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Da una ventina d’anni, nel comune di Brusio, le animatrici del gruppo gioco Pinguin si danno da fare puntualmente per mantenere viva un’antica tradizione, quella del “trà i öf”, tradotto semplicemente in “buttare le uova”.
A molti, fra gli adulti o anziani della valle, questo riporterà alla mente ricordi della propria gioventù, quando in una bonaria sfida ci si divertiva a lanciare le uova o a nasconderle, in una giornata particolare dell’anno, il lunedì di Pasqua. L’uovo in sé, grazie alle fantasiose decorazioni preparate nei giorni precedenti, diveniva molto speciale, unico. Nel lanciarlo la speranza veniva riposta proprio in questo, più ci sembrava bello e più si era convinti che potesse sopportare più lanci ed essere quasi invincibile. Quando poi questo si rompeva, veniva mangiato subito o riposto nell’apposito cestino anch’esso decorato e reso speciale per l’occasione, e si passava al prossimo. La fine dell’uovo è comunque sempre la stessa, oggi come allora, l’essere mangiato sul posto o venir consumato alla sera in famiglia, magari con una buona insalata di “radicch” (dente di leone).
Questo spirito resiste anche ai giorni nostri fra i bambini che, accompagnati dai genitori o dai nonni, ancora si incontrano e vivono questo momento particolare dell’anno. La decorazione delle uova avviene sempre in modo meticoloso e la febbrile preparazione del cestino per trasportarle rendono ancora più speciale questa usanza, attestata come momento di incontro e aggregazione sociale, anche per i più grandi.
L’antica tradizione racconta che le uova venivano lanciate, passandosele fra le persone, e lo scopo era che non si rompessero. Forse nessuno sa quale sia l’origine di questo gioco che nel tempo si è trasformato nel nasconderle oppure nello sfidarsi al lanciarle sul terreno per vedere quale arriva più lontano senza rompersi.

Se dapprima a Brusio questa tradizione veniva celebrata in modo più famigliare, ora, grazie alle animatrici di Pinguin, ci si è spostati più su un piano comunitario. Così, lo scorso lunedì di Pasqua, anche noto come Pasquetta, molti bambini si sono ritrovati nuovamente al parco giochi di Brusio per passare un pomeriggio di divertimento diverso dal solito. Lanciando, nascondendo le proprie uova speciali e gustando delle deliziose torte all’insegna dello spasso e della spensieratezza. La presenza dello scivolo e dei vari giochi nel parco sono stati molto apprezzati, soprattutto dai bambini più grandicelli.
Non poteva mancare l’ormai classico teatrino che con grande simpatia ha coinvolto molto i bambini, donandogli un altro ricordo e una bella storia da raccontare.
Nel comune di Poschiavo, fino all’inizio degli anni 2000, il ritrovo era molto sentito e avveniva sui prati di fronte a Santa Maria, sulle note della Banda della Filarmonica Comunale. Attualmente la tradizione si sta un po’ perdendo e di questo rimane la Banda che ancora suona, ma sulla piazza di Poschiavo. È difficile dire quando questa tradizione prese piede a Poschiavo ma una vecchia fotografia dei primi anni trenta attesta che già allora la popolazione si ritrovava, vicino alla Chiesa di San Rocco, ormai scomparsa dal territorio, per celebrare questo bel momento di divertimento per i piccoli.

E’ noto che la felicità è composta anche da molti ricordi positivi e il fatto che i bambini di Brusio possano ancora vivere queste magiche emozioni fa sì che un giorno potranno tramandarle alle generazioni future. Colgo quindi l’occasione per complimentarmi con le animatrici del Gruppo Gioco Pinguin per la perseveranza e l’impegno, che imperterrite si prodigano per mantenere viva questa tradizione, unica nel suo genere. I bambini ancora oggi possono riprovare quelle stesse emozioni di un tempo e possiamo esserne certi, i loro ricordi saranno vividi anche fra molti anni.

L’uovo, simbolo di nascita e fertilità che nel periodo pasquale rappresenta la rinascita e chiaramente, in ambito cristiano, la risurrezione. Nel mondo occidentale è molto conosciuta l’usanza di decorare le uova per celebrare la Pasqua, forse meno diffusa è quella di lanciarle o di nasconderle. Direi che in questo la Valposchiavo avrebbe molto da raccontare. Invito dunque i nostri lettori ad inviarci i loro ricordi di questa tradizione valposchiavina o a mandare le proprie fotografie di questa giornata speciale per i nostri bambini.