La riflessione é d’obbligo …
Nel corso della campagna elettorale abbiamo sostenuto che il progetto Repower rappresenta un’opportunità per la Valle. Ciononostante, sono stati pure sottolineati allo stesso tempo gli aspetti critici e preoccupanti di questo intervento sul territorio: i disagi prodotti dai cantieri e dai depositi, la trasformazione di paesaggi rilevanti e le connesse ripercussioni sulla qualità di vita della popolazione. Abbiamo sollevato il problema del conflitto d’interessi e dei ruoli, la necessità di distinguere nettamente la posizione del Comune, rappresentato dalle Autorità , nei confronti degli obiettivi commerciali perseguiti della Repower. Questa posizione non é cambiata. Insistiamo affinchè i ruoli fra le due parti siano trasparenti e rimaniamo scettici sulla convergenza d’interessi, propagata per illustrare la conformità dei propositi pubblici e aziendali.
Un confronto storico semplicistico
Dalle ultime pubblicazioni risulta un evidente divario fra le parti favorevoli e quelle contrarie al progetto Repower. Nondimeno, si cristallizza l’impressione che proprio le Autorità comunali, i partiti politici e numerosi cittadini sorvolino gli interrogativi e i problemi, che un progetto di questa portata inevitabilmente solleva. Per motivare il proprio appoggio al progetto, molte voci si sprecano a parlare di progresso e di futuro, oppure esaltano il dinamismo delle generazioni precedenti. In coro minimizzano l’innegabile realtà di situazioni conflittuali per la popolazione, per il paesaggio e quindi anche per il settore turistico e agrario. Mentre sottolineano l’importanza del nuovo impianto di produzione elettrica per l’approvvigionamento energetico del mercato europeo, arrivando persino a intuire che gli operai possano costituire un arricchimento culturale ed economico.
Tutti hanno il diritto d’esporre le loro opinioni, ma sarebbe pure auspicabile che spiegassero i contenuti di questo improvviso positivismo “visionario”, applicando correttamente il confronto storico. È alquanto semplicistico contrapporre i dubbi e le preoccupazioni attuali alle decisioni del passato. Semmai sarebbe pure da considerare la diversità delle situazioni storiche, oppure bisognerebbe confrontare l’effettivo progresso, generato all’inizio del Novecento dal settore idroelettrico e ferroviario, con le presunte potenzialità presentate oggi. A quel punto, dovremmo riconoscere che l’esito prodotto allora dalla realizzazione di un’importante via di comunicazione non è paragonabile con lo scopo del progetto attuale.
L’importanza del territorio paesaggistico
Certo, anche gli interventi del passato hanno avuto un impatto consistente sul territorio. Tuttavia, proprio l’accostamento, che emerge metodicamente con la ferrovia del Bernina, zoppica per due motivi sostanziali.
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All’inizio del 20. secolo l’occupazione urbana e residenziale del territorio era sostanzialmente formata dai nuclei storici, toccati marginalmente dall’intervento ferroviario. L’impatto per la popolazione era quindi ridotto. Per di più, i limiti tecnici imponevano degli interventi mirati per realizzare un tracciato scosceso di 61 km in soli quattro anni.
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Nel frattempo le esigenze della società contemporanea sono cambiate sostanzialmente. Infatti, proprio il territorio paesaggistico ha assunto un rilievo notevole, diventando, di fatto, un indispensabile componente per quotare la qualità di vita ma anche un significativo fattore turistico ed economico.
Aldilà delle congetture, si tratta quindi di valutare in modo coerente e pragmatico una situazione ben più complessa, soppesando tutte le conseguenze. La multinazionale Repower progetta un notevole investimento e, a questo fine, deve garantirsi lo sfruttamento delle acque e la possibilità di realizzare i suoi impianti sul suolo poschiavino. L’azienda persegue degli obiettivi legittimi, calcola la redditività del progetto ed esamina i rischi imprenditoriali connessi. Le prospettive sembrano solide, poiché il fabbisogno energetico svizzero ed europeo certo non calerà. Inoltre, il fatto che si produrrà della costosa energia di punta, renderà questo nuovo complesso particolarmente lucrativo. Pertanto, non sorprende che Repower consideri questo progetto quale elemento di fondamentale importanza per un suo ulteriore sviluppo e – nota bene – per le sue attività in Valposchiavo. Il resto è strategia pubblicitaria: il progetto del secolo, le peculiarità energetiche ed ecologiche dell’impianto, il rapporto quasi emozionale con la Valle …
Speriamo nella buona sorte
Quindi parliamo d’affari, perché di questo si tratta. La realizzazione del progetto può interessare solo se i vantaggi sono nettamente superiori agli inconvenienti. Il Comune di Poschiavo deve “investire” il suo patrimonio territoriale, affinché l’impianto possa essere realizzato. Per questo contributo fondamentale riscuote gli importi finanziari stabiliti dalle leggi superiori e dai contratti di concessione e, se le previsioni risulteranno attendibili, si aggiungeranno pure delle considerevoli entrate fiscali. Ciononostante, pari a qualsiasi investitore, il Comune deve valutare pure i rischi. E questi dovrebbero avere un influsso diretto sulla quota d’indennizzo. In questo senso, a parte le ormai rituali rassicurazioni, esistono diversi fattori, che potrebbero avere delle notevoli ripercussioni. Infatti, oltre ai disagi per la popolazione direttamente coinvolta dai cantieri, restano le rilevanti incognite che riguardano l’economia turistica e agraria, oppure il futuro dei posti di lavoro. Purtroppo, finora non esistono risposte concrete a questi interrogativi. Tutti sperano nella buona sorte, facendo affidamento sulla sensibilità e competenza degli addetti ai lavori.
Il patrimonio della Valle è di tutti, favorevoli e contrari. Dal canto nostro, pur sostenendo il progetto, manteniamo una posizione critica sul ruolo e le decisioni delle Autorità comunali, come pure in riguardo alle implicazioni del progetto Repower. Nel corso delle diverse fasi interverremo con gli strumenti democratici e legali a nostra disposizione, se le situazioni risulteranno dubbie, impegnandoci in favore della popolazione e del paesaggio.
Redatto da Comitato Poschiavo Viva – info@poschiavoviva.ch