L’affondo dell’ATsenzaGP
“Chi ha letto attentamente il comunicato stampa del WWF sulla situazione dei grandi predatori in Svizzera non può che scuotere il capo leggendo tanta disinformazione”.
Chiunque abbia ha letto attentamente il comunicato stampa del WWF sulla situazione dei grandi predatori in Svizzera, apparso su tutta la stampa svizzera il 30 gennaio 2015, e chi ha seguito criticamente l’evolversi in Svizzera dell’assurdo progetto di reintrodurre i grandi predatori su un territorio densamente abitato, non può che scuotere il capo leggendo tanta disinformazione.
Ma ormai si sa, la biodiversità è diventata un affare economico di milioni, forse il più redditizio in tempo di crisi come questo. In Francia, dove i lupi hanno fatto strage di pecore e ridotto molti allevatori sull’orlo della depressione, è apparso un documentario sulla biodiversità come affare economico per le associazioni ambientaliste.
Nel corso delle ere geologiche si sono succedute ben cinque estinzioni di massa. Nei precedenti fenomeni di estinzioni massicce si calcola che siano andate perse dal 75 al 95% di specie esistenti. Il pianeta Terra è un sistema dinamico in cui le specie più adattate si evolvono e sopravvivono ai cambiamenti, mentre altre specie soccombono. Su questo fenomeno di larga scala si agganciano gli ideali delle associazioni ambientaliste, che fanno leva sulle grandi masse di popolazioni che vivono in agglomerati cittadini enormi e sempre meno vicini alla natura.
La domanda sorge spontanea: perché tanto impegno da parte del WWF nel comunicare risultati positivi su un tema fortemente controverso come l’introduzione dei grandi predatori in Svizzera? La risposta è semplice: basta andare a vedere il bilancio 2014 del WWF svizzero fresco di stampa: entrate 45 milioni di franchi in quote sociali, contributi, donazioni, offerte, legati ed eredità.
Di questi 45 milioni di franchi, 9.1 milioni di franchi vengono spesi in comunicazione e marketing (raccolta fondi). Più del 20% quindi viene speso in pubblicità e come si sa la pubblicità è molto di parte e molte volte poco veritiera.
Meno di 5 milioni vengono spesi in Svizzera e nel resto dell’Europa a favore della natura. Evidentemente il “business della biodiversità” ha bisogno di una comunicazione positiva, che tocchi le corde più profonde e nascoste delle popolazioni cittadine, che passano la vita tra il cemento e l’asfalto e anelano ad una natura incontaminata.
Solo così è spiegabile la buona notizia del WWF che gli orsi in Svizzera raddoppiano rispetto al 2013. Chi conosce effettivamente i fatti, rimane invece allibito. Joanna Schönenberger, accreditata esperta svizzera di orsi del WWF (noi sappiamo che gli unici esperti di orsi in Svizzera sono i nostri guardiani della selvaggina), autrice del comunicato, sottolinea inoltre anche il successo della raccolta di 22’000 firme per la petizione “Viva M25”: un segnale forte in favore degli orsi, aggiunge.

La falsità della petizione con 22’000 firme
La nostra Associazione aveva già preso posizione su questa falsità e aveva chiesto al governo di comunicare al pubblico, di chi erano le 22’000 firme, considerato che la petizione è uno strumento di democrazia diretta importantissimo in Svizzera. Il Governo del Cantone dei Grigioni ci ha risposto che le 22’000 firme non sono valide e i firmatari non sono riconoscibili: soltanto una è valida, quella di Joanna Schönenberger che ha consegnato il testo della petizione in cancelleria e ha dovuto firmare almeno un formulario, secondo le disposizioni per inoltrare una petizione.
Altro tema di cui i grigionesi e i vallesani rimangono senza parole è affermare che , citiamo, “la protezione delle greggi funziona: le esperienze con il branco del Calanda dimostrano che lupi e uomini possono convivere nello stesso territorio”.
I nostri soci, particolarmente quelli della sezione nord della nostra Associazione (ATsenzaGP) e i vallesani coinvolti, possono invece raccontare tutta un’altra storia, che è costellata della impossibilità di proteggere adeguatamente le greggi, senza pericoli per altri e senza un dispendio enorme.
E tanto per finire l’organizzazione ambientalista deplora il ritardo nei Grigioni, di Bregaglia ed Engadina Alta nell’approntare i provvedimenti per permettere la coabitazione di uomo e orso. La Val Monastero (GR) invece è un esempio da seguire, sostiene il WWF. A noi risulta invece che in Val Monastero nel 2014 non sono passati né orsi né lupi, che in Val Monastero vive l’esperto che consiglia il WWF, che la Valposchiavo ha adottato le stesse misure della Val Monastero, spendendo oltre 70’000 franchi in bidoni della spazzatura antiorso e altre misure, ma M25 ci ha visitato lo stesso, tenendo in ansia tutte le famiglie con bambini che volevano passare l’estate sui nostri maggesi.
L’orso M25 (che per certi versi sta dalla nostra parte) ha voluto dimostrare anche che l’unico recinto elettrico triplo, costruito a prova di orso secondo le direttive del WWF, è superabile con facilità e all’inizio dell’agosto 2014 lo ha divelto è si è mangiato un po’ di asini, per integrare la sua dieta, che secondo il WWF al 95 % è vegetariana.
Nessun commento da parte del WWF invece sui costi per la comunità dei presunti due orsi e dei circa 27 lupi che vivono in Svizzera. Secondo una ricerca del Tagesanzeiger nel 2009 ogni lupo in Svizzera è costato alla comunità circa 80’000 franchi. Noi presumiamo che ora ci avviciniamo nel 2014 a circa 100’000 franchi per lupo.
Intanto l’Ufficio federale di statistica, nel suo studio “La povertà in Svizzera» del luglio 2014 rileva che una persona su 13 vive al di sotto della soglia di povertà che è circa di 30’000 franchi all’anno. Tuttavia per il WWF la vita e la libertà dei lupi e degli orsi è più importante della vita e della libertà di noi cittadini toccati dal problema.