La politica approssimativa penalizza tutti

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La politica approssimativa penalizza tutti

Il risultato dell’ultima votazione non può soddisfare nessuna delle parti. Le redazioni promulgano le loro interpretazioni, confrontano i numeri, soppesano i motivi, che avrebbero contribuito al nuovo affossamento del campo sportivo. Tuttavia, queste riflessioni non superano il livello dei luoghi comuni, se il dibattito si limita alle dimensioni del risultato invece di analizzare i contenuti e quindi le contraddizioni inerenti alla procedura e al progetto.

Si ripete così lo scenario del 2005 e del centro culturale. E il tutto si riduce alla constatazione, che la maggioranza della popolazione è semplicemente contraria ai progetti sottoposti in votazione: indifferenti alle esigenze dello sport e della cultura.

Però i numeri non confermano il disinteresse della popolazione poschiavina, ma bensì una prevedibile polarizzazione delle opinioni. Simili situazioni sono parte del processo democratico, ma nel caso concreto le incertezze sono state pure incrementate da proposte istituzionali approssimative. In questo senso, dobbiamo finalmente riconoscere che il metodo operativo della politica comunale è insufficiente. Questa constatazione non ha motivi polemici, ma riflette la difficoltà di gestire gli obiettivi comunali nel processo progettuale e democratico. Non basta individuare un’ubicazione possibile, omettendo di esaminare le problematiche ambientali e territoriali legate al progetto. Per trovare un consenso è necessario una valutazione più ampia, in grado di focalizzare le incontestabili esigenze e tutti gli aspetti connessi con la partecipazione attiva delle parti coinvolte.

Proprio il caso del campo sportivo ha messo in evidenza il mancato approfondimento del contesto costituzionale e, non per ultimo, pianificatorio. Infatti, trattandosi di un progetto per un’associazione regionale, era in fondo ovvio che la valutazione andasse estesa, passando fase per fase i diversi livelli della pianificazione. Questo modo di procedere avrebbe appurato le possibilità di realizzazione sul territorio regionale, evitando le sterili controversie sull’ubicazione ai Casai. Dal 2005 a oggi, l’elaborazione dei necessari concetti per lo sviluppo delle attività sportive non è però dipesa dalla mancanza di tempo, ma dal fatto che il Comune e la Regione hanno trascurato questo aspetto. E nemmeno la segnalazione dell’ufficio cantonale per lo sviluppo del territorio ha fatto emergere dei dubbi. La via è stata definita, quindi bisogna procedere, senza interrogarsi sulla correttezza dei criteri e sulla convenienza d’ubicare il campo sportivo proprio in un’area isolata d’alta sensibilità paesaggistica. Tantomeno va tematizzato il futuro utilizzo del perimetro ai Cortini.

I vuoti di memoria dei Liberali

L’ultima votazione ha dimostrato la necessità di discutere i criteri di sviluppo del Comune. Per evitare di sciupare altre opportunità è quindi indispensabile aggiornare le posizioni precedenti ed elaborare gli obiettivi futuri del Comune. In simili circostanze serve però a ben poco l’ipocrisia del partito liberale, il quale nell’ultimo decennio è stato direttamente implicato nel processo, che si è concluso con il recente fallimento. Troppo facile attribuire agli altri le responsabilità del risultato alle urne, insinuando interessi personali e moventi politici. Sarebbe invece utile un po’ di coerenza, ma evidentemente la memoria non è una prerogativa di tutti. Gli improvvisi vuoti di memoria possono servire per defilarsi, tuttavia, sono inutili per analizzare i risultati delle ultime due votazioni, relative al campo sportivo. E tantomeno, forniscono le basi per la preparazione di proposte concrete e attendibili per il nostro futuro.

L’articolista dei Liberali manifesta anche una conoscenza superficiale delle strutture e dei processi istituzionali. Infatti, il compito d’elaborare gli obiettivi e i progetti, conformi ai principi costituzionali e incontestabili nell’ottica della pianificazione territoriale, è attribuito all’Esecutivo e non a singoli movimenti politici. Fra l’altro, sorvola di proposito che il suo partito era ed è tuttora rappresentato in Consiglio. Questi Consiglieri possedevano in tempo utile le informazioni necessarie, avevano perciò la possibilità e l’obbligo d’intervenire. Inoltre, ha persino dimenticato che il discutibile concetto d’ubicare le attività sportive a Le Prese e quelle storico-culturali al Borgo è stato lanciato e difeso a spada tratta proprio da membri del suo partito. Purtroppo, le conseguenze di simili decisioni sono state sottovalutate dalle formazioni politiche: Liberali compresi, che allora facevano parte della coalizione IPP.

Diversamente da oggi, i motivi, che hanno provocato la separazione delle strutture sportive, ostacolando la realizzazione di un valido centro sportivo, non erano legati agli interessi particolari di alcune cerchie… E nemmeno nel 2005 l’opposizione ai Pradei era motivata da interessi personali…

Redatto da Comitato Poschiavo Viva – info@poschiavoviva.ch