“Livigno considera la Forcola una propria depandance”

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Tivas all’attacco
Qualcuno di voi sarà forse al corrente dell’articolo comparso il 26 aprile su La Provincia di Sondrio e, se l’ha letto dopo qualche pasto, avrà probabilmente sofferto per qualche difficoltà digestiva.

Cari amici di Tivas, ben ritrovati. Di questioni di cui rendervi conto ne avremmo diverse, perché nel frattempo abbiamo continuato la nostra attività, fedeli all’impegno che abbiamo preso con voi. Tuttavia, del nostro operato negli ultimi mesi e delle prossime fasi parleremo magari un’altra volta. Nel frattempo è infatti sopraggiunta una notizia che vorremmo subito commentare. Contrariamente alle nostre abitudini, siamo a tale riguardo costretti a usare parole dure.

Qualcuno di voi sarà forse al corrente dell’articolo comparso il 26 aprile su La Provincia di Sondrio e, se l’ha letto dopo qualche pasto, avrà probabilmente sofferto per qualche difficoltà digestiva. Infatti, in quell’articolo si parla dei “commercianti furiosi” di Livigno che si lamentano della diminuzione degli affari a causa della protratta chiusura della Forcola.
A rincarare la dose ci pensa in particolare il Presidente dell’Atc (Associazione turismo e commercio) Roberto Galli che, a proposito della “viabilità agli affari”, così si esprime: “Non riusciamo veramente a capire perché da parte delle autorità svizzere non si provveda all’apertura del passo della Forcola che per noi è determinante; sarebbe estremamente importante averlo aperto per il ponte del primo maggio. Avere la Forcola transitabile significa un notevole incremento nel giro di affari del ponte della festa del lavoro”.

Sembra dunque di capire che le Autorità svizzere non debbano considerare le opportunità tecniche e logistiche per l’apertura del passo. No, devono invece dare un colpo di telefono all’Atc per capire quando procedere all’operazione. Le pretese espresse da Galli, che chiunque può leggere dal sito del quotidiano in questione, ci ricordano un po’ la famosa fiaba persiana di Alì Babà e i quaranta ladroni. Siccome quest’anno la formula “Apriti Sesamo” non ha funzionato, i livignaschi sono comprensibilmente cascati dal pero. Prima di illustrare meglio la loro reazione ci corre l’obbligo di fare una breve precisazione.
Non abbiamo mai riposto una grande fiducia nel gruppo di lavoro bilaterale dedicato al traffico del quale si è discusso a le Prese il 25 settembre scorso con la delegazione lombarda; abbiamo comunque salutato l’iniziativa come qualcosa di positivo, mostrando la nostra apertura. Soprattutto, l’hanno appoggiata il Cantone e le autorità della Valle. È invece del tutto evidente dalle dichiarazioni sui media che agli amministratori di Livigno non sia passato nemmeno per l’anticamera del cervello che potesse avere un senso richiamarsi all’avvio di tale gruppo di lavoro, ufficialmente annunciato. Ne prendiamo atto. Tutto ciò serve a fare chiarezza e a capire l’atteggiamento dei nostri vicini.

 

Detto questo, cari amici, se a voi il pranzo è andato di traverso, noi di Tivas non siamo invece più di tanto sorpresi. Badate bene, contrariamente a quanto si potrebbe pensare dalle premesse, non possiamo nascondere una certa ammirazione per i livignaschi. Dobbiamo infatti complimentarci con loro per la disinvoltura e l’agilità con cui possono fare allegramente pressione sui nostri amministratori. Dal linguaggio usato è ovvio che sanno di averne l’agio. Non c’è che dire, è questa una loro notevole conquista, ottenuta nel corso di anni di oculato e sagace lavorio politico. Magari potessimo contare anche noi su autorità così incisive nella difesa degli interessi della comunità!

Siamo pressoché certi che la grande potenza economica di Livigno non sia minimamente impressionata dall’opposizione di Tivas. Abbiamo attualmente al nostro attivo un terzo degli aventi diritto al voto, ma non siamo interlocutori ufficiali, né possiamo decidere alcunché. Forse non siamo nemmeno conosciuti. Siamo d’altronde abbastanza sicuri che una figura come il signor Galli sia stato messo al corrente di una scoperta tutta nostra: non esiste alcun accordo specifico che obblighi il nostro Cantone a tenere aperto il Passo della Forcola entro limiti temporali prestabiliti. Ci permettiamo di ricordargli questo particolare. Con l’occasione lo informiamo anche che, tempo permettendo, l’apertura del passo è attualmente prevista per il 26 maggio, auspicabilmente a costo zero.

