Lettera aperta al Comitato PDC

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Lettera aperta al Comitato PDC

Riceviamo e pubblichiamo lo scritto di Dino Beti. L’autore si assume la responsabilità  del contenuto. Le persone e gli enti coinvolti godono del diritto di replica.

La Redazione

Esimio Comitato elettorale,

Scusate il disturbo purtroppo ineluttabile. Necessitiamo del vostro aiuto per chiarire e, se possibile, levare qualche fastidiosa discrepanza fra la vostra biografia del candidato al Gran Consiglio Della Vedova e la sua propria autobiografia.

Nella vostra biografia del Della Vedova (vedi 9116 2 giugno 2010) dite che il vostro candidato “vanta più di quindici anni d’esperienza lavorativa fuori Valle, nella Svizzera tedesca prima, per circa sette anni, e in Italia poi, dove ha avuto modo di gestire complessi e articolati progetti di sviluppo, che in alcuni casi prevedevano il coinvolgimento di diversi Paesi europei.”

Nella sua autobiografia di candidato alla presidenza della RVP (vedi 4142 17 maggio 2007) il Della Vedova circoscrive quella quindicina di anni con dati più evidenti: “… dopo il servizio militare … trasferito nel canton SanGallo … acquisito esperienza nella produzione di mobili; dal ’95 al ’97 frequentato facoltà di ingegneria del legno all’Istituto Tecnico Superiore (Berna), a cui ha fatto seguito il diploma federale di maestria (Lucerna); nel ’98 – dopo aver avuto la possibilità di viaggiare per il mondo per circa un anno – frequentato un master in design (Milano) e vari corsi di specializzazione in diversi ambiti; dal 2003 … collabora con enti di ricerca, università, imprese nazionali e internazionali nella gestione di progetti di ricerca e sviluppo nei settori più disparati …”

Converrete con noi che le indicazioni del Della Vedova non contraddistinguono in nessun modo la sua “esperienza lavorativa”. Di questa non ne sappiamo dunque pressappoco nulla. Siate perciò, esimio Comitato elettorale, simpatici con noi elettrici ed elettori. Dateci una chiave di comprensione di questa candidatura, indicandoci:

  • concretamente dei lavori effettuati, delle opere realizzate dal Della Vedova che documenterebbero la sua “esperienza lavorativa” in quei quindici anni…

  • almeno un caso significativo dei “complessi e articolati progetti di sviluppo” che il Della Vedova ha gestito nella sua “esperienza lavorativa” in quei quindici anni, preferibilmente un caso che coinvolgeva diversi Paesi europei…

Permetteteci infine due commenti sul vostro panegirico della candidatura del Della Vedova:

  • Senza nessuna prova all’appoggio pretendete che “i suoi tre anni d’attività alla guida della Regione dimostrano d’aver indubbiamente lavorato bene”. Mettiamo che sia così. Ma allora diventa ancora più inconcepibile che il Della Vedova osi abbandonare il timone di quella fragile nave prima di essere riuscito a farla uscire dal porto e guidarla sull’alto mare delle future burrasche economiche nonché politiche!

  • Pretendete che l’abbinamento podestà+granconsigliere è “un binomio che a Poschiavo rappresenta da sempre una saggia e consolidata tradizione”. Pure senza nessuna prova all’appoggio. Affermazione vuota senza altro scopo che di far guadagnare un paio di voti in più al vostro protetto. Ma perché allora “sottolineare che la candidatura del Della Vedova quale podestà alle elezioni autunnali non dipende dal buon esito delle elezioni del 13 giugno”? Viceversa però bensì! Perché cercare di abbindolare gli elettori con quella manovra-ricatto?

Con i nostri migliori saluti e un cordiale a bon sa vedé.

Redatto da Dino Beti di Panìsc – dino.beti@bluewin.ch