Il nuovo ordine politico comunale

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Giunta e Consiglio: situazione inedita per Poschiavo
Alcuni appunti sull’elezione della Giunta del comune di Poschiavo del 30 novembre.

Qualcosa è cambiato nella politica locale e non si tratta di un errore o di uno sgambetto contro singoli candidati. Quello che è successo domenica è probabilmente l’effetto di un processo di evoluzione politica irreversibile che sta trasformando le istituzioni anche alle nostre latitudini. Qui vi offriamo alcuni appunti per analizzare il risultato.

La debolezza del PDC

Il partito storico della politica locale rimane ancora la forza più votata, ma con soli cinque scranni (eletti Graziano Crameri, Michela Cortesi-Bontognali, Claudio Paganini, Michel Castelli, Carlo Crameri-Costa) su 16 non ha ormai più il ruolo determinante che ha avuto negli ultimi cento anni. Nell’esecutivo la situazione è ancora più marcata: per la prima volta il Podestà (oggi Alessandro Della Vedova) è rimasto da solo a difendere i colori del suo partito. Da una parte si può intravedere un’attuale debolezza interna che si è dimostrata con l’incapacità di proporre un secondo candidato per il Consiglio comunale. Ma ben più importante è la tendenza nazionale che non si ferma alla sommità del Bernina: con la secolarizzazione, il PDC ha perso una parte importante del suo tradizionale elettorato cattolico. Fedeli sono rimasti i suoi simpatizzanti moderati di centro-destra, mentre l’elettorato conservatore che lo votava in passato si sente ormai meglio rappresentato dall’UDC.

L’atteso risultato dell’UDC

Per l’ultimo arrivato sulla scena locale i conti tornano: su cinque candidati presentati come principali alla prima uscita elettorale, quattro sono stati eletti (Arno Marchesi, Elio Paganini, Fulvio Betti, Gabriela Menghini-Inauen). Come tale il partito raggiunge una presenza del 25% in Giunta, un valore praticamente pari alla forza del partito nazionale a Berna. Un risultato notevole, quindi, in una competizione definita dal maggioritario e da circoli elettorali molto ristretti che altrove hanno ripetutamente penalizzato il partito. Adesso la formazione, che fin ora si è concentrata nel diffondere in valle le posizioni del partito nazionale, dovrà sviluppare delle posizioni concrete su come portare avanti il Comune. Senza una presenza in Consiglio questo compito non sarà semplicissimo.

Conferma liberale

La stessa cosa vale per il PLD, tradizionalmente il partito degli impresari e dei commercianti. Da un canto il partito conferma una sua solida presenza nel legislativo con quattro seggi (Fabio Zanetti, Luca Plozza, Reto Capelli, Flavio Lardi), ma ha perso il seggio in Consiglio. Con il pensionamento di Karl Heiz, i liberali hanno perso una figura di spicco e una locomotiva elettorale, eppure il risultato in Giunta è solido.

Progressisti all’angolo

Per PoschiavoViva invece è stato un risveglio difficile: un seggio perso a San Carlo, uno a Le Prese e pure nella roccaforte progressista del Borgo uno degli uscenti non è stato confermato. Dopo il successo ottenuto in Consiglio con la brillante (ri)elezione di Renato Isepponi e Franco Vassella, l’alleanza fra indipendenti e progressisti non ha saputo consolidare la sua posizione in Giunta (eletti di PV in Giunta: Thomas Compagnoni, Giorgio Murbach, Ivan Pola). Come il PDC, anche PoschiavoViva risente della crescente concorrenza: quando si chiamava ancora IPP, la formazione era “L’alternativa” al Partitone e riusciva a coalizzare teste e voti su un ampio fronte; ormai è la voce delle forze progressiste e il suo risultato è più circoscritto.

Nuovi equilibri

In sintesi la frammentazione è forte: nei prossimi quattro anni in Giunta, come in Consiglio comunale, non ci saranno maggioranze evidenti. Si tratta di una situazione inedita per Poschiavo. Alcuni temono il blocco delle istituzioni, altri affermano che finalmente si dovrà discutere in modo trasparente ogni tema, bloccando i giochi a scatola chiusa delle cosiddette “Pregiunte”. Sicuramente il lavoro politico non sarà più semplice e solo progressivamente capiremo come il nuovo panorama politico si trasformerà in politica concreta.


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