PLD I Liberali Valposchiavo
Il messaggio del PLD per l’anno elettorale 2015 è chiaro: riconquistare il mandato di Consigliere nazionale e riconfermare il Consigliere agli stati Martin Schmid.
L’ ”apero” tradizionale di inizio anno del PLD i Liberali Grigioni ha avuto luogo lunedì 6 gennaio 2015, nel castello Reichenau, alla presenza del Consigliere di Stato Christian Rathgeb, del Consigliere agli Stati Martin Schmid e del Capo della Frazione Rudolf Kunz. Il messaggio del PLD per l’anno elettorale 2015, espresso dal Presidente del Partito Bruno Claus nel suo intervento di benvenuto, è chiaro: il mandato di Consigliere nazionale andato perso deve essere riconquistato e il Consigliere agli stati Martin Schmid deve venir riconfermato.
Punto saliente è stato, insieme al messaggio d’inizio anno del Consigliere agli stati Martin Schmid, l’intervento di Roger de Weck, direttore generale di SRG – SSR, sul tema “Media: cambiamento e responsabilità”.
I punti centrali liberali secondo Schmid non sono realizzati
In apertura, il Consigliere agli Stati Martin Schmid ha trasmesso il proprio messaggio di inizio anno. “Il 2014″ – ha detto – “ha portato molti interrogativi politici. In politica estera, per esempio, il mondo è divenuto in modo evidente molto meno sicuro: la crisi russa con l’invasione dell’Ucraina, la immanente crisi debitoria dell’euro“. Schmid ha elogiato il lavoro del Consigliere federale Didier Burkhalter: “Quale liberale è stato autore di un eccellente lavoro“.
Schmidt ha analizzato anche le votazioni popolari: “Il popolo ha votato in modo molto differenziato in novembre l’iniziativa estrema EcoPop e l’iniziativa contro la tassazione globale, così come quella sull’oro, che sono state fortunatamente tutte respinte“. Secondo Schmidt il “Sì” all’iniziativa sull’immigrazione di massa, in questo contesto, è da considerare come un’approvazione differenziata.
Il Consigliere ha ribadito i sette punti di vista liberali, formulati già da anni, temi centrali che purtroppo non hanno ancora trovato attuazione: protezione della proprietà privata, sussidiarietà e federalismo, responsabilmente ed individualmente combinata con aiuto sociale per i più poveri, regolazione misurata e aggravio fiscale contenuto, protezione della sfera privata, politica estera quale politica di interesse e, infine, rendere possibile lo sviluppo economico senza opposizioni di sorta.
Roger de Weck: Senza SSR nessun servizio pubblico
All’inizio della sua eccellente relazione, Roger De Weck ha presentato ai numerosi partecipanti un tracciato storico, si potrebbe quasi dire una breve lezione di storia, sulla nascita dei media; così egli ne ha rilevato la loro evoluzione in rapporto con lo sviluppo di Internet.
Poi ha constatato come gli attacchi alle istituzioni, che sono in aumento, non si rivolgono al loro lavoro, bensì all’istituzione stessa. Quindi è passato ai canoni radio e TV che danno continuamente adito a discussioni. Proprio queste tasse contribuiscono al fatto che in Svizzera sia possibile, attraverso un pareggio finanziario nella SSR, la gestione di quattro emittenti TV (SRF, RTR, RSI, SSR). Anche nel nostro paese i media stessi sono stati globalizzati.
Pure l’intera problematica della torta pubblicitaria rappresenta per De weck una preoccupazione, considerato che circa un terzo delle entrate vanno ad emittenti estere: “Bisogna mantenere ad alto livello il servizio pubblico” – ha detto – “attraverso la sua varietà“. Roger De Weck ha inoltre affermato che senza Boulevard nessuna TV è sostenibile. In questo contesto egli ha anche criticato l’iniziativa dei giovani UDC e Liberali che vogliono abolire i canoni radio e TV.
In seguito, De Weck ha sottolineato come la SSR possa adempiere il proprio mandato nell’interesse della popolazione soltanto nel quadro vigente: “Il 95% del loro lavoro sarebbe, per i privati non interessante, e costituirebbe quindi” – ha aggiunto -“un’operazione in perdita“. Anche la qualità del giornalismo non è stata sottaciuta: “Su di essa occorre continuamente operare; chi pratica giornalismo” – ha concluso – “deve sempre e costantemente lavorare per la qualità“.