Illuminante conferenza sull’Anno della fede

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Al Vecchio Monastero di Poschiavo
Venerdì 7 dicembre il teologo don Battista Rinaldi ha tenuto un’interessante conferenza su l’Anno della fede voluto dall’attuale Papa, Benedetto XVI, di fronte a un pubblico, non eccessivamente numeroso, ma attento all’argomento che non è certo di tutti.

Infatti anche per chi si vuol azzardare a scrivere qualche cosa (a parte che ero senza la penna) per segnare appunti, ma li per li non avrei nemmeno osato, visto che erano presenti Preti e Suore e quindi non c’è da competere in merito a argomenti di Fede. Ma tentiamo e la prima domanda che affiora alla mente è: – che cosa è la Fede? – Magari qualche cosa ci capisci in merito, ma azzardarsi a darne una risposta, dove trovare le parole?

Ma, da quanto dedotto, già anche in una conferenza dell’anno scorso, a mio modesto parere, lo sforzo di don Battista sull’argomento è di vitalizzare quel doppio filo che va dall’alto, ossia dalla Chiesa, dai vertici in questo caso, con una partecipazione diretta del Papa, non solo come capo della Chiesa, ma anche come teologo che era prima ed è ora, e giunge all’uomo comune, in particolare, al cristiano.

Un filo che ha il capo ai vertici della Chiesa, quindi con l’impegno non solo di riagganciare quel filo, se mai allentato, o comunque come appare oggi, raffreddato, e se è il caso, facendo riferimento all’ultimo Concilio Vaticano di cinquanta anni fa, di modificare le basi del Cristianesimo, che ha la sua piattaforma nel Vangelo e nella manifestazione delle tradizioni che hanno animato la vita della Religione cristiana fino ai nostri giorni.

Di rimando, rendere attivo il filo che raggiunge ogni uomo con la risposta generalizzata nell’ambito cristiano, e quella personale a seconda dell’educazione ricevuta e dello sforzo che ogni individuo fa per avanzare, evitando le deviazioni, sulla strada della vita.

Questo in parole povere lo scopo dell’anno della Fede, di quanto richiesto all’organizzazione generale della Chiesa da una parte e della risposta attiva del singolo individuo dall’altra.

A nostro parere, questo è lo sforzo del conferenziere per rendere attivo l’argomento.

Infatti vano sarebbe lo sforzo della Chiesa, ha sottolineato più volte don Battista, se non vitalizzasse le iniziative, i vari sforzi che ovunque si fa per rendere attivo l’anno della fede, anche se ci sembra riduttivo il titolo, in quanto lo scopo dell’iniziativa, a mio modesto parere, non è solo di rinnovare la chiesa per un anno, ma darle la spinta decisiva per gli anni a venire.

D’altra parte tutto sarebbe inutile se non ci fosse la consapevole riposta nel singolo individuo. Una risposta innanzitutto personale, sia nel vivere la propria Fede, renderla attiva, cosciente sul percorso di una strada di perfezione verso il Cielo, ma non da sola, ma in comunione con gli altri entro una comunità e quindi con attiva partecipazione nella comunità in cui vive.

Questo il mio modesto pensiero, quello di una persona singola che si sforza di percorrere la propria strada della vita all’estremità di quel filo diretto che la tiene unita ai vertici della Chiesa respirandone la linfa che ne deriva.

A questo punto, alla domanda che ci poniamo dentro di noi: “Che cosa è la fede?. La risposta è: si trova solo cercandola in se stessi, in un colloquio diretto con Dio in seno alla grande famiglia che è la Chiesa; una vita viva entro una Chiesa altrettanto viva.

 

Luisa Moraschinelli