Alla scoperta del Forte Sertoli di Canali
Il forte Sertoli in località Canali nel tiranese é armato con quattro cannoni da 149 mm con gittata massima di quasi 12 chilometri, non sparò mai un colpo; costruito per combattere il nemico, lo attese nelle due grandi guerre inutilmente. Forse é per questo motivo che i tiranesi amano quel forte; esso appare nell’immaginario collettivo come un bue mansueto che non ha mai fatto male a nessuno.
Da ragazzo, molti come me hanno “scoperto” quel forte in ogni suo angolo. Alcuni di noi hanno raccontato la loro avventura agli amici aggiungendo mistero a mistero, portando un alone di fascino tra quelle possenti mura.
Un combattente della Prima guerra Mondiale, sollecitato dalla mia curiosità, mi parlò di quel forte e disse :
“Il forte Sertoli fu costruito tra il ’13 e il ’14 in funzione di una precisa strategia militare. Esso non mirava a colpire il nemico in prossimità del forte, ma a fronteggiarlo da lontano in modo tale che non potesse entrare nella conca di Tirano.
Il suo scopo era quello di “martellare” con artiglieria di grosso calibro le truppe nemiche impedendone l’ammassamento. Tra i suoi compiti vi era quello di distruggere i ponti, le strade, la ferrovia e tutto ciò che avrebbe consentito il transito e lo stazionamento del nemico e di proteggere la Valle da una eventuale invasione proveniente dall’Engadina.
Dall’esterno, le quattro torrette corazzate, ci sono parse quattro enormi elmi annegati nella poderosa struttura di cemento e ferro. Dopo corse e saltelli sulle cupole scivolose di ferro sono di nuovo rientrati all’interno del forte tramite una botola che in origine era una torretta corazzata a scomparsa per controllare il tiro dei cannoni.
Scesi dalla ripida scaletta in pietra ci siamo ritrovati di nuovo nel lungo corridoio.
A lato, verso il fossato, abbiamo ispezionato quelli che dovevano essere i locali alloggi ufficiali, l’infermeria e il magazzino degli artiglieri. Con cautela abbiamo superato un vano profondo alcuni metri che doveva essere il cunicolo montacarichi dei pezzi d’artiglieria, poi sono scesi nella lunga e buia scaletta in pietra. Giunti in fondo ci sono trovati innanzi un lungo corridoio in cui si poteva intravedere solo una debole luce da un lato.
Proseguendo a tentoni siamo giunti in un ampio locale con una grande finestra in ferro che dava sul fossato.
Ritornati nel cunicolo, per continuare l’ispezione, siamo giunti in altri due locali senza finestre; subito abbiamo pensato che quei locali dovessero essere i depositi munizioni e delle polveri.
Bisognosi di luce siamo ritornati nell’ampio locale la cui finestra dava sul fondo del fossato del forte, con l’intenzione di risalire da quella via, ma la fitta vegetazione e i reticolati hanno impedito l’avventura.
Ritornati nel buio cunicolo, rifatta la ripida scalinata, siamo giunti di nuovo nel lungo corridoio del forte oltre il quale abbiamo oltrepassato l’ingresso e abbiamo visto il locale che era adibito a camerata per la truppa, il locale deposito viveri e il locale del gruppo elettrogeno. Più avanti siamo scesi, tramite ripida scalinata, ad una torretta corazzata con due strette feritoie posta a protezione del fossato. Era certo che chiunque si fosse avventurato nel fossato per assalire il forte sarebbe stato falciato dal fuoco delle mitraglie ubicate nelle tre torrette agli angoli del fossato.
Quel giorno ispezionammo il forte in modo sommario, ma poi ritornammo nei giorni successivi e conoscemmo il forte quanto le nostre contrade.
Il forte Sertoli che dal ’18 era stato presidiato dall’Artiglieria di Fortezza e in varie fasi dalla Territoriale è rimasto ” armato” fino al 1949, poi il Ministero della Difesa decise di affidarlo al Demanio Pubblico e ora, ai giorni nostri, appare in rovina.
Tutte le strutture accessorie esistenti negli anni ’50 sono state distrutte. Perfino le cupole corazzate dei cannoni sono state asportate senza accortezza distruggendo e diroccando il forte. Un vero scempio e un gran peccato, poiché altri forti come quelli di Montecchio Nord e del Venini hanno avuto migliore sorte.
Ora però le cose stanno cambiando, il Comune di Tirano sensibile a questo tema ha ottenuto dal Demanio la possibilità di disporre della struttura per strapparla al completo abbandono. Il forte Sertoli, anche se può sembrare un rudere immerso nella fitta boscaglia, non è del tutto irrecuperabile; con dei costi non eccessivi e con buona volontà si può salvarlo dal degrado; si può renderlo accessibile e visitabile in sicurezza poiché la possente struttura è ancora valida.
Ciò sarebbe un atto dovuto in quanto il Forte Sertoli oltre che essere parte della nostra storia è anche parte di un territorio tra i più panoramici.
Ezio Maifrè
Redatto da Ezio Maifrè – ezio.maifre@tiscali.it