Ce la faremo pure questa volta

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L’opinione di Roberto Nussio
Dopo la mossa a sorpresa della Banca nazionale svizzera di svincolarsi dal cambio fisso franco/euro, la Valposchiavo dovrà sopportare unita questo contraccolpo. Stando a Roberto Nussio, le sfide che attendono commercianti al dettaglio, operatori nel settore turistico e artigiani sono importanti. Repower ce la farà, ma in parte a nostro scapito.

Siamo stati colti di sorpresa. Si sapeva che l’orchestra avrebbe finito di suonare, ma a molti la situazione “protetta” faceva comodo. Le cose sono però precipitate; troppa la differenza dell’andamento economico nei vari blocchi. Gli USA sono usciti dalla crisi – i loro tassi d’interesse potranno finalmente risalire – ma la UE arranca a causa delle mancate riforme necessarie.

Essere legati solo all’euro ha avuto dei vantaggi, ma ha esposto il franco a una continua perdita di valore di fronte al dollaro, moneta di riferimento a livello mondiale. La fuga di capitali dalla zona euro è aumentata. È una situazione dovuta alla liquidità immessa in continuazione dalla Banca centrale europea (BCE) a tassi bassissimi. Chi non cambierebbe una moneta, ricevuta in sostanza gratis, per acquistarne una allo stesso prezzo ma più solida?

Colpiti dalle sanzioni, i russi sono pure in cerca di certezze. Altri operatori inoltre, hanno creduto nella continuità del cambio fisso, aprendo svariate operazioni speculative. Tutti questi capitali hanno gonfiato a dismisura le riserve della Banca nazionale svizzera (BNS) che hanno raggiunto il livello record di 500 miliardi, pari quasi al nostro PIL. Sono degli accumuli di titoli in valuta estera che al momento (a tasso zero) non hanno più alcun potenziale di rivalutazione.

Abbandonare il cambio fisso e rialzare il tasso negativo sui depositi è come dire: una fine che fa paura è sempre meglio di una paura senza fine. Ora, abbiamo come riferimento il mercato mondiale e non solo l’“Europa”. E non dimentichiamo: i mercati, dopo uno choc, esagerano sempre. Con il passare del tempo, si ricrea sempre un certo equilibrio: anche per le monete.

Il cambio fisso ci ha permesso di vendere anche laddove c’erano problemi e in quei Paesi in cui le monete soffrivano: ne abbiamo tratto beneficio. È stato però un sussidio indiretto a favore delle aziende esportatrici e del turismo. Ora ne paghiamo il prezzo.

Nei prossimi anni, i tassi d’interesse rimarranno bassi. Sempre che non ci sia una riforma nella zona Euro per gran parte dei prestiti sovrani con tagli sostanziali del debito. Solo allora il mondo ridiventerà “normale” e chi presta, sarà ripagato per il suo rischio assunto.

In Svizzera si prevede un rallentamento congiunturale, dopo la decisione della BNS. Le prime proiezioni parlano di un 1-1,5% del PIL. Vedremo!

I tassi d’interesse molto bassi, i prezzi dei prodotti petroliferi, la grande flessibilità delle nostre aziende in campo internazionale (almeno di quelle che hanno usato questi anni di “bonaccia” per riorganizzarsi), la ripresa del dollaro, i prezzi delle merci provenienti dall’UE in discesa e la richiesta asiatica, ci terranno a galla durante questo periodo intermedio.

In periferia, il boom del settore immobiliare subirà probabilmente un rallentamento e ci sarà una riduzione del costo degli affitti. I salari non aumenteranno poco, anzi, diminuiranno. C’era comunque d’aspettarselo.

E in Valposchiavo?

Repower potrà usare i suoi proventi in euro, dove li ha guadagnati; mancheranno però da noi.

Brutta la faccenda per i negozi. Salvo che, tramite un sistema cooperativo d’acquisto, non si mettano a importare beni. Quelli, al di fuori dei prodotti locali! Il margine tra la nostra IVA e quella europea è già di per sé interessante. Magari potrebbero affrontare la situazione difficile assieme al settore del turismo?

Quest’ultimo, dovrà basarsi su una grande disponibilità, flessibilità, creatività e unione delle forze: per accogliere (fermare!) i turisti che provengono dal Nord. Se si andrà frammentati, ahimè.

Durante il periodo d’aggiustamento, non la vedo bella, anche se spero di sbagliarmi, per gli artigiani che lavorano in Engadina, fermo restando che la problematica delle seconde abitazioni si sblocchi. Da dove verranno però gli acquirenti? Si cercheranno clienti a Coira, piuttosto che nella valle del Reno?

La Ferrovia retica proporrà prezzi vantaggiosi per gli italiani. L’ha fatto più volte in passato.

Per le aziende estere insediate da noi con impiego di manodopera della vicina Italia, il marchio CH, le “condizioni quadro” di cui godono e il prezzo dell’energia locale dovrebbero bastare per favorire una continuazione dell’ attività.

I nostri importatori in questo momento possono gioire ma dovranno stare attenti alla volatilità dell’euro e trarne le dovute conseguenze.

Siamo zona di confine: ce la faremo pure questa volta. Il pendolo della storia non sta mai fermo!


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Roberto Nussio