Come mi devo comportare se incontro l’orso?

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Intervista al Dott. Claudio Groff, referente per il Servizio Foreste e Fauna della Provincia autonoma di Trento per la gestione dell’orso
Il giornale online IL BERNINA ha chiesto un parere esterno, data l’esperienza decennale del Trentino riguardo ai plantigradi, per cercare di fare chiarezza su alcune domande che la popolazione valposchiavina spesso si pone.

 

Come si svolge il letargo di un orso? Può svegliarsi durante l’inverno? Quante volte accade?

Il letargo di un orso è molto variabile. Ci sono orsi che svernano normalmente per un periodo di quattro o cinque mesi; invece alcuni plantigradi svolgono il letargo in modo molto più breve e addirittura degli esemplari non svernano affatto ma questo accade raramente. In genere gli orsi vanno in letargo da novembre a marzo in ambiente alpino. È una fase in cui rimangono fermi in un luogo, solitamente in una cavità naturale. In Trentino spesso realizzano un giaciglio e nella fase letargica non mangiano né bevono né rilasciano feci o urine. Vivono esclusivamente con il grasso accumulato durante l’anno precedente.

Accade poi che i giovani orsi o le femmine con i piccoli di un anno possano saltare il letargo. Certamente questa non è una regola ferrea. Non è un letargo come quello della marmotta ovvero non ha un sonno profondo; quindi l’orso ogni tanto si risveglia ma difficilmente si muove. Invece se viene disturbato può anche allontanarsi di molto se non addirittura interrompere il letargo.


Appena esce dal letargo va subito a cercare cibo? E se non lo trova, può essere pericoloso o avvicinarsi ai centri abitati?

Chiaramente l’orso in primavera ha bisogno di alimentarsi, ma non è una fase nella quale l’orso cambia particolarmente il proprio comportamento. Trova spesso le carcasse di animali morti durante l’inverno oppure i primi germogli e abbassandosi di quota può nutrirsi di sostanze vegetali. Quello che possiamo dire in generale è che i nostri orsi trentini non hanno problemi di alimentazione, mangiano quasi esclusivamente cibo di tipo naturale e non vengono alimentati artificialmente. Alcuni però, essendo di natura opportunisti, possono cercare il cibo anche vicino all’uomo e avvicinarsi ai centri abitati; ciò può accadere in ogni stagione.

Foto soggetta a copyright – C. Groff – Archivio Servizio Foreste e Fauna PAT – Jurka Giugno 2001 Località: Vergondola – Cles

 

Quali misure deve adottare un Comune o la popolazione per evitare che l’orso sia attirato da un centro abitato?

Un comune o la stessa popolazione può adottare dei metodi per contrastare la presenza degli orsi nei luoghi antropizzati:

  • Rifiuti di tipo organico: cosa fondamentale è non lasciare i rifiuti a disposizione; ad esempio non depositare la spazzatura fuori di notte o nei giorni precedenti la raccolta.
  • Nelle zone periferiche, nelle case isolate, nei rifugi in Trentino sono stati modificati dei cassonetti per la raccolta dei rifiuti organici in modo che non siano accessibili all’orso. Questo è stato fatto anche in Val Monastero.
  • Nei centri abitati l’orso non ci deve proprio entrare e quindi ci sono dei sistemi di dissuasione per far cambiare comportamento a questi animali. Se non rispetta queste limitazioni, si procede alla rimozione, dunque si mettono in cattività o in casi estremi possono essere abbattuti. Il protocollo che hanno i colleghi svizzeri non è molto diverso dal nostro. Quindi quello che c’è da fare quando un orso diventa confidente è molto simile alla regolamentazione valevole in Trentino. Certo va ricordato che è una specie particolarmente protetta, quindi l’eliminazione anche di un singolo animale deve essere proprio l’ultima scelta, quando non ci sono più alternative. Dunque anche in Trentino non siamo assolutamente in balia degli orsi, anche se ve ne sono più di 40.

Quali sono le regole fondamentali da seguire se incontro un orso?

