“L’iniziativa Weber ha dimezzato i lavori sui munt”

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Il settore delle costruzioni in valle è in difficoltà
Reto Capelli, membro dell’Associazione Impresari Costruttori Valposchiavo, parla di una possibile riduzione di posti di lavoro pari al 10 per cento nel 2015. Colpevoli la mancata realizzazione del progetto Lagobianco, l’iniziativa delle case secondarie e i padroncini.

Oggi, martedì 3 marzo, nel secondo giorno della sessione primaverile, il Consiglio nazionale si occupa della legge d’applicazione dell’iniziativa sulle case secondarie, accettata l’11 marzo 2012 dal 50,6 per cento dei votanti.

Dopo il Consiglio degli Stati, spetta ora alla Camera del popolo definire i dettagli della lex Weber. Il dibattito sarà acceso e lungo. IL BERNINA seguirà per voi la discussione sotto la cupola di Palazzo federale per capire quale destino spetterà ai munt e alle case dei pusc’avin in bulgia.

Intanto, il giornale online della Valposchiavo ha deciso di volgere uno sguardo al passato per capire, con l’aiuto di Reto Capelli, membro dell’Associazione Impresari Costruttori Valposchiavo, quale impatto ha avuto l’iniziativa sulle case secondarie nel settore delle costruzioni della valle.

2500 posti a rischio nei Grigioni

Stando a uno studio dell’istituto congiunturale BAK Basel, nel periodo 2015-2019 si prevede un meno 10 per cento per quanto riguarda le richieste di costruzione nel cantone dei Grigioni, un calo che potrebbe causare la perdita di 2500 posti di lavoro nel settore delle costruzioni. La stessa ricerca ricorda tuttavia che nel quinquennio 2010-2014 c’è stato un vero è proprio boom nelle fabbricazioni: più otto per cento rispetto al periodo precedente (2004-2009).

Questa evoluzione positiva, spiegano gli esperti dell’Istituto congiunturale di Basilea, è da ricondurre anche all’iniziativa Weber volta a limitare la costruzione nell’arco alpino delle case secondarie. Infatti, all’indomani del voto popolare e prima che venisse applicata l’ordinanza transitoria si è registrata una sorta di corsa per costruire, in tutta fretta e all’ultimo minuto, abitazioni secondarie.

Queste analisi sono state confermate di recente dall’indice delle costruzioni per il 2015 di Credit Suisse e Società svizzera degli impresari-costruttori SSIC. Stando allo studio, le previsioni per l’anno in corso sono a tinte fosche per le regioni turistiche, dove si avvertiranno le ripercussioni dell’iniziativa sulle abitazioni secondarie. Gli esperti del CS e di SSIC temono anche dei contraccolpi a medio termine a causa dell’eliminazione del tasso di cambio minimo.

 

L’intervista a Reto Capelli

Come sta il settore delle costruzioni in Valposchiavo?
Anche in Valposchiavo abbiamo avuto un piccolo boom negli ultimi 4-5 anni. Ma non per le seconde case. La combinazione tassi di interesse bassi con l’entusiasmo derivante dal Progetto Lagobianco ha portato a un aumento di lavoro nella costruzione e ristrutturazione di appartamenti. In proporzione al volume normale sicuramente un più 10 per cento. Nel decennio precedente si sono invece realizzati alcuni grandi progetti, come il nuovo ospedale, gli edifici amministrativi di Repower, la nuova pista di ghiaccio, il teleriscaldamento, la ristrutturazione di alcuni alberghi. Adesso chiaramente il lavoro sta calando e lo si è già notato l’anno scorso.

Ci sono stati quindi dei licenziamenti o si prevede una perdita di posti di lavoro?
L’anno scorso c`è stata una diminuzione pari a circa il 5 per cento di posti di lavoro. Per il 2015 prevediamo un ulteriore calo del 10 per cento.

La colpa di questa situazione è da ricondurre alla mancata realizzazione del Progetto Lagobianco?
Oltre alla crisi di Repower, con i conseguenti problemi finanziari anche del Comune e la fase di stasi del Progetto Lagobianco, va ricordata anche la problematica della legge sulle seconde case che ostacola i lavori sui “munt” e la ristrutturazione delle vecchie case secondarie sul fondovalle.

In valle, il settore delle costruzioni si trova in una specie di limbo in attesa della legge d’applicazione all’iniziativa Weber…
L’iniziativa con la conseguente ordinanza transitoria cantonale ha praticamente dimezzato i lavori sui “munt”. Molti aspettano l’evolversi della situazione e che ci sia finalmente chiarezza. Il fatto che al momento la possibilità di ampliamento sui “munt” è bloccata condiziona i committenti nelle decisioni. Le vecchie case nei paesi sono diventate poco attrattive perché al momento non è possibile ristrutturarle o ampliare la zona abitativa.

Ma negli ultimi decenni, grazie al momento favorevole, non sono sorte troppe ditte di costruzione in Valposchiavo?
Difficile per me rispondere a questa domanda. I valposchiavini sono gente intraprendente e lavorano più volentieri da indipendenti. Sono abituati alle situazioni difficili e non mollano così facilmente. In proporzione alla popolazione le ditte sono sicuramente tante e molte sono di piccola grandezza.

Di recente dovete anche fare i conti con i cosiddetti padroncini…
Da alcuni anni notiamo questo fenomeno anche in Valposchiavo. Se finora erano singole persone, ditte individuali che svolgevano dei lavoretti sul nostro territorio, oggi il problema si è ulteriormente aggravato. Nel 2014 sono state realizzate tre case in valle – due nel brusiese e una sul comune di Poschiavo – da imprese di costruzioni valtellinesi. È una situazione che preoccupa, anche se ci conforta il fatto che i valposchiavini preferiscono le costruzioni massicce, quelle costruite nel rispetto degli standard elvetici e quindi realizzate da ditte locali.

Quali sono gli auspici, in senso generale, delle imprese di costruzioni della Valposchiavo?
Con l’avvento di internet erano in molti ad augurarsi uno spostamento nelle periferie di posti di lavoro dell’amministrazione. Sono state però speranze vane: in pratica, il cantone non ha dislocato niente.
Secondo me, il cantone investe troppo poco nelle regioni periferiche. Invece, nella regione di Coria la situazione è diversa, come si evince anche dalle statistiche. Lì, il cantone e gli enti pubblici e privati realizzano grandi progetti – ospedale cantonale, scuole medie, edificio Sinergia, museo dell’arte, svincolo di Coira sud e le varie costruzioni nella zona City West.

Eppure anche in Valposchiavo ci sono alcuni progetti che andrebbero realizzati…
Già, proprio così. A scadenze regolari votiamo per progetti di centinaia di milioni da realizzare quasi sempre a Coira. Quando noi chiediamo di investire nelle infrastrutture stradali, la risposta è sempre la stessa: ci dicono che ci sono altre priorità e che mancano i soldi. Negli ultimi 50 anni non s’è investito un soldo nelle circonvallazioni in Valposchiavo e anche le auspicate gallerie paravalanghe sul Passo sono sempre rimaste al palo. L’auspicio è che si possa trovare il modo di modificare questa tendenza.


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