Non dimentichiamo i benefici ricevuti

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L’opinione di Plinio Pianta
Votiamo un chiaro “NO” all’iniziativa del “Gruppo per una Svizzera senza esercito” (GSsE = GSOA in tedesco).

Dopo svariate altre precedenti iniziative per l’abolizione dell’Esercito – iniziative, tutte massicciamente respinte dal popolo svizzero – l’ormai famigerato Gruppo GSsE, ci riprova con una nuova variante proponendo di abolire il servizio militare obbligatorio! A parte il fatto che tutte le citate iniziative respinte energicamente sono costate svariati milioni di franchi “inutili” a noi cittadine e cittadini svizzeri, sempre più, a ragione, ci si può porre la domanda quanta “buona o mala fede” si celi dietro questi continui tentativi di indebolire, se non piuttosto di eliminare, l’esplicita difesa del nostro popolo svizzero… difesa che in ultima analisi significa poi eliminare la nostra sicurezza con tutte le derivanti conseguenze!

Infatti a chiunque è palese l’obiettivo: che abolendo il servizio militare obbligatorio questo significherebbe un primo passo per poi chiedere in seguito l’eliminazione dell’esercito (fine ultimo e esplicito appunto dell’autodefinitosi GSsE: Gruppo per una Svizzera senza esercito!). A questo punto si potrebbe tralasciare ogni ulteriore riflessione e votare semplicemente un chiaro NO all’iniziativa, data la poca, se non nulla, credibilità della proposta del GSsE.

Ma a titolo, non soltanto abbondanziale, ma di PROMEMORIA è giusto cogliere l’occasione perché noi, cittadine e cittadini svizzeri, ci rendiamo di nuovo conto della REALTÀ di vivere in un Paese da secoli (relativamente) molto indipendente, con eccezionali libertà individuali, sociali e politiche effettive (non soltanto utopiche – “sulla carta”), con dei valori tuttora assai vissuti di democrazia effettiva, diretta… e con derivanti: relativa sicurezza e relativo benessere…

Tutti questi dati di fatto non penso comunque sia corretto considerarli quali motivi di particolare vanto o di prestigio nei confronti di altri Stati… idealizzando e inneggiando per es. alla Svizzera, agli Svizzeri quasi come “modello”, quasi esseri superiori, invidiabili ecc. Piuttosto semmai credo sia un gran bene per Svizzere/i essere anche in futuro ben memori delle esperienze primordiali di umiltà del Patto del Grütli: cioè che tutti siamo stati fatti (…”non ci siamo fatti da noi”) e che quindi nessuno può esercitare un potere assoluto sull’altro… che per salvaguardare la pace dobbiamo vivere la solidarietà vicendevole e difenderci da ingerenze straniere (principio ribadito poi anche da San Nicolao della Flüe, patrono della Svizzera)!

Pertanto riconoscendo che i benefici che ancora oggi abbiamo, derivano dalla fedeltà dei nostri avi ai principi e ai valori sopramenzionati, non possiamo oggi nel contempo dimenticare che un grande e irrinunciabile valore per Svizzere/i è sempre stato quello della solidarietà anche nella difesa, cioè impegnandosi, chi era valido, a un SERVIZIO MILITARE OBBLIGATORIO in reciproco favore di tutte le categorie e di tutti i ceti sociali… infatti chi, per validi motivi non può svolgere questo servizio, a tutt’oggi, versa per es. la tassa militare a compensazione del servizio. Questo sistema di milizia del cittadino-soldato è basato appunto sul valore e sul principio dell’uguaglianza di tutti i cittadini, principio che dà anche il senso alla nostra solidarietà e coesione nazionale che dà sicurezza e credibilità alla Svizzera!

Non possiamo pertanto cedere alle tentazioni ambigue e opportuniste “che uno fa quello che ha voglia di fare”… (chi ha voglia di fare il servizio militare lo fa e chi non ha voglia non lo fa): se vogliamo almeno un minimo di sicurezza nel contesto della nostra Nazione ci dobbiamo obbligare tutti a mantenere il nostro patto di solidarietà. 

“Rendiamoci conto dei benefici ricevuti” e non diamoli per scontati!

Di conseguenza un chiaro NO all’iniziativa del GSsE!

Plinio Pianta