L’incontro nella maggior parte dei casi avviene ad una certa distanza perché l’orso sente molto bene e solitamente tende ad evitare l’uomo. Tuttavia in alcuni casi è possibile che accada un incontro a distanza ravvicinata se l’orso non riesce a percepire la presenza dell’uomo per motivi ambientali o a causa dei rumori o della direzione sfavorevole del vento. In quel caso, se l’orso è vicino, la cosa più intelligente da fare è farsi notare facendo del rumore, ad esempio parlando ad alta voce. Questo è sufficiente per far capire all’orso che lì c’è una persona e questo nella maggior parte dei casi induce l’orso ad una fuga precipitosa. Però certi animali non sono così spaventati e continuano per la loro strada e possono passare vicino ad una persona. Questo può creare della paura ed è perfettamente comprensibile. Comunque nei nostri documenti storici, comprensivi di 150 anni, non si è mai oggettivamente verificato un caso in cui un orso abbia aggredito una persona, dopodiché noi diciamo e scriviamo che l’orso è potenzialmente pericoloso, perché è più forte di noi, più grosso e più veloce e quindi è un animale che va trattato con rispetto. C’è da sottolineare che i dati sono molto tranquillizzanti. In ogni caso se noi volessimo veramente il rischio zero, bisognerebbe eliminare tutti gli orsi (e allora anche tutte le zecche, tutte le vespe, tutte le vipere e tutti i cervi che rischiamo di investire con l’auto etc…).


E nel caso fossi accompagnata da un cane, cosa devo fare?

In rari casi il cane può creare qualche problema. Quindi, laddove sappiamo che l’orso è presente in zona, è opportuno tenerlo al guinzaglio. Il cane che vaga libero può scovare l’orso ed, essendo spaventato, ritorna dal padrone e il plantigrade lo potrebbe seguire. Quindi il consiglio è di tenere il cane al guinzaglio dove sono stati in precedenza avvistati degli orsi. Il cane, comunque, nel caso dovesse essere libero, deve saper rispondere al richiamo e dobbiamo mettergli subito il guinzaglio. In Trentino, dove gli orsi sono numerosi (circa una quarantina), può anche avere senso andare con il cane al guinzaglio, mentre in Svizzera, dove gli orsi sono pochi, i rischi sono veramente minimi. Sempre una buona regola è tenere il cane al guinzaglio e andare per la propria strada, anche per non disturbare il resto della fauna selvatica.

Foto soggetta a copyright – C. Frapporti – Archivio Servizio Foreste e Fauna PAT – Parco della Baviera 1994

 

Regole se incontro l’orso a breve distanza:

  • Stare calmi
  • Non allarmare l’orso gridando o facendo movimenti bruschi
  • Parlare a voce alta. Se l’orso si alza in piedi e annusa è solo per identificare meglio ciò che lo circonda, non è un segno di aggressività
  • Se opportuno, tornare indietro lentamente, non correre. La corsa può indurre un inseguimento, come succede spesso con i cani
  • Lasciare sempre all’orso una via di fuga

Se l’orso esegue un falso attacco come mi devo comportare?

In genere si tratta di una femmina con i piccoli. Le persone che hanno avuto questa esperienza in Trentino sono ormai diverse e molti rimangono pietrificati ed assistono alla scena. Sicuramente non lascia tranquilli.

L’orso esegue dei balzi e si avvicina fino a distanza breve anche ad un paio di metri per far spaventare la persona e farla allontanare perché la ritiene una minaccia per i cuccioli. Quindi, allontanarsi è la cosa migliore da fare e nel momento in cui si esce dal raggio d’azione dell’orsa con i cuccioli, questa ne ha abbastanza. Quindi, tutte le persone che hanno avuto questo evento hanno accertato che allontanandosi di poco l’orso non li ha più importunati. Non ha senso correre perché l’orso è più veloce di noi. Nuota, si arrampica in cima ad una pianta anche se pesa due quintali, è un animale molto agile. Il fatto è che noi non interessiamo all’orso. Non c’è mai stato da noi un inseguimento reale, con lo scopo di prendere un uomo.

Foto soggetta a copyright – C. Groff – Archivio Servizio Foreste e Fauna PAT

 

L’uomo deve avere paura dell’orso?

Noi non interessiamo all’orso, ma bisogna trattarlo con assoluto rispetto. Tempo fa ad esempio in Slovenia una persona è entrata in una tana, perché voleva fotografare i piccoli, e non si è accorta che c’era la madre ed è stata gravemente ferita. Ci sono nostri antenati qui e in Svizzera che durante la caccia all’orso (allora legale) sono stati feriti o uccisi perché hanno solo ferito il plantigrade. L’orso ferito è molto pericoloso. Invece la Romania è un capitolo a parte: li c’è ancora una gestione non ottimale degli orsi e infatti ci sono incidenti tutti gli anni.


In che modo si possono risolvere i problemi con gli allevatori o apicoltori? Che tipo di recinzioni elettrificate sono consigliate?

Dove ci sono gli orsi, ci sono dei danni, non solo in Trentino, ma anche in tutta Europa e in nord America. I danni possono essere ridotti di molto ma non eliminati del tutto. Il metodo migliore per ridurli sono delle recinzioni elettriche che in Svizzera conoscono bene. Chi è interessato, può rivolgersi al personale competente; i guardiacaccia sapranno dare tutti i consigli tecnici.

