Una Festa federale di preghiera pregna di spirito cristiano e di ecumenismo
Diciamo subito che il mitico San Pietro questa volta è stato poco magnanimo; già in prima serata di sabato è iniziata una pioggia insistente che è continuata per tutta domenica.
La Festa federale di preghiera a Poschiavo è caratterizzata da una celebrazione ecumenica, molto sentita e partecipata, la quale si tiene tradizionalmente nella bella e storica piazza. A causa delle bizze del Portiere del Paradiso l’incontro ha dovuto aver luogo in chiesa evangelica. Una celebrazione sobria ma molto intensa e partecipata. In occasione dei festeggiamenti per il cinquantesimo anniversario di «Pane per tutti» e «Sacrificio Quaresimale», erano pure presenti i rispettivi responsabili della Svizzera italiana.
I festeggiamenti per il cinquantesimo di Pane per tutti e Sacrificio Quaresimale sono iniziati già sabato sera, 17 settembre 2011, in Casa Torre, con un concerto di Corin Curschellas. Il maltempo l’ha fatta da padrona perché la presenza di pubblico non era quella delle grandi occasioni. Uno stupendo concerto con una straordinaria cantante, che ha eseguito brani in lingua romancia, accompagnata da tre virtuosi musicisti. Il pubblico si è molto entusiasmato, manifestando viva partecipazione con scroscianti e prolungati applausi.
Il concerto di Corin Curschellas comprendeva canzoni popolari in tutti i cinque idiomi della lingua romancia; Sursilvan del Reno anteriore; Sutsilvan del Reno posteriore; Surmiran della valle dell’Albula; Putér dell’Engadina Alta; Vallader dell’Engadina Bassa e Val Müstair. I brani scelti hanno lo scopo di mantenere viva l’entità del romancio. Gran parte delle canzoni erano di carattere ritmico, laddove è emersa tutta la vivacità della virtuosa cantante. Un ruolo importante nel successo del concerto lo hanno avuto anche i tre musicisti: Patricia Draeger, fisarmonica; Albin Brun, sax soprano, Schwyzerörgeli, Duduk (strumento musicale tradizionale armeno), percussioni, nonché altri curiosi strumenti; Claudio Strebel, contrabbasso. Al termine del concerto la Curschellas ha cantato “La campanara” di Remigio Nussio e Mary Fanetti, in un proprio arrangiamento.
La brillante cantante grigionese Corin Curschellas ha conseguito il diploma di insegnate elementare, poi quello di recitazione all’Accademia teatrale di Zurigo e infine ha studiato musicologia all’Università di Zurigo. Canta in svariati stili, dal jazz al folk, e nelle lingue: tedesco, romancio, italiano, inglese e francese, utilizzando vari strumenti musicali. È anche compositrice, poetessa, attrice e musicista di svariati strumenti.
Il culto ecumenico della Festa federale di ringraziamento, pentimento e preghiera
Mi sono chiesto – probabilmente lo si chiedono anche molti lettori – quale sia l’origine della Festa federale. In internet ho trovato il seguente testo di Voce Evangelica, la pubblicazione in italiano della Chiesa evangelica svizzera: «Incalzata dagli eventi e di fronte alla minaccia di moti rivoluzionari, nel luglio del 1796 la Dieta federale dichiarò l’8 settembre 1796 prima festa federale di preghiera. I successivi avvenimenti politici non cancellarono questa ricorrenza dal calendario (va però notato che a quell’epoca cattolici e riformati celebravano quel giorno in date diverse). Nel 1832 la Dieta federale stabilì una data comune, quella della terza domenica di settembre, valida per tutti i cantoni svizzeri. Nel 1886 i vescovi misero a punto un regolamento delle festività valido per tutta la Svizzera cattolica. Dopo il Concilio Vaticano II la giornata nazionale di ringraziamento, penitenza e digiuno, ha assunto definitivamente il carattere di ricorrenza ecumenica».
La celebrazione ecumenica di Poschiavo è stata preparata dal pastore Antonio Di Passa e dal prevosto don Cleto Lanfranchi, con la collaborazione di tre lettrici: Mariangela Costini, Iris Crameri e Gisa Lardi, nonché dell’organista e del coro. Mancava don Guido Costa, impegnato in altre celebrazioni.
Lara Robbiani Tognina, responsabile di Pane per tutti per la Svizzera italiana, ha introdotto la celebrazione ricordando il cinquantesimo anniversario delle due istituzioni umanitarie con la presentazione dei loghi, che raffigurano l’immagine, lo scopo e gli obiettivi dell’organizzazione. A questo punto entrano in chiesa tre ragazzi che portano i simboli dei due loghi: una croce, un mazzo di spighe e un pane dimezzato. Questi tre simbolici oggetti sono pure raffigurati su due coperte, realizzate da tante mani operose, ed esposte sul pulpito della chiesa.
«Il logo del “Sacrificio Quaresimale” – ha detto Lara Robbiani Tognina – riunisce i simboli del pane e della croce. Il pane è il nutrimento di cui ogni essere umano necessita. È il pane che noi mangiamo e che siamo chiamati a condividere con il nostro prossimo, in modo particolare con il prossimo affamato. E tutto questo è posto sotto il segno della croce: il Cristo presente nell’Eucaristia, il Cristo che ha moltiplicato il pane per sfamare la folla, il Cristo che ha dato se stesso per noi. Il logo di “Pane per tutti” raffigura la spiga che cresce. La spiga prefigura il pane, l’alimento di cui tutta l’umanità ha bisogno. Ma la spiga è simbolo anche di coltivazione, di crescita, di sviluppo agricolo: di tutto il lavoro che sta dietro il pane, che viene prima del pane. Non basta dare pane, bisogna anche rendere possibile la coltivazione della spiga che darà il pane. Affinché ci sia pane per tutti, è indispensabile che tutti possano coltivare e raccogliere».
L’omelia di don Cleto era perfettamente in argomento, quello del donare ai poveri: ha scelto il Vangelo di Matteo 19: Gesù incontra un giovane ricco, che per essere perfetto avrebbe dovuto vendere tutto quello che aveva per darlo ai poveri. Il giovane se ne andò perché aveva molte ricchezze; difficilmente un ricco entrerà nel regno di Dio. Ma allora, gli chiesero, chi può salvarsi? Risponde Gesù: Per gli uomini è una cosa impossibile, ma per Dio tutto è possibile.
Dopo l’Inno nazionale svizzero i fedeli hanno recitato la preghiera comunitaria di Pane per tutti e Sacrificio Quaresimale, contenuta in un foglietto consegnato all’entrata, dal titolo Compiere passi: «Com’è difficile Signore, avanzare un passo dopo l’altro sulla strada dell’amore, ma tu ci dici: “non abbiate paura”. Accogli, Signore, i piccoli passi compiuti in 50 anni dalle nostre istituzioni per andare incontro agli ultimi della terra. Concedici a noi tutti, Signore, di aprire il cuore, di tendere la mano, di fare ulteriori passi per l’avvento del tuo Regno. Grazie, Signore, per il tuo amore gratuito».
