Abusi sugli anziani e i fanciulli
Riceviamo e pubblichiamo l’opinione di Nicoletta Noi-Togni sul caso dell’infermiere accusato di aver approfittato sessualmente dei suoi pazienti. Non può che lasciare sbigottiti, inorriditi, senza parole. Eppure le parole le dobbiamo trovare per gridare tutto il nostro sdegno.
Per i bambini violati ai quali si ruba l’innocenza ma anche per quelle persone anziane che hanno subìto violenza (una è quasi morta!), che hanno vissuto nella paura e nell’incubo nelle loro case e nelle case per anziani, aspettando giorno dopo giorno che giungesse l’infermiere aguzzino. E questo per anni. Un incubo che è terminato solo grazie al coraggio di una delle vittime che ha trovato la forza di denunciare fatti e autore. Mentre intorno non ci si accorgeva, si chiudevano gli occhi sui precedenti, si allestivano certificati compiacenti se si deve credere a quanto detto e scritto in concomitanza con il processo appena concluso, addirittura perizie psichiatriche che attestavano la non pericolosità dal profilo sessuale di un individuo che alla prova dei fatti pericoloso lo è stato veramente.
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Certo sarà l’inchiesta amministrativa a stabilire le diverse responsabilità ma nessuno leverà alle vittime (debilitate e indifese) il dolore e l’umiliazione provata. Come nessuno impedirà che queste informazioni provochino all’esterno delle Istituzioni rabbia, dubbio e incertezza. C’è anche da augurarsi che nessuno critichi chi osa fare un discorso “emozionale” perché forse è proprio il non avere (o non dover avere) emozioni che ci ha portato a questo punto. C’è anche da augurarsi che si abbia il coraggio finalmente di dare (o ridare) alle parole il loro significato vero: di dire bene al bene e male al male (che esistono), di parlare di coraggio civile e di omertà (che pure esistono). Concetti sfaccettati sì, ma con al loro interno un limite chiaro che tutti conosciamo e che non possiamo negare se è vero che all’essere umano è stata data facoltà di giudizio.
Dobbiamo infatti smettere di sminuire responsabilità e colpe perché così facendo non rendiamo un servigio a questa società e rendiamo i deboli sempre più deboli ed alla mercé di chi esercita la violenza. E questo non riguarda solo il caso in questione ma molti di quelli che l’attualità ci ha messo davanti agli occhi negli ultimi tempi. Che richiedono un ripensamento soprattutto a livello politico non da ultimo di certe nostre leggi. Non è pensabile infatti che l’infermiere incriminato possa ancora avvicinarsi a un letto di ospedale o di degenza qualsiasi (5 anni di carenza secondo la legge), come non è accettabile che persone resesi colpevoli di reati di pedofilia possano ancora accostarsi per professione a scuole o affini. Cosa che chiede l’Iniziativa popolare di Marche Blanche “Affinché i pedofili non lavorino più con i fanciulli”. Che – nota bene – è stata combattuta dal Consiglio Federale con argomenti quali il principio di proporzionalità che, secondo la Consigliere Federale Sommaruga, non verrebbe rispettato perché se una madre che uccide il figlio viene condannata a tre anni di reclusione non possiamo “condannare” un pedofilo a non lavorare con giovani e bambini per tutta la vita (esempio avulso da ogni e qualsiasi logica a mio parere!!). E Iniziativa affossata dall’Assemblea Federale con un risultato sorprendente alla Camera del Popolo: 88 SI e 88 NO che con il doppio NO (quindi 89) della Presidente (signora Maya Graf) ne ha segnato il destino.
Ebbene, se non ci è dato chiedere ai politici (anche alle donne) la sensibilità che non hanno e neppure ci è dato cambiare la natura che fa di certi esseri umani – che lo vogliamo o no – dei criminali, almeno ci è dato – nel nostro Paese – cercare di cambiare la legge.