La Casa Anziani di Poschiavo festeggia 30 anni
Il clima era di festa domenica scorsa, 20 ottobre, presso la Casa Anziani di Poschiavo. E il motivo di festeggiare vi era tutto essendo il suo trentesimo compleanno.
La struttura fu inaugurata nel lontano 1983, più precisamente l’11 di ottobre di una giornata che presumibilmente poteva assomigliare del tutto a quella di domenica, uggiosa e fredda. Entrando nell’edificio si percepiva un’euforia comune e le note in sottofondo mi concedevano una prima sensazione di benessere ed allegria. Mai mi sarei aspettato di entrare nella Casa degli Anziani e sentire le note di “Marina Marina Marina” o del “Pilota di Hiroshima”, ma tant’è che l’atmosfera era tale.

Ad aprire le danze ci pensava Suor Rita, la priora tanto seria quanto dolce dall’accento vagamente d’oltre Bernina, che illustrava ai tanti presenti, tra ospiti della struttura, amici e parenti convenuti per festeggiare, il programma del pomeriggio. Suor Rita non mancava di sottolineare che si festeggiavano sì i trenta anni di attività ma pure i protagonisti della Casa Anziani. Sono quindi gli ospiti della struttura i festeggiati e coloro ai quali va il grazie di Suor Rita.

Il microfono passava quindi a Suor Maurizia che ringraziando il personale e tutti i convenuti al pomeriggio di festa teneva a sottolineare che “la saggezza dell’anziano è una saggezza per tutta la società”. E tra un applauso e quattro chiacchiere col vicino ecco che giungeva il momento di dare sfoggio alle capacità canore dei presenti. “Quando ti prende la malinconia, pensa che c’è qualcuno accanto a te…” strofe conosciute ai più e quindi tra un falsetto troppo acuto ed un basso particolarmente arrochito, il sottoscritto rientrava nella seconda categoria, giungevamo alle strofe conclusive accolte da un fragoroso applauso. Il clima a questo punto era più allegro che mai.
Il pomeriggio aveva una caratteristica che merita di essere sottolineata. Ovvero non risultava affatto noioso, gli spazi “vuoti” erano minimi e il testimone passava col giusto ritmo di mano in mano. La parola passava perciò all’amministratore Guido Badilatti che salutava anch’egli gli ospiti e tutti i presenti. Badilatti ribadiva l’incondizionata riconoscenza che dobbiamo alle suore per il loro instancabile lavoro e ringraziava gli oltre 60 dipendenti che giorno dopo giorno accompagnano gli ospiti durante il loro soggiorno in Casa Anziani.
Prima della torta e del brindisi vi era ancora tempo per far parlare i veri protagonisti, gli anziani, che saltellando leggiadramente da un aneddoto all’altro strappavano tanti applausi e molti sorrisi a tutti. Il momento era giunto, bisognava spegnere le trenta candeline e finalmente assaggiare la squisita torta preparata per l’occasione. Anzi no, il momento non era ancora propizio, c’erano le suore e nel frattempo ci aveva raggiunto pure il ben voluto Don Cleto; quindi tutti in coro si cantava l’Alleluia.
La senatrice della struttura, l’amia Gritly, spegneva quindi le candeline e tutti potevano alzare il bicchiere al cielo per augurare alla Casa Anziani ed ai suoi ospiti buon compleanno.
Auguri Casa Anziani!
Commento personale:
Mentre mi dirigevo verso la Casa Anziani, munito d’ombrello causa una noiosissima pioggia, pensavo che una domenica pomeriggio meritava ben altro rispetto ad un brindisi in onore di una struttura vecchia di trent’anni e per di più da festeggiare contornato da anziani. Entravo quindi ancora una volta in una struttura sociale (Case per anziani, Ospedali, Centri di reinserimento, ecc.) d’umore grigio/nero. Ma nuovamente ne uscivo con il sorriso stampato sulle labbra e d’umore completamente differente.
Come mi era già capitato in passato pure questa volta mi sono accorto che non ero io a fare un favore alle persone che mi apprestavo a visitare, ma che erano loro a fare un favore al sottoscritto. O forse ci si favoreggiava a vicenda? Chissà. Fatto sta che mi sono ripromesso, per l’ennesima volta, di non dovermi più stupire. Infatti i nostri anziani hanno sempre molto da offrire, ognuno in conformità alla propria condizione, e nessuno di loro risulta essere un corpo estraneo.
Come disse uno tra i migliori scrittori italiani morto alla veneranda età di 85 anni “la vecchiaia non è cosa per signorine” – C. Fruttero.