Salute! Buon appetito! E lunga vita alla Casa Besta!
Casa vinicola Plozza Vini in grande spolvero in occasione della presentazione e della degustazione dei suoi prodotti in Casa Besta. Dal canto suo il Ristorante Miravalle non si fa mancare nulla e presenta un menu di assoluta qualità gastronomica. L’evento a cui ha partecipato una trentina di Valposchiavini ha segnato degnamente il decennio di vita del centro culturale e museo di Brusio. Nel suo intervento il curatore Dario Monigatti ha voluto evidenziare le due eccellenze presenti nella parte bassa della Valposchiavo.
Plozza Vini sta percorrendo strade nuove
Nella sua parte introduttiva Andrea Zanolari, direttore di Plozza Vini, ha voluto ricordare come la Valtellina sia terra di vini buoni, dove alligna soprattutto il grande Nebbiolo, il medesimo vitigno che in Piemonte è alla base dei più famosi Barolo e Barbaresco. La qualità dei vini Valtellinesi ha raggiunto in questi ultimi anni un’eccellenza che non deve temere confronti con altri nettari di Bacco più rinomati.
Semmai il problema rimane l’immagine del Valtellina, che va curata costantemente al cospetto di un immaginario collettivo che vede questo vino come prodotto di bassa qualità. Ecco che allora vengono man mano abbandonati i nomi Sassella, Inferno, Valgella, Grumello – i nomi più noti delle omonime zone vitate – per dare spazio a etichette più moderne, dai nomi ad impatto immediato ed emozionale, come ‘Seduzione’, ‘Numero 1’ o ‘Intrigo’, per rimanere in Casa Plozza.
“I terrazzamenti coltivati a vite, sorretti da ben 2500 km di muri a secco, non potranno mai essere patrimonio dell’umanità. Dobbiamo purtroppo convenire”, così afferma il direttore della Plozza, “che il territorio valtellinese è stato eccessivamente deturpato sul fondovalle.”
Redatto da Danilo Nussio – nussio@ecomunicare.ch