Cosa deciderà il Cantone? (di I. Falcinella)
Nel 2014, più precisamente sabato 8 novembre, chiudeva il passo della Forcola in modo anticipato rispetto agli anni precedenti (23 dicembre 2013 e 27 novembre 2012). Quale sarà la decisione per il 2015?
La scelta della chiusura anticipata aveva portato ad un animato scambio di opinoni, riportato sulle pagine del nostro giornale e su altre testate locali, fra il gruppo Tivas (Traffico Intelligente in Valposchiavo per un Ambiente Sostenibile) e l’Atc (Associazione turismo e commercio) di Livigno, le quali, per stabilire la bontà di questo provvedimento, non si erano risparmiate nel difendere i rispettivi interessi, in questo caso assai divergenti.
Da un lato si promuoveva la diminuzione del traffico e dell’inquinamento in Valposchiavo e la salvaguardia del patrimonio naturale delle Alpi; dall’altro si riscontrava il minor afflusso di turisti verso il piccolo Tibet, con danni per tutto il settore turistico.
Avvicinandoci alle date di una papabile chiusura del passo della Forcola ci siamo chiesti quali siano le intenzioni per la chiusura invernale del 2015: sarà anticipata come nel 2014 o quest’anno si è deciso di procedere con altri metri di giudizio? A tal proposito abbiamo contattato l’associazione Tivas.
Dopo il vostro attacco all’Atc di Livigno sui media locali nei mesi scorsi, pensate che anche quest’anno la chiusura della Forcola sarà anticipata?
Lo speriamo vivamente. Teniamo però a precisare che non ci piace il verbo ‘attaccare’. Non abbiamo mai avuto atteggiamenti ostili. Semplicemente, abbiamo difeso le nostre ragioni.
Non avete forse risposto in modo piccato alle affermazioni del Vicepresidente dell’Atc Roberto Galli?
Il nostro scritto era sarcastico ed era rivolto più che altro ai nostri politici e amministratori. Livigno fa semplicemente i propri interessi. E i suddetti glieli hanno lasciati fare per anni e anni, senza considerare le ricadute sul territorio.
Pensate che i politici locali abbiano accolto i vostri appelli?
Il Podestà di Poschiavo Alessandro Della Vedova ha perorato la nostra causa durante un incontro televisivo con il Sindaco Bormolini all’inizio della scorsa estate. Nel suo caso, la risposta alla domanda è pertanto: sì.
C’è stata anche una proposta per ridurre o eliminare le tasse sugli oli minerali presentata da Livio Zanolari dell’UDC. Cosa potete dirci al riguardo?
È segno che le nostre argomentazioni hanno smosso le acque politiche. Del resto, anche altri esponenti ne hanno parlato. Non abbiamo però creduto che la proposta in oggetto potesse avere un seguito diretto. Anche se ci abbiamo sperato.
Perché?
La proposta è stata inoltrata al Consiglio Federale che, in qualità di organo esecutivo, e non legiferante, ha demandato la risposta all’Amministrazione Federale delle Dogane. L’esito è stato negativo per il fatto che l’organo preposto a legiferare in materia è il Parlamento. In mancanza di un quadro giuridico ad hoc il Consiglio Federale non può emettere decreti, tanto meno la dogana può decidere autonomamente.
Quindi ritenete che sia una via da abbandonare?
Non diremmo questo. Ben vengano proposte del genere, ma devono essere studiate in ottica normativo-giuridica, il che richiede un approccio apposito. Lo stesso potrebbe naturalmente dirsi, ad esempio, per l’abolizione delle zone franche.
Tornando alla domanda iniziale, la chiusura della Forcola non risolverebbe comunque un problema che vi sta a cuore, ovvero quello delle punte di traffico nel periodo estivo. Giusto?
È vero. Ma per noi la chiusura anticipata è ugualmente un fattore critico.
Ci spiegate perché?
Intanto, ci sono molti aspetti sfavorevoli per la Valle se si prolunga il periodo di apertura del Passo della Forcola.
Per citarne alcuni:
- la sicurezza (ricordiamo i furti lo scorso autunno)
- i costi di sgombero della neve a carico del Cantone
- i costi residui riconducibili al transito di fine settimana per Livigno (sanitari, stradali, ecc.)
- la possibile inversione termica che in questo periodo causa ristagno
C’è poi un fattore per noi discriminante.
Quale sarebbe?
La subalternità della Valposchiavo che sta trasformandosi in un corridoio di transito, una specie di servitù di passaggio. Ciò la sta spingendo ogni anno di più verso una triste involuzione a largo spettro, come abbiamo più volte sottolineato. È un fenomeno tanto strisciante quanto allarmante che impatta sull’identità turistica, sull’ambiente e sull’economia della Valposchiavo.
Come gioca la chiusura della Forcola in questo contesto?
Si inizia a porre un primo paletto, riducendo l’assoggettamento progressivo della regione e della strada del Bernina alle esigenze commerciali di Livigno.
La chiusura anticipata e l’apertura ritardata limitano il fenomeno del turismo del carburante, ma non lo impediscono. Cosa ne pensate?
Per noi questo è un primo passo che porta già qualche risultato. E che fa capire che l’accessibilità alla Forcola non è dovuta. Se si vuole, è anche una questione di principio che cambia le carte in tavola dopo tutti questi anni.
In conclusione: il potere discrezionale sulla chiusura/apertura del Passo della Forcola dovrebbe ristabilire un certo equilibrio tra le parti?
È il minimo attualmente richiesto. Ben altro ci vuole. Ma intanto occorre chiarire chi controlla la chiusura e l’apertura della Forcola.
A chi spetta questo compito?
Ricordiamo che la decisione compete esclusivamente al Cantone, il quale ha l’obbligo di proteggere gli interessi di ogni regione grigionese. Visto come stanno le cose, la Valposchiavo necessita senz’altro di protezione.
Quindi l’ultima parola è del Cantone?
Certo. Come abbiamo scoperto, non esiste alcun accordo specifico stipulato con Livigno che obblighi Coira a sostenere dei costi e che imponga degli oneri alla Valposchiavo per rispettare le esigenze commerciali dei nostri vicini.