Il previsto nuovo sfruttamento idrico in Valposchiavo visto dalla parte della pesca

0
6

Il previsto nuovo sfruttamento idrico in Valposchiavo visto dalla parte della pesca

Una trentina di affiliati della Società  Pescatori Poschiavo (SPP) ha partecipato all’Assemblea straordinaria di venerdì 16 luglio 2010 presso La Romantica a Le Prese, alla quale era presente anche Otmaro Quadrio, presidente della Società  Pescatori Brusio (SPB), nonchè alcuni simpatizzanti. La serata é iniziata con una breve presentazione del progetto ”Lago Bianco» da parte di Roberto Ferrari, Gian Paolo Lardi e Gilbert Berchier, che già  hanno avuto modo di esprimersi ampiamente in altre occasioni. Il piatto forte della serata era ovviamente il punto di vista della SPP su questo nuovo progetto.

Ho già avuto modo di esprimermi in merito al futuro della pesca con la messa in funzione del nuovo progetto di sfruttamento idrico «Lago Bianco» (vedi Grigione del 24 giugno, pagina 2: «Il progetto Lago Bianco di Repower sarà una mazzata per la pescosità nel lago di Poschiavo»).

Noto con grande soddisfazione che la SPP su questo tema non ha dormito sugli allori; ha agito con grande determinazione e severo impegno nel cercare delle soluzioni che possano sopperire alle conseguenze del previsto sfruttamento idrico. A tale scopo il Comitato ha eletto un gruppo di lavoro composto da Marco Costa, Gerardo Tuena, Dario Crameri e Carlo Crameri-Costa. Lo stesso ha operato in modo attivo: ha avuto finora sei sedute, ha incontrando i responsabili del Comune di Poschiavo, Repower, guardapesca, biologi, Federazione cantonale dei pescatori, WWF, Pro Natura e Ufficio cantonale di caccia e pesca.

Al termine di questa impegnativa attività venerdì sera la SPP ha presentato ai soci convenuti, per voce del membro del Comitato Carlo Crameri-Costa, la proposta dal punto di vista dei pescatori in merito al progetto «Lago Bianco». Si tratta di uno «scenario» che dovrà ancora passare al vaglio dei rispettivi specialisti, alfine di stabilirne la potenziale realizzazione e la compatibilità.

La SPP ha sfruttato l’occasione per far sentire con forza la propria voce, esternando anche alcune vecchie rivendicazioni, come per esempio quella di poter essere maggiormente parte in causa nelle decisioni che riguardano le immissioni; il ripristino del guardapesca comunale, oggi assegnato a quello cantonale, che ha un impiego soltanto del 60%; un contributo annuo dal Fondo pesca Cantonale/Comunale in favore di SPP e SPB: «Questo fondo deve essere usato per le attività in favore della pesca a livello regionale e coprire le spese di quanto la SPP e la SPB effettuano tutt’oggi o realizzeranno in futuro, per la compensazione di quanto non può più avvenire nel lago o nel fiume, comprendente pure un eventuale impianto di allevamento gestito in collaborazione o singolarmente dalle due Società».

Per quanto riguarda le immissioni di trote fario nel lago non è che la SPP proponga cose stravaganti, ma ponderate, cosciente del fatto che «Alla base di un sano sviluppo ed un giusto equilibrio di tutta la fauna ittica, deve esserci la giusta quantità di pesci rispetto al nutrimento che le nostre acque sono in grado di produrre».

Ricordo ancora con grande gioia le discussioni che avevamo ai tempi con Carlin (Carlo Raselli jun.), il quale diceva che se in un dato apezzamento di prato metti cinque pecore, diventeranno belle panciute perché l’erba ha il tempo di ricrescere, mentre se ne metti un quantitativo maggiore saranno obbligatoriamente magre. Daltra parte se ne metti soltanto tre l’erba ricresciuta smarcisce perché non viene consumata. Per quanto riguarda il volume nutrizionale del lago di Poschiavo già sono state fatte alcune perizie – 1943 prof. dr. W. Fehlmann, 1969 dr. H. Roth e 2000 dr. Ch. Buchli, commissionata dalla stessa SPP – ma si attende quella attuale della Repower, la quale servirà per quantificare le immissioni future.

Alfine di garantire un’equa pescosità, la SPP chiede che vengono recuperate a breve scadenza le immissioni perse negli ultimi anni e che il quantitativo di avanotti fario debba essere annualmente di almeno 350’000 unità. Questo sulla base dei ricavi di uova provenienti dalla fragola degli anni passati, come ho avuto modo di sottolineare nel mio precedente articolo.

La SPP chiede inoltre che nel contratto di concessione dell’Alta Val Poschiavo venga riconosiuta di vitale importanza sia la riproduzione dei pesci che l’attività della pesca, definendo un minimo non di uova come fin’ora, ma bensì di avannotti da immettere anno per anno. Per sopperire all’attuale mancanza di fario la SPP non esclude la possibilità di immettere subito un certo quantitativo di trote annuali provenienti da allevamenti controllati da un veterinario, così come avevo proposto nel mio articolo.

