Tasse e ceto medio
Riceviamo e pubblichiamo il testo di Giovanni Jochum. L’autore si assume la responsabilità dei contenuti. Persone coinvolte godono del diritto di replica. La Redazione.
La Svizzera è (ancora) economicamente forte e la maggior parte della popolazione vive bene. Fra i fattori principali di tale situazione si annoverano la presenza del ceto medio e l’esistenza di piccole e medie aziende a conduzione familiare. Sempre più interventi politici, e relative iniziative, basati su interessi particolari, portano inesorabilmente all’indebolimento dei punti di forza che fanno della Svizzera un paese (ancora) invidiabile.
L’iniziativa popolare che mira a “tassare le eredità milionarie per finanziare la nostra AVS” è una di queste. Consiglio Federale, Consiglio Nazionale e Consiglio agli Stati raccomandano la bocciatura di tale iniziativa. Menziono solo alcuni dei motivi:
- non toccare l’autonomia cantonale in materia fiscale;
- la retroattività dell’entrata in vigore al 1o gennaio 2012;
- 2/3 delle entrate fiscali andrebbero a finanziare l’AVS, ma non sono a sufficienza per un risanamento duraturo;
- in occasione della riforma dell’assicurazione per la vecchiaia 2020 si sta cercando una soluzione di finanziamento a lungo termine tramite l’IVA.
Tassare ancora una volta chi ha già pagato le imposte sui guadagni (incluse le entrate provenienti dalla sostanza), chi anno dopo anno paga le imposte sulla sostanza e sugli immobili, vorrebbe dire, al passaggio dei beni agli eredi, pagare una terza volta. In particolare, verrebbero pian piano distrutte quelle piccole e medie aziende che oggi rappresentano il punto di forza del nostro paese. Quale erede che riceve in eredità una ditta con un valore superiore ai due milioni (tra casa, magazzino, scorte ecc.), ma senza liquidità, perché i soldi sono stati investi in azienda, riesce a pagare le tasse senza dover vendere o accollarsi debiti presso una banca? L’ipoteca o il debito bancario potrebbero a breve termine ovviare al problema, ma creerebbero costi supplementari, indebolirebbero o potrebbero addirittura minare l’esistenza dell’azienda stessa. E con essa la base esistenziale di impiegati e proprietari.
Un’ulteriore imposizione fiscale delle eredità milionarie darebbe un segnale negativo a chi si impegna a mettere da parte un gruzzolo, magari a costruire la casa con l’intenzione di poter passare una vecchiaia senza dover dipendere economicamente dallo stato e a lasciare qualcosa in eredità ai propri figli. Come si finanzierebbe l’apparato pubblico, se tutti i contribuenti, visti i segnali sbagliati che darebbe l’accettazione dell’iniziativa, spendessero man mano tutte le entrate senza reinvestire nelle aziende o pensare alla sicurezza del proprio futuro? Tanto, in caso di necessità, lo stato aiuta e paga. Ma entrando in un circolo vizioso di questo tipo, nel giro di pochissimo tempo anche allo stato verrebbero a mancare le entrate.
Sono previste delle eccezioni per i casi gravi. Ma chi determina il caso grave, come vengono calcolate e definite le eccezioni? Chi fa in modo che tutto avvenga correttamente? La burocrazia, oggi ancora relativamente esigua in Svizzera, aumenterebbe; aumenterebbero i costi. Inoltre la trasparenza in materia fiscale diminuirebbe, ci sarebbero più tentativi per evadere o cercare di ridurre l’onere fiscale. Dunque andremmo a perdere altri punti di forza del nostro paese: burocrazia ancora sotto controllo e leggi fiscali trasparenti e per lo più comprensibili.
Questi i motivi principali per cui il 14 giugno io voterò NO.
Giovanni Jochum