Il Comune di Poschiavo ha deciso sulla questione Rio
ma se ne frega delle esigenze dei giovani

0
12

L’opinione di Cornelia Müller sul Centro culturale Rio
Perdiamo l’unico spazio grande e di buona acustica per le manifestazioni culturali e per le feste dei giovani. Un’alternativa non esiste. Sembra che la cultura non sia desiderata a Poschiavo. La bella addormentata decide di dormire altri 100 anni?

Il proprietario del Cinema Rio mi ha raccontato che il Comune non vuole più affittare la località con l’argomento che non serve e che non vale la pena di affittarlo per le feste dei giovani. Che disprezzo per i propri figli! Sembra che la musica dei giovani non piaccia all’autorità, ballare neanche e divertirsi non sia desiderato. Educazione? Formazione? Cultura? Non ci sono i fondi, ma per affondarli basta costruire le strade, anche se non è necessario oppure mantenere due Comuni più l’amministrazione della Regione per 5000 abitanti…

 

Che cosa sarebbe il compito del Comune? I politici sono eletti per agire nell’interesse del popolo, del sovrano, nel nostro interesse. Devono rispettare e sostenere gli interessi in valle, soprattutto quelli dei giovani, poiché formano una minoranza finora trascurata, tuttavia importantissima: i giovani sono il futuro. L’educazione e soprattutto la formazione culturale dovrebbe essere il primo soggetto sull’agenda comunale. Non lo è, al contrario i fondi previsti per la cultura non bastano per niente. L’unico evento culturale di fama e qualità mondiale era il festival UNCOOL (1999 – 2012) che faceva regolarmente uso del Cinema Rio e che per mancanza di fondi e sostegno è crollato. Il Comune non si rende conto neanche oggi che preziosità musicale e artistica è stata data alla valle probabilmente perché il suo investimento era 3-7% dei costi. Non interessa che St. Moritz abbia imitato il concetto del turismo culturale e offre un festival Jazz con musicisti che in parte avrebbero potuto suonare anche a Poschiavo…

Uncool 2012

 

Il Comune non mette a disposizione gratuitamente le loro infrastrutture o la loro mano d’opera, ma chiede pagamenti per ogni servizio che in fondo è già stato pagato. Chi organizza eventi culturali sa benissimo che i fondi spesso non bastano e che i sostegni sono difficilissimi da ottenere. Il lavoro culturale diventa di seguito idealismo non pagato. Quello che il Comune possiede e ha in affitto, è stato finanziato dalle tasse, allora da noi e appartiene di conseguenza a noi. Perché non si può far uso di quello che già è nostro, ma deve essere pagato più volte? Non ha senso.



Chiedo gentilmente al Comune di affittare il Cinema Rio per il prossimo anno o anche i prossimi anni finché si troverà una soluzione intelligente per un nuovo centro culturale, di allestire un sistema audio e luce più video proiettore per creare la base per eventi culturali (il Comune già dispone di materiale adatto), di investire generosamente nella cultura aumentando i sussidi e mettere a disposizione gratuitamente le loro infrastrutture e mano d’opera soprattutto per la cultura, ma non solo.

Cornelia Müller