L’opinione di Cornelia Müller
Con stupefazione ho appreso che si è creato un “comitato per posti di lavoro in Valposchiavo” con gli esponenti politici più rispettabili – (…)
(…) presidenti dei Consigli Comunali di Poschiavo e di Brusio, presidente della Regione Valposchiavo, deputato al Gran Consiglio e vicepresidente del Consiglio Comunale Poschiavo e presidenti dell’UDC, PLD, PDC Valposchiavo.
Dicono di voler creare dei posti di lavoro, di fatto parlano soltanto del progetto centrale a carbone a Saline Joniche di Repower e la paura che si deve avere se questo dubitoso progetto non venga realizzato grazie all’iniziativa “Sì all’energia pulita senza carbone” (votazione 22 settembre). Dicono che si perderebbero dei posti di lavoro – ma non dicono quanti e dove. Dicono che il carbone sia la soluzione dei problemi di Repower e raccontano la bugia più grande che i residui del carbone bruciato non siano nocivi per chi vive intorno alla centrale e che le emissioni di CO2 non abbiano un effetto sul riscaldamento del clima.
Per giudicare gli effetti del carbone sulla salute e l’ambiente si deve guardare il ciclo completo. Il carbone è estratto dalla terra in Colombia, Sudamerica (oppure in India) a condizioni spaventose: espulsione della popolazione, deviazione dei fiumi, prosciugamento dell’agricoltura, inquinamento dell’acqua, della terra e dell’aria e conseguentemente l’aumento delle malattie, violazione dei diritti umani, assassinio di sindacalisti spiacevoli… Poi il carbone sarebbe trasportato sulle navi attraverso l’oceano Atlantico per migliaia di kilometri fino a Saline Joniche, dove sarebbe destinato a essere bruciato per la produzione d’energia elettrica con un inquinamento dell’ambiente e conseguentemente dell’uomo assolutamente non trascurabile. Le emissioni contengono l’anidride solforosa (SO2) che è responsabile per le piogge acide, uranio e altri isotopi radioattivi naturali, metalli pesanti come nichel, cadmio, piombo, mercurio, cromo e arsenico, alogeni come fluoro e cloro. L’emissione dell’anidride carbonica (CO2) che non è nociva per sé, contribuisce però all’aumento della temperatura terrestre. In più il carbone bruciato lascia una montagna di scorie che devono essere depositate da qualche parte.
È una tecnologia dell’Ottocento e del Novecento. Adesso siamo nel XXI secolo e le esigenze sono drasticamente cambiate. Oggi il dovere primario non è il profitto a tutti costi, ma la produzione senza inquinamento. È una sfida grandissima, ma assolutamente necessaria. Non si può più continuare come prima a causa degli effetti già mastodontici sulla vita terrestre come l’aumento della temperatura del clima anche grazie alla combustione di combustibili fossili come il petrolio e il carbone, come l’inquinamento continuo e persistente dell’aria, delle acque, della terra con pesticidi e fungicidi, le scariche radioattive, i residui delle guerre, la plastica etc. La lista è lunghissima!
Dobbiamo affrontare la realtà, ciò è che anche la terra è un organismo vivente. Come ha spiegato uno dei grandi artisti del XX secolo, Joseph Beuys: l’ambiente è nostro organo esterno. Per esempio il bosco produce l’ossigeno di cui viviamo, l’acqua è la fonte di vita. Allora non si può permettersi di rovinare l’organo esterno perché siamo assolutamente dipendenti della sua funzione intatta. Ugualmente si deve sostenere una biodiversità più grande possibile per la sopravvivenza dell’uomo e il suo benessere. Chi ha capito la connessione dell’individuo e la totalità della vita terrestre, si trova davanti al compito di salvaguardare l’ambiente per il suo bene personale. Siamo stupidi o siamo intelligenti? Vorrei credere che siamo intelligenti… ma quello che vedo, leggo, sento, non mi rende troppo confidente. Ripeto: il compito del XXI secolo è di inserirsi nella vita terrestre senza lasciare un’impronta inquinante e soprattutto non nociva.
Repower presenta dei progetti finanziariamente molto rischiosi:
- Come la centrale con sistema di pompaggio Lagobianco in Valposchiavo, il cui condotto sotterraneo è troppo lungo e costosissimo, a parte i problemi geologici e il fatto che consuma per il pompaggio almeno 25% dell’energia che produce (bilancio negativo);
- Come la centrale termoelettrica a carbone a Saline Joniche in Calabria che malgrado la modernità dell’impianto produce delle emissioni nocive, delle scorie gigantesche e il fatto che il carbone fra poco non sarà più un prodotto interessante che può competere con le energie future rinnovabili che diventano sempre meno costose;
- Come la centrale con sistema di pompaggio a Campolattaro in Campania, Italia dove l’acqua è già preziosa e non sarà a disposizione in abbondanza a lunga scadenza.
Tutti questi progetti della Repower portano un rischio finanziario altissimo, per quale ragione sono calate le azioni da circa 500 CHF a circa 170 CHF negli anni passati. Il movimento delle azioni riflette sia il valore della ditta sia i suoi progetti. Anzi Repower si permette di criticare i sussidi politici per gli investimenti nelle tecnologie nuove che già sono e diventano sempre più a buon mercato perché il sole, il vento, la marea sono gratis, basta captarli. Repower ha semplicemente puntato sulle tecnologie dei secoli passati e non sembra capire che lo sviluppo non si ferma e che le energie rinnovabili e decentrali sono molto promettenti.
Purtroppo si dovrebbe anche criticare il ruolo del governo grigionese che come azionario principale e maggiore con 58,3% e come autorità che deve concedere i permessi e difendere gli interessi del popolo, non è imparziale e obiettivo, e osa così violare le regole della democrazia. In più la sua posizione in confronto all’iniziativa “Sì all’energia pulita senza carbone” è ambigua – da un lato sostiene l’abbandono di quest’energia più sporca di tutte le energie, ma contemporaneamente sostiene il progetto della Repower / SEI a Saline Joniche che prevede la costruzione di una centrale a carbone. Questo atteggiamento politico non è logico e non ha senso, e l’argomento che il cantone dei Grigioni dovrebbe vendere tutte le sue azioni di Repower nel caso che l’iniziativa sarà accettata è fittizio. Il presidente del consiglio di amministrazione dell’Axpo, Robert Lombardini e il consiglio cantonale di Argovia come azionario secondario dell’Axpo si sono espressi chiaramente che una tale pressione non esiste e che il cantone dei Grigioni senz’altro rimarrà azionario maggiore anche nel caso dell’approvazione dell’iniziativa.
Allora? Approviamo l’iniziativa “Sì all’energia pulita senza carbone” il 22 settembre per indicare al governo e alla Repower la direzione del futuro nella produzione dell’energia elettrica.
Ulteriori informazioni:
Poschiavo
Cornelia Müller