Così non si raggiungono gli obiettivi

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Riforma territoriale
L’Associazione delle Corporazioni regionali si esprime criticamente sulla bozza riguardante la riforma territoriale.

Secondo il parere dell’Associazione delle Corporazioni regionali dei Grigioni „Le Regioni GR“, gli obiettivi della riforma territoriale non possono essere raggiunti con le proposte legislative elaborate in tale contesto. Non tutte le Regioni sarebbero in grado di assolvere in modo efficiente e affidabile i compiti di rilevanza regionale in favore di Comuni forti e di un Cantone forte.

In seguito alla riforma territoriale, le Corporazioni regionali, i Distretti e i Circoli attuali del Cantone sono stati raggruppati in 11 Regioni. La relativa decisione di principio risale a una revisione costituzionale approvata dal popolo grigione nel settembre del 2012. Quale sia la funzione del livello statale intermedio fra Comuni e Cantone va definito nella legislazione che ne consegue. A tale scopo il Governo cantonale ha messo in consultazione a fine marzo il rispettivo progetto.


Delega imperativa di compiti alle Regioni

Secondo l’Associazione delle Corporazioni regionali, è essenziale e indispensabile che i compiti di rilevanza regionale siano delegati imperativamente alle Regioni. La formulazione di natura opzionale contenuta nel progetto in consultazione non permetterebbe alle Regioni di assolvere i compiti in modo efficiente e affidabile. Ciò rappresenta un pesante svantaggio per i Comuni e per il Cantone. Conseguenza sarebbe la creazione di nuove forme di collaborazione sovra-comunale. Questo tipo di collaborazione risulta però in contraddizione con il concetto „Comuni forti – Cantone forte“, che a sua volta dovrebbe rendere possibile la realizzazione di strutture semplici democraticamente legittimate. Sarebbe compromesso anche l’obiettivo del Governo di migliorare le premesse per assolvere i compiti sul piano regionale.


Assolvimento dei compiti in spazi funzionali d’importanza sempre maggiore

In futuro sarà sempre più importante la collaborazione da attuare in precisi spazi funzionali. La politica regionale e i programmi d’agglomerazione – per esempio – non tengono conto dei confini politici. Secondo i documenti in consultazione, l’assolvimento di compiti a livello interregionale è possibile solo in casi eccezionali. Si ritiene che ciò non sia adeguato per affrontare le sfide future. Il progetto in consultazione va quindi completato, per quanto riguarda la collaborazione interregionale, nella legislazione che ne consegue.


Organizzazione uniforme non adeguata

Il Governo propone sul piano organizzativo per tutte le Regioni una variante principale uniforme, secondo cui esse saranno guidate in futuro esclusivamente da parte dei presidenti comunali. Questa variante principale non tiene conto delle diverse situazioni che si riscontrano nella maggioranza delle Regioni. Esse devono essere in grado di operare già a partire dal 1° gennaio 2015. Tuttavia per tale scadenza l’obiettivo del concetto con circa 50 Comuni sarà ben lungi dall’essere raggiunto. Ne consegue che, per lo meno come disposizione transitoria, alle Regioni va lasciata la libertà di organizzarsi di propria iniziativa. La maggioranza delle Corporazioni regionali è pertanto favorevole alla variante I, che va limitata a definizioni di principio.


 

 

Associazione delle Corporazioni regionali dei Grigioni „Le Regioni GR“