Futuro invece di carbone
A Repower in Italia sta soffiando contro un vento gelido, almeno per quanto concerne nuove centrali elettriche a energie fossili.
Alla conferenza di 3 giorni di Legambiente, la più grande organizzazione ambientalista italiana, tenutasi pochi giorni fa, gli 800 delegati hanno varato all’unanimità una risoluzione contro il progetto di centrale a carbone di Repower a Saline Joniche. In essa è contenuto l’invito, senza fraintendimenti, al nuovo Primo Ministro Mario Monti a non concedere il permesso di costruzione a Repower ma al suo posto di dare sostegno a un centro per un economia sostenibile e energie rinnovabili. Con questo il progetto di Repower è finalmente approdato a livello governativo.

Accanto alla Calabria sta lottando anche la popolazione di Pistoia in Toscana contro i piani espansionistici di Repower e sta andando sulle barricate contro una pianificata centrale a gas. La resistenza è iniziata immediatamente dopo che sono trapelati i piani, nell’estate del 2010. L’opposizione contesta a Repower di utilizzare una tecnologia obsoleta e inefficiente. All’inizio di dicembre 2011, 300 partecipanti hanno dimostrato la loro opposizione alla centrale a gas con un’assemblea di protesta siccome già oggi la Regione si approvvigiona da sé. Il progetto, così come presentato, graverebbe in modo massiccio sull’ambiente, la tecnologia utilizzata avrebbe forti ripercussioni sul territorio circostante e la cogenerazione non verrebbe sfruttata. La costruzione di un impianto del genere potrebbe mettere in pericolo molti posti di lavoro nell’economia locale basata principalmente sul vivaismo.
Anche per vie legali Repower deve incassare delle batoste. Un tribunale di Cosenza, in Calabria, ha respinto all’inizio di novembre una querela intentata da Repower contro un locale segretario di partito. In particolare la Repower, nella sua denuncia-querela, aveva ritenuto calunniose e diffamatorie le seguenti frasi: “…la sciagurata idea che era stata messa in piedi dalla multinazionale svizzera SEI è stata sonoramente battuta…”, ancora “Le lobby degli affaristi e dei grandi gruppi finanziari che, con l’accordo e la convivenza di forze malavitose, pensavano di potere continuare, nella logica della rapina e del saccheggio, a derubare e deturpare il territorio a danno e discapito dei cittadini e della salute sono state fermate e sonoramente sconfitte.”, e “Del resto, oltre al gravissimo impatto ambientale (…) Adesso che questo strano, fosco e turbe disegno è stato bloccato (…)”. Il tribunale di Cosenza ha ritenuto che il convenuto non possa essere condannato per le sue dichiarazioni.

A Poschiavo si sta ancora aspettando la conclusione della procedura d’indagine dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Repower è sospettata di collusione nel mercato energetico italiano, di aver leso la legge sui cartelli e di concorrenza sleale.
Per Repower può inoltre avere conseguenze pesanti una sentenza emanata all’inizio di dicembre dal Tribunale del Nord Reno-Westfalia contro la centrale a carbone di Lünen. Il tribunale amministrativo ha cioè revocato la prima autorizzazione parziale per la centrale a carbone Trianel di Lünen, che a livello di costruzione grezza è già terminata e in cui la ticinese AET è coinvolta, a causa di gravi deficienze nel rapporto d’impatto ambientale. Fra l’altro è stato rimproverato che immissioni ambientali di altre sorgenti non sono state prese in considerazione nel calcolo dei danni.
L’associazione BUND für Umweltschutz und Naturschutz Deutschland ha inoltrato una causa contro la centrale a carbone di Repower a Brunsbüttel. Nel maggio del 2011, una sentenza della corte superiore europea aveva concesso alle associazioni ambientali europee il pieno diritto di querela.

„Che Lünen, Brunsbüttel, Saline Joniche o Pistoia vadano in rete è, dopo queste sentenze, ancora più improbabile” dice Tanya Schmid, Presidente di Zukunft statt Kohle. “Accanto a Brunsbüttel anche in Italia la minaccia di lunghi ricorsi, alti costi legali e insicurezze nella pianificazione si fanno sentire: associazioni ambientaliste italiane hanno annunciato di combattere con ogni mezzo giuridico la costruzione della centrale a carbone di Saline Joniche.”
Tanya Schmid ulteriormente: „Repower dovrebbe finalmente abbandonare la sua irresponsabile “strategia fossile” e confessare che le centrali a carbone sono sorpassate. Per l’inizio del 2012 attendiamo dal nostro Governo che esiga da Repower l’uscita dal carbone. Il fissarsi su una strategia fallimentare costa a noi contribuenti milioni. Non siamo disposti a stare al gioco ancora per molto”.
Tanya Schmid
Presidente di Zukunft statt Kohle