Le Prese: „L’unica soluzione, la circonvallazione!“

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L’opinione di Livio Luigi Crameri
„L’unica soluzione, la circonvallazione!“ Così ha scritto su uno striscione, esposto davanti a casa sua, un cittadino di Poschiavo, probabilmente esasperato per il forte traffico.

Quando noi di Le Prese leggiamo questo slogan, ci vien subito da pensare alla nostra situazione viabilistica paesana. Infatti essa è purtroppo ancora peggiore di quella del Borgo. Sulla carreggiata della strada principale di Le Prese avviene lo scorrimento di tutti i possibili veicoli che circolano in Valle, ferrovia compresa, appunto. Quando il trenino rosso scende da Poschiavo, la corsia di marcia a sinistra, pur destinata alla circolazione dei veicoli su gomma, viene interamente occupata dal convoglio, dato che i binari sono sistemati nella stessa sede stradale. Così, specialmente nei mesi estivi (quelli più belli, s’intende), il caos è garantito. Quello che non tutti sanno è che la nostra Ferrovia Retica, dal momento in cui essa entra nel centro abitato di Le Prese non è più un vero treno (nuova trovata degli „esperti“,), bensì un „tram“, la cui circolazione avviene in regime di marcia vincolata tramite rotaie e a vista. E quest’ultima, la visuale appunto,  non deve essere proprio delle migliori perché a quel punto l’“Allegra“, di cui andiamo molto orgogliosi perché rende davvero più gioiosa la nosta bella Valle, fischia di botto in anticipo, per poi rifischiare di nuovo, in modo minaccioso e prolungato, a volte a ripetizione, per cui ci viene da pensare chi sarà quel pollo che non si fa da parte. Anzi, a volte vien da illazionare che il macchinista stia sclerando. Ma caspita, chi non lo capisce, provi a mettersi nei suoi panni, e cioè nel preciso momento in cui egli vede venirgli addosso gli automobilisti (magari anche un pullman o un autocarro) che non vogliono saperne di spostarsi sull’altra corsia perché non vogliono viaggiare contromano. E allora il convoglio ferroviario emette uno stridore tremendo e continuo di freni sui binari, finché finalmente si arresta. E specialmente nei bei mesi di luglio e agosto, il film si ripete quasi ogniqualvolta un treno scende da Poschiavo. In poche parole, una simile situazione si potrebbe definire poco seria, non risolta, di altri tempi, di altri paesi… Comunque tutto bene quel che finisce bene. Ma non è sempre il caso.

Quest’estate a Le Prese ci è scappato pure il morto. Una motociclista che ha assistito alla tremenda scena ci ha detto: „Per favore, non permettete che altri muoiano così!“ E a questo punto non possiamo più descrivere la situazione in maniera tra il serio e il faceto perché la stessa è da considerare a tutti gli effetti intollerabile. Innanzi tutto dura da troppo tempo e fa troppe vittime. Appena piove, e quest’estate ne è venuta giù di acqua, gli incidenti si susseguono a ripetizione, magari cinque o sei al giorno; a sud, nel momento in cui i ciclisti o i motociclisti sono costretti a spostarsi sulla corsia occupata anche dai binari, a nord quando gli stessi si riportano sulla carreggiata principale. I binari del „tram“ risultano così fatali per molti malcapitati che non inforcano in modo appropriato i due profilati metallici, bagnati, oleosi  e quindi scivolosi. Qualcuno con la telecamera sul casco riprende addirittura l’attimo della propria caduta e quando guarda il video non sa che colpa si possa addossare. Di chi è allora la responsabilità? Anche nello Studio Hartmann si ritiene questo matrimonio tra strada e ferrovia molto problematico. Ma nello stesso non si rintracciano le possibili (forse coraggiose) proposte di misure di soluzione. Tutt’al più si suggerisce un provvedimento che prevede l’introduzione del limite di velocità a 30 all’ora. Ma non facciamoci illusioni: noi diciamo comunque subito che non sarà il toccasana, perché i ciclisti e la maggior parte dei motociclisti non cadono per colpa della velocità. E allora?

L’unica soluzione è davvero la circonvallazione? Se non si sposta la ferrovia, direi proprio di sì. E questo perché con la politica del traffico che si propone finora, non rimane altro che spostare la strada. La proposta e pure un abbozzo dei piani già esistono e quindi ora chi di dovere deve assumersi la responsabilità politica e non „permettere più che altri muoiano così!“ Lo Studio Hartmann per contro (e la conclusione combacia con quella della Regione) prevede comunque dapprima la realizzazione della circonvallazione di Poschiavo, il che farà rallegrare l’autore dello slogan „l’unica soluzione, la circonvallazione“. Come può fare Le Prese a vivere in maniera relativamente serena e tranquilla, nonché a sviluppare ulteriormente le proprie potenzialità turistiche con questo casino in paese? Diciamocelo chiaro: se così devono essere le priorità, la circonvallazione di Le Prese sarà rinviata alle calende greche, anche se lo Studio ritiene che Le Prese sia la più importante destinazione turistica della Valle e il punto più esposto all’incidentalità. Infatti Le Prese detiene in assoluto il triste record valligiano degli incidenti, senza poi calcolare tutti quelli che non vengono registrati dalla polizia. Quale politico serio può fare sembianza di niente e perorare per altre priorità?

In quanto al carico ambientale, l’Iniziativa delle Alpi dice: le conseguenze del traffico sull’ambiente sono enormi: il traffico sta assordando e asfissiando le vallate alpine. Il passaggio di un autocarro o di un treno hanno conseguenze sulla salute molto peggiori nelle vallate alpine che sull’altopiano, in quanto nello spazio alpino le immissioni foniche e di sostanze nocive hanno effetti particolari.

Prima di concludere, noi di Le Prese e dintorni un sassolino dobbiamo ancora togliercelo dalle scarpe. Non siamo d’accordo di essere gli unici (in compagnia degli altri abitanti della Squadra di Dentro e di Basso) a dover contribuire alla diminuzione del traffico interno. A Le Prese sono stati tolti la scuola, l’ufficio postale, la banca (addirittura il bancomat), è stato chiuso l’ultimo vero negozio di alimentari, e, con ogni tempo e stagione, dobbiamo spostarci a Poschiavo per il disbrigo delle nostre necessità. Lo Studio Hartmann prevede di gestire meglio i parcheggi, ovvero i parchimetri (soldi). In ultima analisi vuol far pagare di più noi che veniamo dalle contrade e questo per dissuaderci dall’uso dell’auto e diminuire così il traffico interno. Con questo dice indirettamente di voler pure incentivare nel contempo gli spostamenti a piedi  e in bicicletta di noi cittadini delle frazioni. Noi siamo d’accordo di considerare la riduzione dell’uso dell’auto come punto di partenza per una politica di mobilità interna sostenibile, ma ci aspettiamo che si faccia qualcosa anche contro coloro che usano la nostra strada solo come canale di transito. E che anche in quel caso si passi alla politica del portafoglio, così come si vuol fare con gli automobilisti delle frazioni che si recano a Poschiavo, perché in paese ci sono stati tolti i servizi!

 

Livio Luigi Crameri, consigliere di Giunta del Comune di Poschiavo