Il progetto SPP di creare un lago satellite, che mantenga sempre lo stesso livello dell’acqua, è stato sicuramente il piatto forte della serata. Nelle precedenti presentazioni della Repower e del Comune di Poschiavo già se ne parlava tramite sbarramento al Botul. Tuttavia la SPP ritiene che la riva che va dall’Acquasela alla foce del Poschiavino sia particolarmente idonea per la fregola. Perciò propone di ampliare il lago satellite partendo dall’Acquasela fino alla Val da Terman, creando una scala di risalita in linea con il Poschiavino, la quale rimarrà sempre pulita grazie al forte afflusso di acqua. Premesso che la quantità di pesci nel lago satellite sia consistente, l’idea sarebbe quella di permetterne anche la pesca, costituendo una compensazione per i pescatori di riva, che con il livello del lago ballerino saranno i più colpiti.

Alfine di evitare la creazione di alghe il Botul verrebbe alimentato da un nuovo ramo proveniente dal Poschiavino. Dovranno pure essere ricostruite le rive per permettere la fregola naturale. La SPP propone inoltre che la pesca al lago satellite sia di diritto comunale. All’Acquasela è necessario rivedere la scala di risalita sotto la segheria Lardi – magari anche tramite un nuovo corso d’acqua attorno alla casa – perché non funziona a dovere.

Un altro problema che si creerà con la messa in funzione del progetto «Lago Bianco» è la sistemazione delle barche; sarà indispensabile costruire un capiente porto galleggiante, la cui ubicazione ancora non è definitivamente decisa.

Per quanto riguarda il Poschiavino le cose miglioreranno sicuramente poiché con il progetto «Lago Bianco» ci sarà un afflusso normale e costante. Questo a tutto vantaggio del ripopolamento naturale e della pescosità. Inoltre in alcune zone, laddove c’è la possibilità, il letto del fiume subirà una naturalizzazione, mentre in quelle «a canale» verranno effettuati degli accorgimenti per garantire la circolazione delle trote.

Verrà pure ricostruita la foce del Poschiavino con rispettiva scala, affinché possa avvenire la risalita, o la ridiscesa, dei pesci. Per quanto riguarda il lago Bianco si ritiene di non effettuare grossi investimenti, mentre per quello della Crocetta, idoneo per la riproduzione naturale, si potrebbero immettere delle trote iridea (arcobaleno), come in effetti aveva promesso qualche anno fa il dr. Brosi, capo dell’Ufficio cantonale di caccia e pesca.

La SPP chiede inoltre che, dall’inizio dei lavori fino a tutta la durata del contratto (80 anni), venga costituita una Commissione permanente composta da: Comune di Poschiavo, Ufficio cantonale di caccia e pesca, Repower, SPP, SPB, Federazione cantonale di pesca, un rappresentante delle associazioni ambientali e un biologo/ittiologo neutro. Essa dovrà incontrarsi almeno ogni tre anni ed avere la competenza di intervenire laddove si presenta una necessità, con delle misure necessarie atte a mantenere e possibilmente migliorare la pescosità nelle nostre acque.

I soci presenti all’Assemblea straordinaria hanno sottoscritto a pieni voti tutte queste proposte, elaborate diligentemente dall’apposito Gruppo di lavoro e varate dal Comitato. Tutto sta a vedere cosa ne pensano gli specialisti, con i quali la SPP instaurerà un rispettivo dialogo. Al Comitato va tutta la nostra riconoscenza per l’impegno che ha avuto nel gestire questa nuova sfida. Ha saputo valutare l’importanza storica di questo progetto per lo sfruttamento idrico e ha di conseguenza agito con grande interesse e determinazione. Quei pochi soldi che versiamo annualmente per tenere in piedi una società di pesca come la nostra, hanno un grande valore perché ci viene garantita la difesa dei nostri diritti di pescatori.

Purtroppo ci sono anche alcuni pescatori che si possono tranquillamente definire parassiti; non pagano la tassa di socio e se ne approfittano ugualmente dell’attività che svolge la rispettiva società di pesca. E qui mi viene in mente una proposta che avevamo fatto qualche anno fa quando facevo parte della Federazione cantonale, cioè quella di far pagare la quota socio al momento dell’acquisto della patente. Già da anni il Ticino ha introdotto questo sistema, in fatti la legge sulla pesca cita: «Art. 16 cpv. 4 prevede che ogni detentore di patenti annuali è tenuto al versamento di una sovrattassa di fr. 50.- (fr. 25.- per i minori di 19 anni) a copertura dell’attività della Federazione Acquicoltura e Pesca Ticinese (FTAP), attualmente unica associazione a livello ticinese menzionata dalla legislazione sulla pesca. Questo versamento dà nel contempo diritto all’affiliazione ad una delle società ticinesi per l’acquicoltura e la pesca da essa riconosciute».

Redatto da Remo Tosio – remo.tosio@bluewin.ch