ACS Dobfar e Comune di Brusio non accettano le accuse di UNIA
Nella conferenza stampa di questa mattina, martedì 23 settembre 2014, la ditta farmaceutica con sede a Campascio (Comune di Brusio), per voce del presidente del Consiglio d’Amministrazione Sandro Cortesi, ha replicato agli attacchi del sindacato UNIA.
In un comunicato stampa dello scorso venerdì, il sindacato UNIA si è detto costernato che Canton Grigioni e Comune di Brusio concedano delle agevolazioni fiscali ad una ditta che paga salari bassi, pari a 14 CHF all’ora. UNIA accusa insomma il fatto che l’ente pubblico sostenga fiscalmente un’azienda che farebbe del dumping salariale.
Il valposchiavino Sandro Cortesi, presidente del Consiglio d’Amministrazione di ACS Dobfar, respinge le accuse di dumping salariale e difende l’operato dell’azienda. Nella conferenza stampa di questa mattina, a cui erano presenti ACS Dobfar e Comune di Brusio, ha spiegato come il salario minimo di 14.00 CHF all’ora, imputato da UNIA, sia stato stabilito la scorsa primavera in accordo con la commissione tripartita. Commissione di cui fanno parte in egual numero rappresentanti dei datori di lavoro, dei lavoratori e dello stato e che ha il compito di definire i salari minimi nei settori sprovvisti di contratto mantello.
Un salario minimo, quello in questione, che a detta di Dobfar sarebbe stato accettato anche da UNIA. Un salario minimo che, come tiene a precisare lo stesso Cortesi, viene percepito da meno del 10% dei circa 150 dipendenti. Gli altri beneficiano infatti di una paga superiore. Aggiunge inoltre che a partire dal primo gennaio 2016 è già stato concordato con la commissione tripartita un salario minimo di ingresso di 15.50 CHF all’ora.

Sul banco degli imputati UNIA mette appunto anche l’ente pubblico. Arturo Plozza, sindaco di Brusio, da una parte ricorda che la ditta in questione è economicamente importante per il comune (ne è infatti uno dei maggiori contribuenti, ndr), dall’altra sottolinea che l’agevolazione fiscale è stata accordata in modo del tutto trasparente in collaborazione con il Cantone dei Grigioni. A questo proposito Cortesi esplicita che gli sgravi fiscali sono stati fondamentali affinché la ditta non lasciasse il territorio. C’era già infatti una proposta allettante da parte degli Stati Uniti, dove – ricordiamolo – ACS Dobfar esporta oltre il 70% del prodotto.
Gli sgravi fiscali – si parla del 70% di agevolazione sulla quota di utile netto che supera i 10 milioni di franchi – non influirebbero inoltre negativamente sulle casse dell’ente pubblico. Ancora ACS Dobfar: “Anche nel caso in cui questa soglia dovesse venir raggiunta, Confederazione, Cantone e Comune continuerebbero ad incassare al minimo imposte nell’ordine di quelle incassate fino ad ora. Non si può quindi in nessun modo parlare di regalo.” Di “regalo fiscale a un’azienda che fa del dumping salariale” aveva infatti parlato UNIA nel comunicato stampa dello scorso venerdì.
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