Quel vincolo di troppo

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L’opinione di Marco Tognola
Riceviamo e pubblichiamo il testo di Marco Tognola. L’autore si assume la responsabilità dei contenuti. Persone coinvolte godono del diritto di replica. La Redazione

Il 25 giugno 2015 il Governo ha diffuso un comunicato in cui si dichiara contrario all’aumento dei membri del Consiglio federale da sette a nove, proposto da un’iniziativa parlamentare della Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale per quanto concerne una equa rappresentanza delle componenti linguistiche in un Consiglio federale con nove membri.

Marco Tognola esprime la sua opinione in merito.

IL BERNINA


Ormai affossata la “formula magica” di un tempo, è la richiesta di aumentare il numero dei consiglieri federali ad animare, a scadenze regolari, il dibattito politico svizzero.

A lanciare il sasso è solitamente il Canton Ticino. Che lo faccia per conto e soprattutto a pro della componente italofona della Confederazione, intesa nella sua completezza e quindi – tanto per intenderci e non allargarci troppo – comprensiva anche della nostra piccola realtà grigionitaliana, è difficile da credere.
Molto più credibile e anche dimostrabile è invece che lo faccia per ottenere la garanzia di una presenza cantonticinese assicurata e continua nella stanza dei bottoni in quel di Berna; una richiesta legittima, ci mancherebbe, che però diventa un vincolo di troppo e quindi ingombrante se fatta diventare un dettato costituzionale al quale doversi poi attenere.
La forza del nostro sistema confederale risiede proprio nella capacità di saper dar prova di buon senso, di premiare il merito per convinzione e non per costrizione, tanto più quando la posta in gioco è alta. Questa forza, che al tempo stesso è un valore aggiunto, dev’essere conservata.

Una candidatura al Consiglio federale non la si improvvisa, non la si riduce a quasi fosse un numero da puntare sulla ruota della fortuna sperando che… Dio ce la mandi buona, e di esempi del genere i ticinesi ne hanno forniti più di uno in tempi non tanto lontani. Una candidatura al Consiglio federale bisogna invece prepararla minuziosamente e costruirla con il tempo necessario, tenendo conto anche (soprattutto) delle contingenze politiche, per poi saper cogliere l’attimo e cioè sostenerla al momento del voto senza “se” e senza “ma”.

Bene ha dunque fatto il nostro Governo cantonale ad esprimersi contro una proposta magari anche suggestiva nella forma, ma di sicuro eccessiva e vincolante nella sostanza. E con i vincoli, specialmente quando sono di troppo, più che risolvere i problemi ci si complica la vita.