Il Governo condivide le obiezioni sollevate dalla Pgi
Oggi è stato presentato il Messaggio governativo che chiede al Gran Consiglio retico di dichiarare nulla l’iniziativa popolare «Per una sola lingua straniera obbligatoria nella scuola elementare» poiché contraria al diritto federale e alla costituzione cantonale.
La Pro Grigioni Italiano si rallegra per il parere espresso dal Governo retico sulla base della perizia giuridica commissionata al prof. dr. Bernhard Ehrenzeller (Università di San Gallo). Dopo le ottime notizie che hanno accompagnato l’anno 2014, dalla positiva chiusura della vicenda relativa alle scuole bilingui di Coira alla maggiore attenzione e alle maggiori risorse promesse all’italiano dal Messaggio sulla cultura della Confederazione, dalla recente definitiva approvazione della mozione della consigliera nazionale Silva Semadeni per la promozione delle scuole bilingui all’impegno del Consiglio federale in favore di un maggiore flusso d’informazioni da e per il Grigioni di lingua italiana (sempre in risposta a un’interrogazione dell’on. Semadeni), questa è un’ulteriore conferma che gli sforzi profusi dalla Pgi vanno nella giusta direzione. Se il prossimo aprile – come è altamente probabile (e auspicabile) – il Gran Consiglio seguirà le raccomandazioni del Governo dichiarando nulla e quindi non sottoponibile al voto popolare l’iniziativa che intende soppiantare con l’inglese l’insegnamento dell’italiano come prima lingua seconda nelle scuole elementari del Grigioni tedescofono, la coesione linguistica e culturale del Cantone non sarà messa ulteriormente in pericolo.

Secondo il Messaggio governativo, il testo dell’iniziativa si pone in contrasto evidente sia con il diritto federale sia con la Costituzione cantonale e deve perciò essere dichiarato nullo. Questo contrasto riguarda, d’altro canto, il nucleo stesso dell’iniziativa (e non un punto marginale), impedendo di conseguenza una correzione parziale del testo tale da poter dichiarare l’iniziativa ugualmente valida.
La maggior parte delle obiezioni sollevate dal prof. dr. Ehrenzeller corrisponde pienamente a quelle individuate dal prof. dr. Adriano Previtali (Università di Friburgo) nella perizia giuridica commissionata dalla Pgi e i cui risultati sono stati pubblicati all’inizio del mese di giugno. Secondo la sintesi del Messaggio pubblicata dal Governo, l’accettazione dell’iniziativa porterebbe a competenze diverse degli allievi nelle lingue straniere al termine della scuola elementare. Poiché nelle regioni di lingua italiana e romancia quale lingua straniera si potrebbe insegnare solo il tedesco, al momento del passaggio al grado secondario I gli allievi avrebbero uno svantaggio che non si può negare, ciò che rappresenta una discriminazione dovuta alla lingua. È anche dubbio se sia possibile garantire lo stesso standard di qualità della formazione nelle lingue straniere a livello di scuola elementare e se possa essere garantita la necessaria permeabilità per quanto riguarda la mobilità intracantonale e a livello nazionale. Il Cantone è tenuto a orientare le sue regolamentazioni agli standard di armonizzazione degli altri Cantoni. In caso di accettazione dell’iniziativa esso non potrebbe però soddisfare i suoi obblighi di coordinamento e di armonizzazione.
Secondo la legge sulle lingue della Confederazione, tra i particolari compiti dei Cantoni plurilingui rientra tra l’altro la promozione, a tutti i livelli dell’insegnamento, del plurilinguismo degli allievi e dei docenti nelle lingue ufficiali del Cantone. Proprio in virtù di questa disposizione il Cantone dei Grigioni riceve considerevoli aiuti finanziari dalla Confederazione. La nuova regolamentazione dell’insegnamento delle lingue straniere nelle scuole elementari prevista dall’iniziativa porterebbe a un’elusione del diritto federale e violerebbe il principio della fedeltà alla Confederazione. Inoltre, l’iniziativa sulle lingue straniere è anche in conflitto con diverse norme costituzionali cantonali. L’iniziativa darebbe maggiore valore alla lingua tedesca rispetto a quella italiana. L’equivalenza delle tre lingue nazionali e ufficiali non sarebbe più garantita. Anche i comuni non potrebbero più tenere conto nella misura necessaria delle tradizionali minoranze linguistiche nella scelta della lingua scolastica. Ciò è in contraddizione con le prescrizioni costituzionali cantonali sovraordinate relative alla protezione e alla promozione delle lingue minoritarie.