Nuova messa in discussione dell’insegnamento delle lingue

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Coscienza Svizzera chiede coerenza e continuità nelle scelte strategiche
In queste ultime settimane, in vista del dibattito parlamentare sulla revisione totale della Legge scolastica cantonale, nei Grigioni si è parlato molto di politica linguistica. Il grande fervore e interesse è comprensibile.


L’istruzione sta a cuore a tutti e tutti vorrebbero investire al meglio per una scuola di qualità. Nel 2008 il Cantone dei Grigioni ha scelto di investire nell’insegnamento precoce delle lingue, inserendo nel proprio programma di studio l’italiano dalla terza classe elementare e l’inglese dalla quinta elementare.

Ora alcuni ambienti economici e alcune forze politiche chiedono un’inversione di marcia. Due le proposte di modifica che potrebbero finire sui tavoli dei granconsiglieri: abolizione dell’italiano e del romancio a favore dell’inglese e del francese; anticipo dell’inglese alla terza elementare con conseguente slittamento dell‘italiano alla quinta elementare.

Il Governo difende con convinzione lo status quo, con l’insegnamento obbligatorio dell’italiano dalla terza elementare e dell’inglese dalla quinta. Nessuno nega la grande importanza dell’inglese, tant’è che nei Grigioni lo si impara già alle elementari, ma la scelta operata dai Grigioni alcuni anni fa è stata ben ponderata e poggia su una riflessione che tiene conto della complessità e della ricchezza del retaggio grigionese e svizzero, di cui il federalismo è al contempo garante ed espressione. Si è optato per l’italiano quale „lingua del vicino“ per una maggiore coesione intracantonale, per promuovere il trilinguismo non solo del territorio, bensì pure della popolazione e valorizzare un patrimonio linguistico-culturale che è componente imprescindibile del Cantone.

Tutti sono concordi nel sostenere che l’italiano sia lingua di grande cultura, ma a volte qualcuno dimentica che l’italiano è anche strumento di pratica utilità con una considerevole valenza sulla piazza degli studi superiori e sul mercato del lavoro grigionese e svizzero. Il Cantone dei Grigioni ha fatto grandi sforzi investendo nella formazione dei docenti e nella creazione di nuovi testi didattici concepiti appositamente per la realtà grigionese e svizzera. La tanto auspicata qualità della formazione passa anche per una coerenza e una continuità pedagogica e di scelte strategiche in un mondo della scuola in continuo subbuglio.

Derubricare l’italiano a lingua opzionale o addirittura escluderla dal curricolo scolastico è una tendenza che “fa moda”, ma equivale a una perdita del nostro stesso patrimonio culturale e uno svigorimento delle opportunità che vogliamo garantire ai nostri giovani.


Remigio Ratti
Presidente di Coscienza Svizzera

Raffaella Adobati Bondolfi
Coordinatrice Gruppo di lavoro “Grigionitaliano” di Coscienza Svizzera