Intervista al presidente dell’Associazione Expo Valposchiavo
(di Piero Pola)
Tra pochi giorni inizierà la 15^ edizione di Expo Valposchiavo, la fiera dei prodotti e dei servizi regionali. L’appuntamento sarà ricco di novità e di attrazioni, annoverando nel programma anche una serie di eventi collaterali da non perdere.
L’allestimento di un grande evento nella nostra valle, dal 30 ottobre al 1° novembre e dal 6 all’8 novembre nel borgo di Poschiavo, necessita un notevole sforzo organizzativo, oltre la capacità di saper costantemente sviluppare nuove idee e concetti attrattivi. Uno sforzo non indifferente per gli addetti ai lavori, che implica la predisposizione a saper osare e pensare anche in grande. IL BERNINA ha intervistato Danilo Nussio, presidente dell’associazione Expo Valposchiavo, il quale ci parla delle sfide attuali e dell’Expo del futuro, di entusiasmo nel saper proporre e provare a stupire, nonostante i limiti rappresentati da una piccola vallata come la nostra.
Tra pochi giorni inizierà la 15^ edizione di Expo Valposchiavo, una kermesse entrata ormai nel novero dei grandi appuntamenti della nostra valle. Quale presidente del comitato, con che spirito e con quali aspettative si appresta ad affrontare questa nuova edizione?
Lo spirito rimane quello di sempre, quello che mi ha contraddistinto lungo tutta la vita, nella vita privata, in quella professionale e nelle associazioni: entusiasmo, cultura del rischio ponderato, soluzioni innovative e spirito positivo.
Nel corso degli anni Expo ha sempre cercato di migliorare, di crescere, di diventare sempre più attrattiva allo scopo di fungere da stimolo per la nostra economia. Essendo la nostra vallata di piccole dimensioni è comunque possibile raggiungere un sufficiente numero d’interessati o addetti ai lavori, affinché la manifestazione possa realmente giovare alla nostra economia?
Non è facile raggiungere certi obiettivi al cospetto della nostra situazione socio-economica e geografica. Tutto sommato Expo Valposchiavo è quasi un miracolo al cospetto di una popolazione che non arriva alle cinquemila unità. La presenza di 60 espositori ha permesso di superare il record che avevamo raggiunto soltanto grazie al Progetto Poschiavo a cavallo del secolo scorso. Disponiamo di un gruppo operativo ben strutturato e di qualità. Stimare il giro d’affari che una simile manifestazione possa generare è operazione assai ardua. Possiamo invece sostenere che l’evento permette di sviluppare e consolidare un buon spirito di collaborazione fra le aziende e un proficuo senso di solidarietà locale.

L’Expo capita in un anno difficile, in cui diversi settori della nostra economia soffrono delle conseguenze del franco forte. L’occasione è buona per promuovere la concorrenzialità e la bontà dei nostri prodotti nei confronti dell’estero. Sarà una sfida nella sfida?
Non possiamo negare che Expo Valposchiavo si propone a livello locale e alle regioni limitrofe, senza dimenticare la diaspora valposchiavina. Penso che le ricadute negative del franco forte possano essere contrastate soltanto con la qualità delle materie prime, della manifattura, dei servizi e dei tempi di realizzazione. Costo superiore equivale dunque a qualità assoluta, senza compromessi. Ciò è quanto, secondo me, bisogna promuovere anche in un contesto come la nostra fiera.
Cosa bisogna fare per rimanere sempre innovativi ed attrattivi, mantenendo comunque un budget accessibile?
Se il contesto rimane quello di Expo Valposchiavo, i sostegni finanziari di Artigiani & Commercianti Valposchiavo, Regionone Valposchiavo, Ente Turistico, nonchè di alcuni sponsor, permettono di garantire una fiera di qualità allestita nel Borgo di Poschiavo. Per mantenere innovazione e attrattiva occorre lavorare innanzitutto a livello mentale: l’innovazione, lo stimolo al cambiamento e la voglia di osare, la cultura del rischio devono svilupparsi prima di tutto nella testa di chi guida le aziende e in quella dei suoi collaboratori.
Come si immagina l’Expo del futuro?
Me la immagino ancora più innovativa, pronta alle sfide dei prossimi anni: nuovi prodotti, servizi migliori, sistemi manifatturieri all’avanguardia. Mi immagino un Centro Tecnologico del Legno (CTL) protagonista, davvero innovativo, che non funga soltanto da ente formatore, ma che assuma un ruolo anche di incubatore per giovani intraprendenti. Metaforicamente desidero poter togliere la cornice di una finestra da una macchina a controllo numerico vista recentemente al lavoro, per lasciare spazio a prodotti mai fabbricati da noi, e nemmeno in Svizzera, e nemmno nel mondo…