Una breve inchiesta delle nostre giovani collaboratrici
Domani è San Silvestro e si avvicna il nuovo anno. Molti giovani valposchiavini festeggeranno, ma come? Alice Isepponi e Elisa Bontognali ce lo spiegano in questa inchiesta dal tema gioviale, anche grazie a un contributo video. GUARDA IL FILMATO!
Dalle Ande alle Alpi, dal Polo Nord al Sudafrica il Capodanno è celebrato in tutto il mondo. In centinaia di modi le varie culture festeggiano il passaggio dall’anno vecchio a quello nuovo. In Grecia il Capodanno lo si festeggia gettando un melograno a terra e rompendolo: più chicchi vengono sparsi, più l’anno sarà fortunato. In Spagna, è tradizione mangiare l’uva allo scoccare della mezzanotte: si preparano dodici acini e se ne inghiotte uno ad ogni rintocco dell’Orologio della Puerta del Sol di Madrid. I giapponesi si preparano a celebrare Toshigami, la divinità dell’anno nuovo, dedicandosi alle pulizie domestiche. In Brasile ci si veste di bianco e si esce a cavalcare le prime sette onde dell’anno. In Inghilterra ci si riunisce per mangiare il tacchino ripieno. Un evento speciale, che segna la fine di un periodo, così come l’inizio di un altro.
E in Valposchiavo? Abbiamo cercato di scoprirlo chiedendolo direttamente ai giovani valposchiavini. I più coraggiosi hanno raccontato i pregi del Capodanno in Valposchiavo davanti alla nostra telecamera.
La tradizione vuole che il 31 dicembre si mangino lenticchie e cotechino, ma da quanto si sente in giro i giovani valposchiavini hanno un palato più fine. Infatti, spesso il menù per il cenone è la famosa chinoise. Per ingannare il tempo prima della mezzanotte, c’è chi fa i quasi mai rispettati buoni propositi, chi si getta a capofitto nel fare il riepilogo dell’anno appena trascorso e chi fa previsioni su quello che sta per iniziare oppure chi trascorre la serata chiacchierando a tavola. Poco prima della mezzanotte sale invece l’agitazione. Bisogna assicurarsi che gli orologi siano impostati correttamente e che lo spumante sia pronto da stappare nel momento esatto in cui termina il conto alla rovescia.
Girando per le vie del borgo abbiamo raccolto alcune testimonianze. Cominciamo da coloro che la sera di San Silvestro lavorano. E sì, perché se i più possono festeggiare, altri, attivi nel campo della ristorazione e dell’albergheria, sono impegnati proprio nel retroscena di questi festeggiamenti.
Oltre a quelli che lavorano la sera di Capodanno ci sono poi giovani impegnati durante tutto il giorno fuori valle e che quindi non rientrano. Essi festeggiano l’arrivo del 2015 in Engadina, a Zurigo, Winterthur… al ristorante o a casa con amici. E se ci allontaniamo ancora di più, c’è addirittura chi, ma sono in pochi, passerà il 31 dicembre sulle coste della Nuova Zelanda oppure nel cuore dell’Honduras.
Ma torniamo alle nostre latitudini. In valle c’è qualcuno che trascorrerà il Capodanno in un ristorante nostrano in buona compagnia, qualcuno che emigrerà nella vicina Italia alla ricerca di movimento, qualcun altro, ispirato dalle tradizioni inglesi, si cimenterà in cucina in una vera e propria sfida culinaria: quest’anno sul tavolo ci sarà tacchino ripieno! Ma nessuna di queste possibilità rientra nelle scelte più quotate in valle. Andiamo in ordine crescente: oltre alle opzioni già elencate ci sarà chi, in compagnia di qualche amico, sarà nella capitale, a Coira. Chi passerà la sera di San Silvestro sulle piste illuminate del Corvatsch, chi si sceglierà l’angolino più comodo del divano e lo difenderà a spada tratta per tutta la sera davanti ad un bel film in compagnia della propria dolce metà. Chi ancora non sa cosa farà, deciderà all’ultimo, spontaneamente. Oppure c’è chi barcolla ancora nel buio, in attesa di vedere la sorpresa che le è stata preparata.
Ma arriviamo alle scelte più amate dai giovani valposchiavini: al secondo posto ci stanno i “munt” (le case di montagna). In buona compagnia, e ben riforniti di cibo e bottiglie (non solo di acqua frizzante, ovviamente) si festeggerà da lassù l’arrivo del nuovo anno. Specialmente per i giovani dai 16 ai 20 anni, “l’ültim da l’an a munt” è e resta sempre molto gettonato. Ma non tutti i “munt” questo 31 dicembre saranno illuminati sulle nostre montagne. Infatti, la maggior parte dei giovani oltre i 22 anni resteranno in valle, in casa privata, preparando insieme il menù di Capodanno: la chinoise per i più classici, qualcosa d’altro per coloro che hanno voglia di cambiare. In valle, insomma, e in casa.
Così festeggeranno i giovani valposchiavini l’arrivo del 2015. GUARDA IL VIDEO!
“Natale con i tuoi, Capodanno con chi vuoi”, questo detto vale anche per Poschiavo. Infatti se il Natale lo si trascorre in famiglia, il Capodanno è l’occasione giusta per festeggiare con gli amici. Nonostante la valle non offra una struttura pubblica adeguata per festeggiare il Capodanno, i giovani valposchiavini si sanno ingegnare e si organizzano in mille altri modi. Quindi la Valposchiavo a Capodanno non si spegne, bensì s’illumina. Dai monti più alti al fondovalle i valposchiavini aprono le porte all’anno nuovo.
Un augurio di un entusiasmante 2015 a tutti voi, cari lettori.
Alice Isepponi & Elisa Bontognali