Livigno segnala di entrare in crisi a maggio per la chiusura notturna del tunnel della Drossa per una decina di giorni. Ad aggravare seriamente la condizione ci sarebbero le cattive condizioni della Strada Statale del Foscagno. L’apertura della Forcola, sollecitano, sarebbe dunque più che mai doverosa. A prescindere dal fatto che del dissesto del Foscagno non sono i Grigioni o la Valposchiavo a essere responsabili, Livigno mostra di considerare la Forcola come una propria depandance e che non esistano altre difficoltà logistiche al di fuori delle proprie.
Fermo restando il fatto che Livigno non morirà di fame per qualche ora notturna di lavoro nella Drossa e che, come nelle settimane precedenti, resterà del tutto raggiungibile senza dover scomodare il parere di esperti di diritto internazionale, noi speriamo che l’occasione faccia comprendere ai nostri vicini, a parole così orientati all’ambientalismo, che i tempi stanno cambiando, che un’abitudine consolidata in alcuni anni passati non implica obblighi di sorta, che il traffico di transito nella Valposchiavo eccede ampiamente e da anni le soglie della sostenibilità, danneggiando gli interessi della sua economia su più fronti e trasformando la stretta regione in una sorta di intasata servitù di passaggio.

La colonna che viaggia verso Livigno (mattina - foto sinistra), l'altra la colonna di rientro (pomeriggio - foto destra).

 

Siamo contenti che Livigno possa crescere, usufruendo del suo status di zona franca, ma non possiamo ammettere che ciò avvenga sulle nostre spalle. Le parole usate da Galli implicano invece una visione unilaterale. Per esempio: “Noi i progetti (commerciali) li abbiamo, ma serve che chi ha la competenza per l’apertura del passo della Forcola prenda atto delle nostre esigenze, quindi il periodo di chiusura si riduca rispetto ai cinque mesi di questa stagione”. Si evince da queste affermazioni che solo noi dobbiamo prendere atto delle loro esigenze, mentre le nostre contano come il due di picche. Le posizioni sono davvero a distanza di anni-luce, perché – sia chiaro – per noi di Tivas la restrizione del periodo di apertura della Forcola non è che un passo minimo verso il contenimento del traffico di transito.

Tutto questo discorso, più che ai livignaschi, vorremmo però indirizzarlo ai gestori del nostro territorio che, dopo le nostre insistenze, hanno finalmente dichiarato di volersi occupare della questione traffico. Stimati signori del Cantone, dei comuni di Poschiavo e di Brusio, nonché della Regione Valposchiavo, l’articolo de La Provincia di Sondrio di cui qui trattiamo parla chiaro: esso mette in mostra una sudditanza della Valposchiavo che è fino ad oggi invalsa nei confronti delle esigenze commerciali di Livigno. Tale squilibrio non trova giustificazioni né in ambito contabile, né in senso diplomatico, né con richiami giuridici, né a livello di reciprocità di interessi, tantomeno sul piano della gestione dei rischi viabilistici.

Egregi amministratori del territorio, noi di Tivas siamo i rompiscatole, mentre a voi spetta il compito di tenere un atteggiamento più conciliante. In questa occasione noi, insieme a moltissimi valposchiavini, vi saremmo tuttavia grati se poteste assumere una posizione chiara nei confronti dell’articolo in oggetto che ci pare illuminante per toni e contenuti. Ci permettiamo a questo riguardo di ricordarvi un principio minimo applicato nella diplomazia e nella politica, già noto ai latini: est modus in rebus, cioè c’è una misura in tutte le cose. Sapete, c’è una domanda che aleggia nell’aria: com’è possibile che le autorità livignasche ostentino sui media una tale sicurezza nella formulazione delle loro pretese? Potete certamente capire che trattasi di domanda retorica.

TIVAS
Luigi Badilatti
Lara Boninchi Lopes
Livio Luigi Crameri
Roberto Weitnauer