Solidarietà e qualità le chiavi per garantire un futuro all’economia locale – A colloquio con IL BERNINA, Daniele Misani, presidente dell’Associazione commercianti e artigiani della Valposchiavo, fa il punto sulle sfide a cui saranno confrontati i vari settori economici della Valle, dal turismo ai piccoli commercianti. Misani è convinto che i valposchiavini faranno le scelte giuste.
Quali conseguenze potrebbe avere per l’economia della Valposchiavo la decisione della Banca nazionale svizzera di abolire la soglia minima di cambio con l’euro?
La decisione ha colto tutti di sorpresa. Per alcuni settori, per esempio, i distributori di benzina la situazione rimarrà molto seria fintanto che non ci sarà una visibile ripresa del corso franco/euro. Per altri settori, come il turismo, il bilancio lo si potrà fare solo dopo la stagione estiva. Infatti, la maggior parte dei visitatori della Valle proviene dalla Svizzera e bisogna sperare che la meta per le vacanze estive per loro rimanga ancora la stessa. Sono convinto che la stragrande maggioranza dei turisti scelga la Valposchiavo per le sue peculiarità e bellezze e non per la forza o la debolezza della nostra valuta.
Per diverse importanti aziende della Valposchiavo, che esportano i loro prodotti o servizi, un ulteriore rafforzamento del franco porterà inevitabilmente a dei costi di produzione superiori e a una riduzione dei guadagni. A medio termine, questi fattori potranno esercitare una maggiore pressione sugli impieghi in Valposchiavo.
Che cosa potrebbe significare il cambio franco/euro, quasi in parità, per i piccoli commercianti della Valle?
La zona di confine offre da sempre delle opportunità, a volte per i consumatori della vicina Valtellina, altre volte per gli abitanti della Valposchiavo. Un euro debole è invitante, ma sono convinto che la nostra popolazione continuerà a fare gli acquisti in valle per la qualità dei prodotti e il senso di solidarietà nei confronti dei commercianti locali.
Come evitare il turismo degli acquisti verso la vicina Valtellina?
Non sono convinto che il cambio favorevole provochi un vero e proprio turismo degli acquisti verso la Valtellina. Quanto successo nell’ultimo fine settimana nel Varesotto e nella regione di Costanza dimostra che ci sono degli acquirenti abitudinari che vanno a fare la spesa all’estero. Basti pensare che le Ferrovie federali svizzere hanno addirittura organizzato dei treni speciali in direzione della Germania. Comunque, non c’è stata l’attesa invasione di consumatori svizzeri, come anticipata dalla stampa rossocrociata.
Solo un intervento della politica, per esempio introducendo nuovi dazi, porterebbe a una diminuzione di questo fenomeno.
Nella nostra valle, solo uno sforzo comune di tutti i commercianti per dimostrare e pubblicizzare l’importanza sociale della nostra economia indigena può portare a un risultato convincente ed evitare un aumento degli acquisti all’estero.
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