Una ragazzata? A dire la verità , non ci sto!
Nell’opinione pubblica valposchiavina ha destato scalpore la notizia dell’aggressione che un gruppo di esploratori valtellinese ha subito a Selva (ndr).
Martedì in giornata vado a ”Urgnasc” (località vicino a Selva, sopra Poschiavo, ndr) con mia moglie e incontro, al posto di persone contente di poter passare una bella giornata sull’alpe, dei movimenti strani.
Prima vedo la macchina della polizia, chissà cosa può succedere a Selva (mi dico), da far intervenire i tutori dell’ordine. Incontro quindi un amico il quale mi racconta quanto avrete già sentito alla radio e penso alla TV: un gruppo d’esploratori della vicina Valtellina che si trova al ”Selvin”, la notte di domenica sul lunedì viene sorpreso nel cuore della notte da un gruppo di giovani. Quest’ultimi sbucati dall’oscurità (forse aiutati dalla luna piena) in modo che l’affronto risulti, da chi l’ha subito, organizzato e non casuale. Creano danni al campeggio, non si fanno sentire a parlare, impauriscono i giovani esploratori e se la danno a gambe nel buio.
I responsabili del campeggio cercano una soluzione per riparare i loro affiliati in valle (strapiena in questo periodo di vacanze) e per farla finita, devono interrompere il soggiorno in Valposchiavo, chiamare i genitori degli scout a riprendersi i loro rampolli e smontare l’organizzazione. Vi potete immaginare lo scompiglio nelle famiglie che devono riportarsi a casa i figli.
La notte del lunedì, il campo ormai praticamente sgombro sarebbe stato rivisitato.
Ho incontrato i responsabili di questo campeggio, giovani svegli, impegnati e responsabili, proprio il giorno che hanno ripulito per bene il luogo destinato al “campeggio estivo” in Svizzera.
Sono stato giovane, studente e soldato. Ho fatto varie “ragazzate” pure io e viste tante delle altre. Erano però dovute al caso, spontanee, non organizzate, scherzose (anche per chi le subiva) e le potrei raccontare ancora adesso. Ad alcuni ho potuto e dovuto pure portare le mie scuse.
Ma questa non è una ragazzata, anche se dalla portavoce della polizia è stata definita tale, alla RSI: è una porcheria! Per chi l’ha subita, per il nome della nostra valle, per chi ci visita, per gli amici che abbiamo fuori valle ed in modo particolare nella vicina Valtellina.
Non ho la minima idea di chi possa essere stato ma i responsabili vanno trovati e dovranno scusarsi, come minimo, ufficialmente verso coloro che hanno subito.
In un paese civile come ritengo lo sia il nostro, è il minimo che ci si possa aspettare. Si può sbagliare ma bisogna che lo si capisca e che si traggano le giuste conseguenze.
Per approfondire:
- Guarda il servizio della RSI sui fatti di Selva!
Redatto da Roberto Nussio – roberto@nussio.ch