Media e partiti sempre al servizio di sé stessi, mai della „cosa“ e neppure delle Costituzioni

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L’opinione di Nicoletta Noi-Togni
L’esempio (uno dei tantissimi!) ci viene dall’elezione di un giudice del Tribunale cantonale dei Grigioni. E l’esempio (come tantissimi altri!) riguarda il rispetto per la Svizzera Italiana (in questo caso per il Grigioni Italiano) segnatamente per la sua popolazione. Di cosa si tratta?


Da anni viene segnalata, sia a livello di popolazione, sia da parte dell’Istituzione stessa Tribunale cantonale dei Grigioni per bocca del suo Presidente Norbert Brunner e da parte dello stesso Gran Consiglio, la mancanza di un giudice di lingua italiana in questo consesso. Ribadita – da più parti – la necessità di un giudice che non solo avesse conoscenze della nostra lingua ma anche che appartenesse di diritto al Grigioni Italiano: nato e cresciuto insomma nelle nostre vallate.

Finalmente, per questa elezione suppletiva, il giudice di lingua madre italiana c’era e con mia soddisfazione si candidava. Per però dopo qualche settimana ritirare la sua candidatura per lasciare il passo ad un collega non di lingua madre italiana ma, si assicura, con conoscenze della lingua italiana. Ora, tutti sappiamo la differenza tra il conoscere l’italiano e l’essere di lingua e cultura italiane o svizzeroitaliane.

Dato che la nomina in questione rientra nelle competenze del Gran Consiglio chiedevo a margine di questa nomina in Parlamento – lo scorso 19 ottobre – esplicitamente al Presidente della Commissione di Giustizia avvocato Luca Tenchio, se c’era stata una candidatura dal Grigioni Italiano e, se sì, perché non veniva presentata in quel momento in Gran Consiglio. Presidente che non rispondeva alle mie domande limitandosi a ribadire la bontà della persona che veniva proposta dalla sua Commissione, non entrando in merito alla candidatura proveniente dal Grigioni Italiano e tanto meno al ritiro della sua candidatura. Sapendo bene il Presidente che al ritiro di questa candidatura non c’era nessuna giustificazione, trattandosi di persona assolutamente qualificata e già al servizio della giustizia cantonale e che l’unico motivo per cui si ritirava era il motivo partitico.

E questo è un fatto molto grave trattandosi dell’elezione per un Tribunale in un Paese – il nostro – nel quale la divisione dei poteri, quelli eminentemente politici e quelli giudiziari, è sancita dalle Costituzioni. Certo, si può ribadire che l’errore sta a monte, e che, demandando l’elezione dei membri dei Tribunali all’Istanza Gran Consiglio, queste elezioni vengono in ogni caso politicizzate.

Nulla impedisce però anche ai legislativi di operare in favore della «cosa» – in questo caso la popolazione del Grigioni Italiano – invece che per mero gioco partitico. La mia domanda ha comunque fatto vedere l’inadeguatezza di questi comportamenti e 19 deputati hanno immesso nell’urna scheda bianca. Naturalmente la nostra Televisione della Svizzera Italiana – presente in tribuna – e come sempre al servizio non della «cosa» ma dei partiti e di certe persone, ha pensato bene di tacere.

Così la popolazione delle quattro valli grigionitaliane nei molti anni avvenire si vedrà, sempre ancora, «giudicata» da membri provenienti esclusivamente dalle regioni non italofone del Cantone. Questo in un settore sensibile nel quale la comprensione – non solo quella tecnica della lingua ma anche quella della cultura e delle sue espressioni e manifestazioni – è della massima importanza. Con buona pace di quei granconsiglieri che hanno seguito l’imperativo dei partiti e con buon letargo della nostra Televisione. Questa elezione è un grosso danno per la nostra popolazione, quindi per la «cosa». Quella che ai politici e ai media non interessa mai.

E c’è qualcuno che crede ancora che gli interessi della Svizzera Italiana non vadano difesi???

Nicoletta Noi-Togni