L’opinione di Poschiavo Viva
Naturalmente l’unanime decisione della Giunta di rinviare il postulato di Poschiavo Viva alle calende greche non irrita i Liberali, perché le circostanze descritte nel loro articolo sono “complesse”.
Inoltre, l’unica occasione di sgomberare dal nostro paesaggio la linea ad alta tensione, la reale possibilità tecnica d’integrarla nella galleria prevista dal progetto Lagobianco, espone il gestore Swissgrid al rischio di un notevole investimento. In quest’ottica considerano evasa la questione, poiché, in fondo, è il movimento Poschiavo Viva, che non ha esaminato la complessità, le conseguenze tecniche ed economiche del postulato. Questo argomento pretestuoso trascura però il fatto, che gli sviluppi tecnici ed economici, relativi all’interramento delle linee, sono ormai una realtà assodata. E poi resta l’aspetto legale, connesso al caso del Comune di Riniken, nel quale il Tribunale federale ha sostenuto gli interessi pubblici e paesaggistici invece di quelli commerciali. Certo, le situazioni di Riniken e Poschiavo non sono identiche, tuttavia, questa sentenza e il progetto Lagobianco offrivano al Comune di Poschiavo un’opportunità irripetibile per trattare con Swissgrid.
Quindi, stando ai Liberali, non esiste motivo per contestare l’atteggiamento del Consiglio, il quale dopo aver richiesto una perizia alla Repower, un imparziale azionista di Swissgrid, si presenta davanti alla Giunta, proponendo prima di respingere totalmente il postulato, poiché sarebbe sproporzionato e illusorio smantellare una linea realizzata da alcuni anni, e poi nel corso del dibattito cambia rotta, magari accorgendosi che un qualche spiraglio esiste. Resta quindi aperto un ipotetico dibattito, così nel corso dei prossimi mesi o anni si succederanno le discussioni politiche e le valutazioni tecniche più o meno attendibili. E in tanto il tempo passa, le pratiche procedurali per l’approvazione della concessione Lagobianco potranno proseguire senza intralci, poi sarà il turno del progetto e alla fine di tutto questo sarà troppo tardi per intervenire, perdendo nuovamente un’utile occasione per una sostanziale riqualifica del nostro territorio. Eppure bastava una lettera ai diretti interessati…
Meglio accantonare tutto?
Però i Liberali preferiscono non approfondire i contenuti discussi nell’articolo di Poschiavo Viva; evidentemente l’opportunità di rimuovere dal nostro paesaggio la linea ad alta tensione non rientra nei loro obiettivi politici. Si limitano invece alla perspicace considerazione di essere sorpresi, perplessi per il fatto, che dopo una decisione unanime della Giunta si possano pubblicare “simili” contenuti. Tuttavia, il partito borghese non è sorpreso che la proposta di respingere il postulato, espressa dall’esecutivo comunale, abbia notevolmente compromesso la posizione del Comune nei confronti di Swissgrid. Certo che no, tanto il momento non è (mai) adatto, perché, seguendo il ragionamento dei Liberali, aldilà degli obiettivi paesaggistici locali, sono da valutare soprattutto quelli economici, che – guarda caso – interessano sostanzialmente le aziende operanti nel campo energetico.
Nondimeno, è meglio accantonare tutto, perché secondo la loro logica commerciale è inevitabile che i costi per l’interramento della redditizia linea, la quale approvvigiona il mercato energetico italiano, si ripercuoteranno sui consumatori poschiavini. Ciò significa che saremo di nuovo noi ad assumere i costi per garantire i profitti delle aziende, dopo aver concesso ingenuamente la realizzazione dell’attuale linea sul nostro territorio per una bazzecola. Ma sviluppando il ragionamento dei Liberali, deve per logica risultare che i cittadini svizzeri sovvenzionano l’esportazione, svendendo il loro patrimonio paesaggistico oppure sborsando per ottimizzare gli affari con l’estero. Simili accorgimenti non sono certo una novità, ciononostante, si delinea uno strano concetto dei meccanismi economici, che regolano il tanto lodato mercato libero. E poi c’è pure lo spauracchio della recessione, generata da una politica neoliberale irresponsabile, che, oltre aver messo in ginocchio nell’ultimo ventennio il ceto medio (favorendo l’oligarchia dei ricconi), ha pure sciolto i mercati finanziari da ogni ragionevole vincolo, affossando niente meno che l’economia mondiale…
Le sorprese del 2011
Tutto sommato, se ripensiamo al 2011, sono emersi ben altri temi, che potrebbero giustificare la sorpresa dei Liberali. La decisione di aumentare le imposte comunali di 10 punti non è forse stata una sorpresa? Eppure, un anno prima delle elezioni il tasso fiscale comunale era stato diminuito nella stessa proporzione, confortati dalla certezza di potercelo permettere. Per anni è stato sostenuto che lo stato finanziario del Comune fosse alquanto florido, ciononostante, risulta improvvisamente che le entrate non bastano a coprire i costi della gestione corrente. Quando poi nemmeno le misure di risparmio contribuiscono a limitare il disavanzo del preventivo 2012, che si rivela comunque poco inferiore a 2.5 milioni, non resta che aumentare il tasso fiscale.
I motivi elencati in Giunta sono diversi, però risalta che questa situazione è legata sostanzialmente alla riduzione degli introiti da parte delle persone giuridiche. Infatti, la revisione della legge fiscale cantonale, decisa dal Gran Consiglio, ha notevolmente sgravato l’imposizione fiscale sugli utili aziendali delle società commerciali, determinando in questo modo una consistente diminuzione delle entrate comunali. In quest’ambito il partito liberale non manifesta alcuna sorpresa, non si sofferma sulla facoltà dei politici in Gran Consiglio di valutare le conseguenze per i comuni grigionesi, trattandosi plausibilmente di uno dei principali sostenitori. E tanto meno si sente in dovere di sottolineare che in questo modo sono nuovamente i semplici cittadini, le piccole e medie aziende ad assumersi il carico di bilanciare le perdite.
Nemmeno la riforma territoriale, un ulteriore attacco “alla dispendiosa, improduttiva e dilagante burocrazia”, merita un’approfondita analisi politica. Magari poche righe sarebbero bastate per spiegare che l’obiettivo neoliberale di ridimensionare e concentrare le strutture istituzionali funziona solo, se si omettono le esigenze delle regioni periferiche e la realtà di identità e culture diverse. Infatti, questa logica di disossare le strutture statali implica inevitabilmente il declassamento di regioni come la nostra, inseguendo quegli scenari americani, che hanno ormai messo in scompiglio il mondo intero.
Ormai è inevitabile che la pressione sulle regioni periferiche aumenterà costantemente. Forse è giunto il momento per riflettere soprattutto sul nostro futuro e chiederci, perché non siamo in grado di valorizzare il nostro potenziale e rafforzare la nostra posizione, come mai preferiamo sostenere gli interessi altrui anziché i nostri?
Per approfondire:
- Considerazione in merito all’articolo di Poschiavo Viva “Quasi da non credere”
- “Quasi da non credere”