Muro di Berlino, della vergogna o del pianto?

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L’opinione di Franco Paravicini
Riceviamo e pubblichiamo il contributo di Franco Paravicini. L’autore si assume la responsabilità dei contenuti. Persone coinvolte godono del diritto di replica. La Redazione

Passeggiando per il paese ho scoperto con sdegno le trasgressioni edilizie nel mio paese natio. Quale semplice cittadino mi ritrovo sempre ed ancora una volta stupefatto di come sia possibile edificare opere orrende come quella in Via da l’Uspedal nel Borgo.

Per descrivere un muro così imponente ed inutile di cemento non trovo le parole. Con un’opera simile certo non sarà possibile vincere il premio Wakker. Per amor del cielo, cosa avrà pensato il proprietario di questo edificio? Molto semplice, proprio niente. Trovo peggio e più scandaloso l’operato di quelle persone che hanno concesso il permesso di una simile costruzione. Cosa capiscono i presunti esperti in materia comunali e cantonali delle bellezze di un Borgo come Poschiavo? I nostri predecessori, meno istruiti in materia, hanno avuto sempre molta più sensibilità ed amore per il mantenimento delle caratteristiche architettoniche del paese. Un vero e proprio bisonte che viene ammirato giorno per giorno dal cantone e dalla nazione da molti indigeni e turisti.

 

A Berlino si è dovuto aspettare anni prima che l’indegno muro che separava l’est dall’ovest venne abbattuto. Dopo la caduta del muro finalmente la popolazione della città ha potuto riabbracciarsi. A Poschiavo invece oggigiorno la ruota del tempo gira all’incontrario. Non è da crederci, ci sono anche coloro che volontariamente si trincerano dietro ad un muro mostruoso. Si potrebbe pensare che questa proprietà voglia evitare o tema qualsiasi contatto visivo con il vicinato o con il prossimo. Forse questa barriera è stata costruita per la protezione dell’ormai famoso e temuto orso M13? Tutti sappiamo che oggi questo pericolo non esiste più.

 

Ai tempi solo le suore dovevano o volevano vivere dietro le mura, ma oggi nemmeno l’ordine ecclesiastico conosce più queste condizioni rigorose.

Mi auguro che il proprietario come pure le autorità possano mettere rimedio a questo errore (demolizione). Questo vorrebbe significare un gesto di grande responsabilità e comprensione.

 

Franco Paravicini, Lucerna