Cantone contro aumento Consiglieri Federali: “E’ l’ora delle domande”

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Di Nicoletta Noi-Togni
Il commento riguardo la presa di posizione del Governo del Cantone dei Grigioni, del 25 giugno 2015, sull’iniziativa parlamentare della Commissione delle Istituzioni politiche del Consiglio nazionale che chiede un’”equa rappresentanza delle componenti linguistiche in un Consiglio federale composto di nove membri”.


Quale deputata in Gran Consiglio per il Circolo di Roveredo, prendo con sopresa e con disappunto atto della comunicazione del Governo del Cantone dei Grigioni, dello scorso 25 giugno, che – chiamato a pronunciarsi sull’iniziativa parlamentare della Commissione delle Istituzioni politiche del Consiglio nazionale richiedente un’”equa rappresentanza delle componenti linguistiche in un Consiglio federale composto di nove membri” – si dichiara contrario a questa iniziativa.

Il Governo lo fa adducendo motivi di natura funzionale dell’organo federale in causa, anteponendo queste considerazioni (ampiamente soggettive tra l’altro) alla – evocata ma sorvolata – questione prima dell’iniziativa e cioè la rappresentanza delle componenti linguistiche nel Consiglio federale. Così esprimendosi il Governo sembra inconsapevole della sua funzione di rappresentante di un organo esecutivo di un Cantone trilingue, la cui minoranza di lingua italiana non è mai stata presente nell’Esecutivo  federale, mentre quella romancia lo è stata una sola volta, dalla costituzione del primo Consiglio federale nel 1848. Misconoscendo anche in tal’ modo, il nostro Governo, la necessità di una rappresentanza equa in Consiglio federale della Svizzera Italiana, della quale fanno parte con il Ticino, anche le quattro valli italofone del Grigioni Italiano.

Ritenendomi legittimata a questo dall’articolo 30 della Costituzione cantonale del Cantone dei Grigioni – che prevede la sorveglianza del Gran Consiglio sul Governo, e perciò anche sulle sue esternazioni ufficiali – mi permetto di porre al Governo le seguenti domande:

  1. Non crede il Governo che il ruolo istituzionale del quale è investito imponga accuratezza, e attenzione anche alle minoranze territoriali cantonali (linguistiche e culturali), nelle  esternazioni governative, soprattutto in quelle ufficiali che riguardano questioni federali ampiamente dibattute e rivendicazioni della minoranza grigionitaliana e svizzero italiana, precise e conosciute?
  2. Non è contradditorio per il Governo, partecipare a discussioni in difesa delle minoranze linguistiche cantonali a livello di Confederazione ma declinare la proposta concreta di aumento dei Consiglieri federali che offrirebbe un’opportunità di presenza grigionitaliana e romancia, nonchè svizzero italiana, nell’Esecutivo federale?
  3. È consapevole il Governo dell’importanza formale di immagine del Cantone, e per conseguenza del significato e delle conseguenze, che questa presa di posizione può avere a livello federale, soprattutto in base all’incauta, superficiale e inveritiera (fatti e numeri parlano chiaro!) affermazione secondo la quale “finora, la garanzia di un’equa rappresentanza in Consiglio federale delle diverse regioni del Paese e delle diverse regioni linguistiche ha funzionato bene” (formulazione del Governo in tedesco: “Das Sicherstellen einer angemessenen Vetretung der unterschiedlichen Landesgegenden und Sprachregionen im Bundesrat hat bisher gut funktioniert.”) affermazione che si presta oltretutto a vanificare le precedenti e future rivendicazioni?

Nicoletta Noi-Togni