L’opinione di Karl Heiz
Lunedi scorso, il Gran Consiglio ha dichiarato nulla con 79 contro 36 voti l’iniziativa che chiede l’abolizione della caccia speciale.
Ho sostenuto questa linea sin dall’inizio, prima nella commissione preparatoria CATE e dopo nel Gran Consiglio stesso; vorrei qui sotto spiegare perché.
Un’iniziativa, per poter essere sottoposta alla votazione popolare, deve soddisfare vari criteri di validità; la decisione spetta al Gran Consiglio. Uno dei criteri di valutazione è la conformità dell’iniziativa con il diritto superiore, in questo caso le leggi federali sulla caccia e le foreste. La legislazione federale prescrive ai cantoni obiettivi imperativi per la pianificazione della caccia, in particolare:
- Effettivi sani della selvaggina (parliamo innanzitutto dei cervi)
- Struttura sana delle popolazioni (età, genere e ripartizione geografica)
- Limiti sopportabili dei danni a foreste e colture
Se il Gran Consiglio arriva alla conclusione che, con l’accettazione dell’iniziativa, gli obiettivi definiti dalle leggi superiori chiaramente non possono più essere raggiunti, allora deve dichiararla nulla (non è una possibilità, ma un obbligo secondo la costituzione). Nel nostro caso, il governo ha incaricato due esperti di presentare perizie; una di natura giuridica e l’altra che deve rispondere ad una domanda semplice: senza caccia speciale, è ancora possibile raggiungere l’obiettivo di abbattimento di ca 4’500 cervi ogni anno per mantenere la popolazione totale a ca 15’000 nel cantone, con una relazione sana fra maschi e femmine, una struttura d’età giusta e una ripartizione sul territorio corretta?
Ricordiamo che l’iniziativa voleva prolungare la caccia alta di quattro giorni in ottobre ed eliminare completamente la caccia speciale in novembre/dicembre (oggi, ca 3/4 del piano d’abbattimento viene raggiunto con la caccia alta in settembre, e ca 1/4 o 1’100 cervi durante la caccia speciale). La perizia del Prof. Robin conclude in modo convincente che né i numeri, né l’equilibrio fra maschi e femmine, né la necessaria eliminazione di un certo numero di vitelli potrebbero essere raggiunti senza lo strumento essenziale della caccia speciale.
Se il Gran Consiglio avesse dichiarato l’iniziativa valida, il popolo avrebbe votato e molto probabilmente respinto la revisione di legge proposta: l’iniziativa non offre infatti nessuna soluzione praticabile. Avrebbe eliminato un strumento di regolazione riconosciuto a livello nazionale ed internazionale e per altro confermato dal 95% dei cacciatori grigionesi (in occasione dell’ultima assemblea cantonale dei delegati).
Tuttavia, 10’000 firme devono essere prese sul serio; la frazione dei cacciatori del Granconsiglio (20 deputati) lo riconosce e vorrebbe contribuire a calmare una discussione molto emozionale che dura da anni. Già martedì 10 febbraio, appena dopo la decisione di non-validità dell’iniziativa, abbiamo inoltrato l’incarico al governo di preparare una revisione parziale della legge cantonale sulla caccia. L’articolo 11 par. 2 lit a) che regola i periodi di caccia viene modificato come segue: „ caccia alta: nel mese di settembre, complessivamente al massimo 21 giorni con la possibilità di un’interruzione della caccia per la durata di almeno tre giorni consecutivi. La caccia al cervo può essere riaperta per un massimo di quattro giorni fra il 15 e il 30 ottobre.“
Questa modifica corrisponde alla volontà degli inizianti, con la differenza che la caccia speciale rimane, ma molto ridotta. Ritengo questa soluzione un valido compromesso, che tiene conto delle realtà biologiche ma anche del disagio di una parte del pubblico e dei cacciatori nei confronti della caccia speciale.
Karl Heiz
Granconsigliere