Invito alle donne

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Invito alle donne

Riceviamo e pubblichiamo l’opinione di Serena Bonetti. L’autrice si assume la responsabilità  dei contenuti. Le persone coinvolte godono del diritto di replica.

La Redazione

Mi è facile questa volta decidere che voto mettere nell’urna il prossimo 13 febbraio; forse mi è facile perché sono una donna. E questo, per una volta, potrebbe fare la differenza a nostro vantaggio.

Le armi non appartengono infatti alla sensibilità femminile, probabilmente non abbiamo abbastanza testosterone per sentire nostro, il potenziale aggressivo dell’oggetto in questione.

Quasi mai, per esempio, un suicidio femminile viene realizzato con un’arma. Non mi sembra di ricordare stragi pubbliche o famigliari perpetrate da donne con un’arma da fuoco. E ben poche di noi sono attirate dal servizio militare. Così mi illudo di credere che questa volta saranno le donne ad influenzare il risultato della votazione.

Non potrei immaginare di vivere con un’arma nel cassetto, non potrei immaginare di usarla neppure per difesa, riesco invece a capire che un’arma in casa può diventare facilmente raggiungibile in momenti di “astratti furori”, di crisi profonde, o di stupidi e inconsapevoli giochi tra ragazzi, ma non solo. E non sono ipotesi lontane.

Nella professione di medico ho visto adulti togliersi la vita, bambini inconsapevoli rischiare tragedie più grandi di loro per la sola presenza di armi in casa.


L’iniziativa per cui saremo chiamati a votare il prossimo 13 febbraio non è troppo restrittiva, permette a cacciatori, tiratori sportivi e collezionisti di custodire le proprie armi, ma chiede almeno che le armi militari vengano depositate al sicuro negli arsenali, e non tenute in casa.

Mi sembra una proposta di estremo buon senso, che dovrebbe tranquillizzare, non adirare. Soprattutto non può scusare certi cartelli allarmistici, costosi e devianti (per usare un eufemismo) miranti ad affossare l’iniziativa, apparsi sulle nostre strade.

E allora, se davvero siamo la metà del cielo, care donne andiamo a votare e diamo voce al nostro sentire, al nostro buonsenso, al nostro istinto di procreare, e potremo così decidere l’esito del voto.

Da parte mia, senza esitazione, voterò Sì.

Redatto da Serena Bonetti – serena.b@bluewin.ch