri entro i quali misurare diversità  ed abilità .

Ho iniziato a scrivere un articolo, cercando di dargli un senso. Ne derivavano solo tentativi poco credibili. Ho dunque ritenuto più utile parlare di ciò che ho visto, come se lo raccontassi a un curioso lettore di questo giornale in rete.

Spettatore occasionale: Sono stato a teatro domenica….

Lettore: Cos’hai visto?

Spettatore occasionale: Un teatro, te l’ho appena detto.

Lettore: Ma che tipo di teatro?

Spettatore occasionale: Si chiamava „La storia di Madurer che voleva il sole”, gran bel racconto, fra l’altro.

Lettore: Di che cosa parlava?

Spettatore occasionale: Trattava di un padre con un figlio malato (Madurer), il quale non poteva stare direttamente a contatto con la luce ed i raggi del sole. Il padre cerca di far di tutto per far star bene il figlio nei limiti della sua sfortunata condizione dentro il palazzo reale, e infine, infondo, forse ci riesce.

Lettore: Come?

Spettatore occasionale: Come regalo di compleanno all’amato figlio, invita un famoso pittore dentro il palazzo che offre il proprio spirito artistico per decorare la dimora di Madurer, affinché l’assenza del sole e della luce non venisse a pesare oltremisura.

Lettore: E funziona?

Spettatore occasionale: Sì funziona, eccome. Grazie ai dipinti che sorgono sulle pareti interne della casa, inscenati dal vivo direttamente dagli attori, Madurer ha la possibilità di vivere pezzi di storie, immagini e colori che riempiono d’un tratto la sua vita, fino a quel giorno buia e priva di sbocco verso l’esterno.

Redatto da Josy Battaglia – jobatta@bluemail.ch