Giacca in Tweed, tuta sportiva e mute da sub
Battesimo del Signore. Luca 3.15 – 17, 21 – 22
15 Ora il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro se Giovanni fosse il Cristo.
16 Giovanni rispose, dicendo a tutti: ”Io vi battezzo in acqua; ma viene colui che é più forte di me, al quale io non sono degno di sciogliere il legaccio dei calzari. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco.
17 Egli ha in mano il suo ventilabro per ripulire interamente la sua aia e raccogliere il grano nel suo granaio; ma la pula, la brucerà con fuoco inestinguibile»…
21 Ora, mentre tutto il popolo si faceva battezzare, anche Gesù fu battezzato; e, mentre pregava, si aprì il cielo,
22 e lo Spirito Santo scese su di lui in forma corporea, come una colomba; e venne una voce dal cielo: ”Tu sei il mio diletto Figlio; in te mi sono compiaciuto».
Cara comunità, al battesimo di Gesù, lo Spirito Santo non mostrò timidezza prendendo forma “corporea”. Lo Spirito, con zelo, si personificò in Gesù. Con la stessa audacia lo Spirito vuole personificarsi nella tua e nostra vita comunitaria. Le parole del battesimo di Gesù “Spirito Santo e il fuoco” possono anche tradursi con “vento e fuoco”. L’uso del vento suggerisce ai cristiani che essi devono essere pronti a vestirsi secondo il soffiare del vento dello Spirito. Ricevere lo Spirito oggi significa vestire la nostra fede con abiti adeguati alla società in cui viviamo. La temperatura e il temperamento dello Spirito nella nostra vita riflette le nostre scelte riguardo ai vestiti spirituali indossati. Dimmi come ti vesti spiritualmente e ti dirò chi sei. Al battesimo Gesù fu rivestito da uno Spirito Santo zelante.
Crescendo, nel fisico e nello spirito, cambiamo spesso vestito. Siamo del continuo alla ricerca di nuovi abiti che riflettono la nostra crescita spirituale. Interessante sono le osservazioni del professore americano Leo Braudy che, nel 1989, per spiegare una sua teoria letteraria, classificò le personalità dei letterati. Questa catalogazione ci può essere utile per esplorare le fasi di sviluppo attraverso le quali lo Spirito si muove nella nostra vita. Braudy divide i letterati in quelli nella fase con la classica “Giacca in Tweed”, con la sportiva “tuta da ginnastica” e l’intrepida “tuta da sub”.
Per Braudy, quelli in giacca in Tweed sono gli interpreti letterali dei testi. “Attenersi alla lettera” è un atteggiamento frequente fra i nuovi cristiani. Ansioso di ricevere approvazione dagli altri e di mostrarsi corretto, chi è nella fase della giacca in tweed si concentra sui rudimentali della fede. Il suo interesse è la rigida trasmissione della fede ricevuta. Nel suo aspetto migliore, questa fase ha il pregio di conservare la fede classica e la tradizione della Chiesa. Nel peggiore, la giacca in tweed diventa un abito stretto, mortale per la creatività, intollerante, inadeguato alle variate condizioni culturali. La giacca in tweed diventerà un abito inadatto. Per la rigidità, è incapace di riscoprire la vitalità della fede in nuove situazioni. Molti lasciano la Chiesa perché incapaci di far crescere la fede alle nuove condizioni e la gettano via come ferro vecchio. Quando indossiamo la fede come un vestito vecchio ereditato, inadatto alla situazione, ci accade come quel ragazzino che, osservando suo padre spremuto in un vestito da cerimonia, disse: papà, non indossare quel vestito. Lo sai che la mattina dopo ti viene il mal di testa. Uno spirito in crescita e un mondo complesso richiedono il cambio dei nostri vestiti spirituali. Ebrei 6.1 esorta: lasciando l’insegnamento elementare intorno a Cristo, tendiamo a quello superiore. In lingua moderna: per carità, crescete! La giacca in Tweed è elegante e comoda ma diventa stretta e inadeguata nel tempo.
