Inquietudini e opportunità di una minoranza: la nostra!
Da qualche tempo siamo preoccupati. Tenendo gli occhi aperti e prestando attenzione a dei silenzi imbarazzanti, si sono potute apprendere molte informazioni. Ecco le più importanti.
Appena entrati nei licei, i nostri giovani mostrano delle grosse difficoltà nella lingua tedesca. Questo impedimento, a volte, si trascina fino agli esami di maturità. Pur avendo capito la materia, non sono in grado di esprimersi in modo tale da dimostrarne i contenuti. Noi, d’altra parte, ci lamentiamo del fatto che nell’amministrazione cantonale e federale ci siano pochi quadri di livello superiore (importanti e ben remunerati), di madrelingua italiana.
Agli esami finali d’apprendistato (ma anche durante l’istruzione formativa), i giovani che non possono seguire i moduli educativi della scuola professionale di Poschiavo (in italiano), accusano grandi deficienze d’espressione in tedesco (e per di più, Schwizerdütsch). Si accetta dunque nostro malgrado che, mentre i primi in qualche maniera riescano a entrare nel mercato del lavoro “tedescofono”, per i secondi (che rimangono in valle), la strada diventa ardua. Nel caso non avessero recuperato (al di fuori della scuola) le dovute conoscenze linguistiche, a loro rimane il mercato locale o quello del Canton Ticino.
I datori di lavoro d’oltralpe del terziario (assicurazioni, uffici fiduciari, banche e amministrazione pubblica) sono molto restii a prendere in considerazione i nostri giovani in qualità d’apprendisti. La tendenza a ottimizzare il proprio lavoro e la (possibile) scarsa resa nei primi anni da parte dei tirocinanti italofoni, inibisce notevolmente la disponibilità del potenziale “tutore”. Anzi, alcune ditte arrivano già a condizionare il futuro apprendista con la richiesta di aver seguito un corso di tedesco per almeno sei mesi con il relativo certificato attitudinale.
Alcuni genitori invogliano i propri figli a seguire dei corsi di tedesco su binari predisposti come il decimo anno scolastico (purtroppo non focalizzato sul tedesco!). Altri, pochi, mandano i propri figli a dei corsi di tedesco immersivi (forse il massimo) all’estero. Comunque sono delle scelte che implicano delle spese e sono discutibili dal punto di vista delle pari opportunità. Taluni scelgono una formazione in Ticino (con un mercato del lavoro aggravato da dumping salariale, alta disoccupazione e mancanza di personale che conosce le lingue.)
Sappiamo che il Cantone dei Grigioni, offre la possibilità di frequentare dei corsi, a Landquart (vedi Plantahof, iscrizione Corso di tedesco 2015) con l’opportunità di sostenere il test del Fit1/Fit2 (vedi nel sito www.goethe.de).
Inoltre i giovani che hanno frequentato la terza preliceale in valle, dovranno sostenere (così è previsto), di regola, un corso intensivo a Lindau (D) presso l’Istituto Dialoge. Gli studenti saranno ospitati da famiglie del luogo e dovranno diplomarsi con un certificato di livello A2 (il secondo di sei stadi).
Perfetto! Solo però per chi procede con gli studi. E per chi sceglie la strada del tirocinio?
I certificati sono, infatti, molto importanti. Sono paragonabili a una “patente”.
Di sicuro non assumi un camionista che ha la patente per il motorino.
Da quanto c’è dato a capire un rivolgimento dei programmi scolastici locali finalizzato a conoscenze maggiori del tedesco, in questo momento sembra non essere fattibile. Le esigenze di Bregaglia e Valposchiavo (con lo sbocco a nord) non sono quelle della Mesolcina (rivolta al Ticino). Le leggi sono appunto “cantonali” e valgono per tutti.
Siamo dunque preoccupati. In modo speciale per coloro, che non intraprendono uno studio. I più! Impensieriti, ma con delle speranze reali che vi diremo più avanti.
Ci si chiederà: “Di chi è la colpa”?
Dei giovani, dei genitori, della scuola, del consiglio scolastico, dell’ispettore, delle leggi, dei datori di lavoro, della solidarietà tra le regioni linguistiche, della politica, della società moderna?
È sicuramente un approccio sbagliato.
Ricominciamo da capo: si tratta del nostro interesse!
I nostri sforzi vanno uniti, a ogni livello. Quando “gli altri” si saranno accorti che siamo migliorati in ambito linguistico (si è mai dubitato delle nostre altre capacità), si riapriranno di nuovo le porte.
(continua)
Valposchiavo, 16 dicembre 2014
Daniele Misani, Presidente associazione Artigiani e Commercianti
Francesco Vassella, orientatore professionale
Paolo Sterli, gruppo di coordinamento degli apprendisti FR
Roberto Nussio, membro della commissione di vigilanza scuole medie GR