Sì a energia pulita senza carbone

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PS Grigioni/Valposchiavo
Raccomandazioni di voto per il 22 settembre.

 

 

 

Sì all’energia pulita senza carbone

Votazione cantonale – Investimenti sicuri e puliti per Repower

In Svizzera – e meno che meno nel nostro Cantone – centrali a carbone sono impensabili. Una centrale a carbone, come quella prevista in Calabria, emana ogni anno sei volte la quantità di CO2 diffusa da tutte le economie domestiche grigionesi, contribuendo al surriscaldamento del clima. Problematiche sono anche altre emissioni causate dalla combustione del carbone. È quindi più che comprensibile che in Calabria la popolazione locale, compresi i produttori agricoli, si opponga alla costruzione di una tale centrale e si difenda con ricorsi ai tribunali, come si farebbe da noi se fosse prevista da una ditta straniera su qualche areale grigionese. Il parlamento della regione Calabria, paragonabile al nostro Gran Consiglio, ha detto più volte no alla centrale a carbone. Lo stesso hanno fatto la provincia di Reggio Calabria e la maggior parte dei comuni interessati al progetto. Repower, che non è un’impresa qualunque, ma al 58% proprietà del popolo grigionese, non può ignorare questi fatti.

Ecco perché l’iniziativa cantonale „Energia pulita senza carbone“ chiede al Cantone di impegnarsi nell’ambito delle sue possibilità giuridiche e politiche affinché Repower non investa in centrali a carbone. Ciò non significa che l’importanza economica di Repower non venga riconosciuta, anzi, tutti ne sono coscienti. Ma le centrali a carbone proprio non si addicono ai Grigioni. Ritirandosi dal progetto calabrese, come ha già fatto per quello di Brunsbüttel (Germania), Repower libera parecchi milioni di franchi da investire in progetti di energia rinnovabile e pulita, in Italia e anche nei Grigioni. Investimenti nel carbone rappresentano passi nella direzione sbagliata, come dimostrano bene le scelte energetiche fatte dal parlamento e dal Consiglio federale.

  • Il PS Grigioni raccomanda di votare sì all’iniziativa e no al controprogetto, favorendo poi l’iniziativa nella domanda alternativa.

Votazioni federali

1. No al lavoro notturno e domenicale nei negozi

Certe cerchie economiche insistono nel voler liberalizzare gli orari d’apertura dei negozi, liberalizzazioni più volte bocciate dal popolo. Le opportunità per fare la spesa sono oggi più che sufficienti e non è necessario comprare la luganighetta o la „Bratwurst“ alle tre di notte. Questo ennesimo tentativo vuole fare breccia attraverso una piccola modifica della Legge sul lavoro, che deve poi favorire liberalizzazioni più vaste. Cominciando con gli „shop“ annessi ai distributori di benzina, per motivi di concorrenza nei confronti dei negozi al dettaglio sarebbe poi necessario passare alla liberalizzazione totale. L’apertura notturna e domenicale dei negozi significa un aumento del lavoro notturno e domenicale, tempo sottratto alle famiglie e alla vita comunitaria. Studi medici dimostrano inoltre che il lavoro notturno nuoce alla salute. La domenica è e deve restare un giorno non lavorativo dedicato al riposo e il momento per le attività comuni.

  • Il PS invita i cittadini e le cittadine a votare no a questa modifica della Legge sul lavoro.

2. Sì all’iniziativa per l’abolizione del servizio militare obbligatorio

Il PS sostiene l’iniziativa lanciata dal Gruppo Svizzera senza esercito. Ritiene che l’obbligo di servire, se praticato, condurrebbe oggi a un esercito troppo numeroso e ad un’esplosione dei costi. La realtà: nel 2012 meno del 62% dei giovani in età di reclutamento sono stati considerati «abili al servizio» (a Ginevra e nel Giura addirittura solo il 50%!). Anche tra i reclutati, molti non portano a termine tutto il loro dovere militare. Un «obbligo» che riguarda solo metà degli interessati non è una cosa seria.

Seguendo una tendenza a livello europeo, l’esercito svizzero ha già subito varie cure dimagranti: con «Esercito XXI» si è passati da quasi 400’000 soldati a circa 120’000. Sono già previste ulteriori riduzioni e gli esperti stimano un effettivo di 20’000-50’000 militi più che sufficiente per garantire i compiti militari dell’esercito. Per far fronte a questi cambiamenti, salvando però il mito dell’«obbligo di servire», l’esercito accetta che moltissimi giovani presentino certificati dubbi, mentendo sul loro stato di salute, per evitare il servizio. Un esercito composto da volontari sarebbe una valida alternativa.


3. Sì alla Legge sulle epidemie

L’aumento degli scambi e della mobilità a livello internazionale ha portato anche alla diffusione di malattie trasmissibili. L’attuale Legge federale sulle epidemie, che risale al 1970, è ormai superata. In seguito a una sollecitazione dei direttori cantonali della sanità, il Consiglio federale ha trasmesso un progetto di revisione totale al parlamento, che l’ha approvata a netta maggioranza. Al contrario di quanto affermano gli oppositori, non esiste nessun obbligo di vaccinazione. Nessuno può essere forzato a vaccinarsi contro la propria volontà.

  • Il PS Grigioni raccomanda di votare sì.