La tuta da ginnastica rappresenta la fase dinamica del credente. La fede è esercitata nella vita quotidiana. In tuta da ginnastica il credente sportivo sintonizza la fede al ritmo delle sfide sociali, incarnando lo Spirito nelle necessità della società. Egli vuole rivitalizzare la tradizione della fede per i giovani ed impersonarla nel mondo. I giudei ascoltano Giovanni schernire la loro degenerata spiritualità perché incapaci di rivitalizzare la loro fede nella società. Essi si sentivano esentati dall’esercizio spirituale a causa della loro genealogia: Abramo è nostro padre. Stavano comodi nella giacca in tweed. Secondo Giovanni questo discorso fa acqua. Ogni generazione, ogni individuo, vale per come si comporta, non per la sua eredità. In genetica, è il rapporto tra il genoma (le istruzioni ereditate che ci si porta dietro con il codice genetico) e il fenotipo (la differenza che c’è tra l’eredità di un organismo e quello che questa eredità produce in un ambiente). Giovanni legittimamente contesta a questi discendenti di Abramo di essere diventati pigri nella fede. James D. G. Dunn, grande teologo, ha scritto sulla giusta trasmissione della tradizione. Dunn condensa i suoi pensieri in tre punti. 1. la tradizione autorevole non era qualcosa di fisso e statico ma vivente, vissuta interiormente e per intero, rielaborandola e ristrutturandola, con nuove redazioni e espansioni. 2. le basi per valutare l’autenticità di tale rielaborazione sono la “continuità e la coerenza delle nuove formulazioni con le vecchie”. 3. la tradizione autorevole “ri – esprime il messaggio essenziale della tradizione in una diversa situazione e tempo”. L’apostolo Paolo in 1° Timoteo 4.7 dice al credente “esèrcitati alla pietà” oppure “esercitati alla devozione religiosa”. La vita religiosa è tradizione e pratica. Per cambiare dal passeggio alla corsa, dobbiamo liberarci dei vestiti ora ristrettisi, che eravamo abituati a indossare, e mettere abiti che “funzionano” meglio. La vita non è ripetizione ma avventurosa scoperta. I credenti in tuta da ginnastica traducono in pratica la fede della domenica nel mondo del lunedì. Importante è che il mondo non determini la loro l’agenda di fede. Anche nell’esercizio dinamico c’è la sua validità.
La fase con lo Spirito Santo più emozionante, stimolante e intimidatoria del vento e del fuoco però ci chiede il coraggio di indossare la muta da sub della fedeltà. La muta da sub permette di immergerci in ambienti nuovi, strani, persino ostili. Diversamente da altri abiti scomodi, la muta da sub si adatta alla nostra forma fisica distintiva, quasi a diventare una seconda pelle. Una fede da muta da sub permette massima mobilità creativa e coraggiose immersioni in nuove situazioni. Una fede trasparente, unione tra credo e azione, senza maschere. Un poco di tweed e felpa dalle due precedenti fasi della fede integrano l’isolamento della muta da sub, rendendola flessibile e protettiva. Ma le capacità avanzate della muta da sub danno alla fede una fiducia e una ricchezza molto superiore alle due fasi precedenti. Forse, la differenza maggiore in questa fase è l’aver accettato le paure e le minacce come parte di questa incarnazione di fede. Una breve descrizione del cristiano con la muta da sub del teologo Morris, L. West: ieri ho incontrato un uomo integro. È una rara esperienza, ma sempre illuminante e nobilitante. Costa così tanto essere un umano completo che sono in pochi quelli che hanno l’illuminazione o il coraggio di pagarne il prezzo… uno deve abbandonare la ricerca della sicurezza e inseguire il rischio di vivere sulle proprie gambe. Uno deve abbracciare il mondo come si abbraccia un amante e non aspettarsi alcun ritorno di amore. Uno deve accettare il dolore come condizione dell’esistenza. Uno deve corteggiare il dubbio e l’oscurità come prezzo della conoscenza. Uno ha bisogno di una volontà tenace nei conflitti, ma pronto sempre alla completa accettazione delle conseguenze del vivere e del morire. Indossare la muta da sub significa lasciarsi guidare interamente del soffio dello Spirito Santo come Gesù ha inseguito. È maturità cristiana piena.
Al battesimo di Gesù lo Spirito ha preso audacemente forma corporea. Gesù è stato la tradizione fattasi concreta nel quotidiano con un rinnovamento della fede. Ha indossato la giacca in tweed senza rimanervi imprigionato, ha esercitato la fede senza che i problemi del mondo decidessero per lui cosa fare. Si è immerso con la muta da sub nella condizione umana vivendo a sue spese il fare la volontà del Padre suo. Queste fasi della fede ci insegnano che mentre puoi diventare cristiano in un attimo non puoi diventare discepolo in una notte. La vita cristiana non è una ricetta “istantanea” da aprire e mescolare in un minuto. Non offre discepolato “istantaneo”, “istantanea” realizzazione oppure “istantanea” fedeltà. È un lungo processo di sviluppo, dalla giustificazione alla santificazione alla glorificazione. L’importante è lasciarsi guidare dal vento e dal fuoco dello Spirito. Amen.
Appunti per la predicazione del past. Antonio Di Passa
Redatto da Antonio Di Passa – antonio.dipassa@gr-ref.ch