Sono recinzioni elettriche con un voltaggio non diverso da quello che viene utilizzato anche per altri casi di contenimento degli animali. Hanno un senso per gli apiari e per il piccolo bestiame domestico (ovini e caprini in genere: pecore e capre). Le mucche di solito non vengono attaccate. Quindi non si usano recinzioni elettriche e, se l’orso dovesse attaccare le mucche ripetutamente, quell’orso probabilmente va eliminato se le misure di dissuasione (spari con munizioni in gomma o cani da orso) non sono sufficienti. Gli ovini di giorno possono pascolare liberamente mentre di notte vanno contenuti in queste recinzione elettriche e così facendo i danni si possono ridurre di parecchio.

Questo vuol dire avere un pastore e seguire gli animali. Il pascolo brado sulla montagna senza essere custodito per quattro o cinque mesi non è compatibile né con l’orso né con il lupo. Quindi non è più possibile una gestione della pastorizia di questo genere. Bisogna considerare che l’orso sta tornando anche spontaneamente dalla Slovenia e il lupo si sta nuovamente diffondendo nell’arco alpino. Quindi bisogna mettersi nell’ordine delle idee che nei prossimi dieci o cento anni sulle Alpi il pascolo va gestito come si gestiva una volta, cioè con una custodia. Il lupo spontaneamente dall’Appennino è arrivato in Piemonte e Francia, e adesso è già in Svizzera e Lombardia e anche in Trentino ci sono degli esemplari. È tornato da solo, non perché è stato catturato e poi liberato. Chiaramente la popolazione trentina di orsi è quella che ha dato luogo ai soggetti che sono arrivati in Svizzera ed è frutto del nostro progetto di rinsanguamento. Quindi l’orso è stato aiutato dall’uomo nel suo ritorno (come la lince, reintrodotta in Svizzera), mentre per il lupo non è così, è tornato in modo spontaneo. La lince presente oggi in Trentino è arrivata dalla Svizzera, dunque abbiamo di fatto realizzato uno scambio “virtuoso” che arricchisce la biodiversità delle Alpi, dunque la loro qualità, dunque il nostro “benessere”, inteso nel senso ampio del termine.

Foto soggetta a copyright – C. Frapporti – Archivio Servizio Foreste e Fauna PAT

 

Si è fatto un’idea del comportamento di M13?

M13 è un animale un po’ più dannoso della media e, soprattutto, più confidente. Però c’è da dire che ogni anno che passa dovrebbe diventare sempre più furbo ed elusivo. Gran parte della attività dei plantigradi viene svolta nelle ore notturne o crepuscolari. Le ore diurne vengono solitamente trascorse riposando.


Quando l’orso può essere pericoloso:

L’orso bruno non è pericoloso se non in rare e particolari condizioni:

  • esemplari feriti
  • femmine con i cuccioli
  • esemplari sorpresi su carcasse o altre fonti di cibo
  • esemplari sorpresi all’improvviso, spaventati
  • esemplari disturbati in tana

Spesso dicono che la Valposchiavo sia un luogo non idoneo alla presenza dell’orso? Lei ritiene che per l’orso ci siano luoghi idonei e luoghi non adatti alla sua presenza?

Non c’è un metodo oggettivo preciso per determinare il grado di idoneità di un ambiente per l’orso. In linea teorica lo si fa, ma sono dati da prendere con le pinze, a mio avviso. È evidente che maggiore è il grado di antropizzazione delle Alpi e minore è l’idoneità per l’orso. Il Trentino non è un’area disabitata e c’è una frequentazione della montagna costante, anche se è vero che, in generale, è diversa e minore da quella svizzera o austriaca. Dal punto di vista ambientale, il nostro territorio è idoneo, visto che in Trentino abbiamo superato i quaranta esemplari. Va cercato evidentemente un equilibrio, perché nessuno vuole essere in balìa dell’orso. Quindi, se in un luogo le condizioni ambientali sono di un certo tipo o magari l’orso è particolarmente confidente e i danni e la paura diventano eccessivi, ci sono delle azioni ben programmate che possono nei casi estremi portare alla rimozione di questi animali. Nella ricerca di questo equilibrio, immagino che alla fine si arriverà a zone con densità più alta, quelle veramente idonee per l’orso, e a zone con densità più bassa dove ci saranno pochi orsi e più selezionati, cioè con esemplari meno dannosi e più elusivi. In questa direzione si arriverà un po’ alla volta. Non sarà quindi una distribuzione omogenea.

Foto soggetta a copyright – C. Frapporti – Archivio Servizio Foreste e Fauna PAT

 

Per informazioni dettagliate visita il sito: www.orso.provincia.tn.it

Guarda il video di un orso alle prese con una recinzione elettrica
(in fondo alla pagina web)