Valposchiavo colpita dalla ruggine dell’abete rosso

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Malattia non pericolosa per i nostri boschi
Gli escursionisti che durante le scorse settimane si sono trovati ad attraversare i boschi di conifere, situati in determinati luoghi della nostra valle, avranno sicuramente notato una strana tinta ruggine assunta dagli abeti rossi.

In sé nulla di anomalo, questa colorazione è dovuta ad un fungo che conferisce agli aghi le sfumature giallo-arancione che risaltano alla nostra vista. Fortunatamente questa malattia non risulta essere particolarmente pericolosa per gli alberi stessi.

Il fungo (chrysomyxa rhododendri) colpisce unicamente le rose alpine e gli abeti rossi, nutrendosi delle loro cellule. La malattia si sviluppa formando un ciclo; viene così descritto dall’ingegnere forestale Gilbert Berchier, dell’Ufficio forestale Circondario 30, in un articolo apparso sul Il Grigione Italiano nell’ottobre del 1997: ” I giovani aghi dell’abete rosso, colpiti da questo fungo, manifestano la malattia dopo luglio-agosto, con un forte colore giallo. La produzione di spore (semenza del fungo) è ben visibile sugli aghi colpiti. La semenza si trasferisce sulle foglie ed i rami della rosa alpina in agosto-settembre e si sviluppa infettando solo altre rose alpine. Durante l’inverno il fungo sopravvive sulle rose alpine. Si trasforma nuovamente nel periodo di fioritura della rosa alpina, in giugno-luglio dell’anno successivo, in modo tale da riuscire poi a colpire anche gli aghi dell’abete rosso, provocando la malattia descritta. Così si chiude il ciclo.”

 

Non è la prima volta che la Valposchiavo viene toccata dalla malattia che concerne l’abete rosso. Fra le zone più colpite vanno annoverate la Val da Camp, Sfazù, Cavaglia, Puntiglia e Pescia. Il motivo per cui questo genere di conifere viene attaccato solamente a partire da un’altezza equivalente ai 1600 metri è da ricondurre alla crescita degli alberi nella vicinanza di rose alpine che, come detto, determinano il propagarsi della malattia e si trovano unicamente oltre quest’altitudine.

La malattia non è comunque da considerarsi pericolosa per i nostri boschi anche se, usando sempre le parole di Berchier, “la ruggine dell’abete rosso può provocare anche la morte degli esemplari più giovani e deboli, in caso di ripetuti contagi. Ciò che accade comunque raramente”.