Quattro aspiranti per due seggi – e noi elettori nei guai della scelta
Riceviamo e pubblichiamo lo scritto di Dino Beti. L’autore si assume la responsabilità del contenuto. Le persone e gli enti coinvolti godono del diritto di replica.
La Redazione
Le schede ora sono in casa. Pochi giorni ancora per decidere in chi riporre la nostra fiducia per i quattro anni a venire. Scelta senza sfida per la Regione Valposchiavo (RVP). Con lo statuto bastardo del quale l’hanno dotata i due Comuni la nuova direzione potrà difficilmente fare peggio che la prima. Poco importa dunque la composizione della seconda squadra.
Tutt’altra cosa invece riguardo al Gran Consiglio. Quattro candidature di valore, quantunque relativo, per soli due seggi. Situazione invidiabile ma responsabilità mozzafiato per noi elettrici ed elettori. Se ci sbagliamo sulla scelta di uno o dei due migliori candidati, il danno sarà per noi tutti, e persisterà perlomeno quattro anni! Dobbiamo soppesare il pro e il contro di ogni candidatura per determinarne le due più promettenti. Solo così renderemo un buon servizio al nostro Comune, alla nostra Valle, al nostro Cantone!
Scegliendo possiamo prescindere da criteri come: probità intellettuale, indipendenza di spirito, autonomia di giudizio, percezione dell’ambiente comunale e delle preoccupazioni della gente, conoscenza dei problemi da risolvere e delle rispettive difficoltà. Tutti pretendono di possederle queste qualità. Provarne il contrario sarebbe difficile nonché delicato. Altri parametri, semplici da verificare, sono invece criteri di prim’ordine più attendibili ed affidabili per determinare le migliori candidature:
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Capacità comunicativa naturale e volontà di comunicare con la gente (informarla nonché ascoltarla), mirando a coinvolgere il popolo nella formazione delle opinioni e nella definizione delle posizioni da difendere a Coira…
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Esperienza professionale documentata con opere concrete, testimoniata da fatti innegabili (le belle parole non bastano!), attività politica con risultati convincenti ed attestati con fatti (non solo con forbiti discorsi…). Candidati di questo calibro sono presi sul serio fin dal primo giorno nei dibattiti e nelle trattative parlamentari…
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Vasta e solida rete di contatti a nord del Bernina, stabilità nel passato, utilizzabile per la nuova carica. Non c’è tempo da sprecare! Se il neoeletto deve investire il primo mandato per stabilirsi l’indispensabile rete di contatti, non potrà assumerne gli obblighi e soddisfarne le esigenze. A danno del nostro Comune…
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Disponibilità di tempo pressappoco illimitata. Tre mesi non sono di troppo per assumere pienamente il mandato (ventina di giorni per le 6 sessioni + ventina di giorni per lavori e contatti parlamentari extra-sessioni + almeno altra ventina di giorni per approfondire i problemi da risolvere). Un deputato che corre a Coira soltanto a “calcà la scagna” non sarà un buon servitore delle cause comunali…
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Abilità nell’escogitare strategie, capacità a suscitare e stringere alleanze tattiche aldilà delle frontiere dei partiti per la realizzazione di progetti importanti concreti. Ciò permette di sfruttare il potenziale non soltanto di una delle quattro frazioni del Gran Consiglio, ma di usufruire anche di quello delle altre frazioni…
Nelle dichiarazioni pre-elezione ognuno dei quattro candidati evoca gli stessi problemi da risolvere. Ognuno pretende di avere idee migliori degli altri per risolverli. Purtroppo nessuno ne abbozza contorni tangibili. Che posizione assumerà ognuno di loro quando il Gran Consiglio dibatterà della Nuova Perequazione Finanziaria Cantonale (NPC), della futura organizzazione del Cantone (semplificazione della struttura istituzionale), delle fusioni di comuni? Che proposte faranno quando il Gran Consiglio tratterà di ecologia e medio ambiente, impiego e posti di lavoro, educazione, politica delle lingue, politica ospedaliera, cura ammalati, promozione regioni marginalizzate, traffico e circonvallazioni…?
Purtroppo nessuno dei quattro si è impegnato ad offrire proposte concrete di soluzioni. Incapacità o prudenza elettorale, non si sa. Comunque questa carenza rende impossibile confrontare le idee, le soluzioni proposte da un candidato con quelle degli altri. Siamo dunque condannati a valutare le candidature scrutando il passato di ognuno dei candidati. Per scegliere i due più idonei tra i quattro aspiranti dobbiamo ispirarci a quello che ne sappiamo già sull’operato passato di ognuno, sui lavori svolti, sulle esperienze professionali e politiche.
Sembra perciò preferibile dare la preferenza al Raselli, a condizione che non soccomba anche lui alle stesse velleità di cosiddetta indipendenza una volta seduto sul seggio di granconsigliere. Contiamo sulla sua intelligenza politica sperando che, come lo ha dato ad intendere nelle sue dichiarazioni pubbliche, il granconsigliere Raselli si apparenterà costantemente al gruppo parlamentare di sua preferenza politica. Il suo impatto sulle decisioni del Granconsiglio sarà allora effettivo. Il granconsigliere Raselli potrà di conseguenza dimostrare che saprà fare meglio di chi lo ha preceduto e sarà un valido rappresentante del nostro Comune a livello cantonale.
Redatto da Dino Beti di Panìsc – dino.beti@bluewin.ch