Il coraggio di assaggiare un prodotto annusandolo

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Degustazione di formaggi e vini locali presso l’Hostaria del borgo
Martedì 6 marzo 2012 all’Hostaria del Borgo di Poschiavo è stata organizzata una serata di degustazione di formaggi e vini locali, sponsorizzata dal giornale online IL BERNINA.
Dal 2013 il primo vino ufficiale della Valposchiavo

Una trentina di persone ha potuto apprendere le regole dell’assaggio e riscoprire i sapori tradizionali. L’esperto Lorenzo Noè, membro del Consiglio Direttivo Nazionale dell’ONAF (Organizzazione Nazionale Assaggiatori Formaggio) e membro del Consiglio Direttivo Nazionale di SoZooAlp (società per lo studio e la valorizzazione dei sistemi zootecnici alpini), ci ha accompagnati in questo viaggio gastronomico dei sapori ma soprattutto degli odori.

È stato un incontro di piacere ma anche di apprendimento, in cui Noè ha spiegato come la percezione e l’approccio al gusto siano caratteristiche soggettive e personali. Egli afferma: “In modo particolare bisogna tirar fuori la voglia di pensare mentre si mangia, e di riappropriarci dell’odore, ossia riportare il cibo al naso”. Questo è il primo atto per assaggiare un formaggio.

“Il senso atavico dell’olfatto che, per motivi etici o di galateo, è andato perso nel tempo risulta essere fondamentale nella degustazione di un formaggio. Quindi bisogna avere il coraggio di annusare un prodotto.” La cultura vinicola già effettua questa percezione sensoriale mentre nel settore alimentare è una pratica inusuale.

Comunque sia l’aspetto visivo, come, per esempio, il colore e la forma, sia l’ambito tattile rivestono un ruolo rilevante nel comprendere le specificità di un alimento di qualità. Infine, il compito decisivo – come risaputo – spetta alla bocca nell’offrirci quella sensazione strettamente personale di piacere o di repulsione.

Tre produttori hanno esposto e concesso ai presenti le loro meraviglie del mondo dei latticini: l’Alpe Pescia gestita dalla famiglia Ivan e Stefania Lanfranchi-Zala, l’Alpe Palü condotta dalla famiglia Ilaria e Franco Vitali e il Caseificio Valposchiavo di San Carlo, con alla guida il casaro Antonio Giacomelli.

Pietro Triacca ha abbinato ai formaggi una carrellata di vini: un sauvignon bianco, due sforzati ed un vino dolce e pregiato ricavato da uve petite arvine e prodotto in edizione limitata. Una novità relativa al viticoltore di Campascio consiste nel fatto che a partire dal 2013 è prevista la prima produzione a scopo commerciale di vino della Valposchiavo, regolamente approvata dalla Confederazione. Si tratta di viti di sauvignon bianco, coltivate a Campascio.

Queste serate hanno lo scopo di valorizzare il territorio e, in questo senso, la Valposchiavo possiede una nota pregevole che concerne l’alta percentuale di produzione biologica, senza aggressioni chimiche. Nell’attività del produttore di alta montagna, come afferma Noè, “ci sta dietro il latte e il sangue di chi lavora il prodotto con una grande fatica quotidiana”.

Grazie all’ospitalità dell’oste Orlando Lardi, nella cornice della stalla e delle due cantine, si è potuto brevemente rivivere un ritorno in chiave moderna dei tempi passati, senza dimenticare le proprie radici che spesso sono una grande fonte di sapori genuini.


Per sapene di più:



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