Al via la 50a legislatura del Parlamento federale (di P. Pola)
Archiviate le elezioni federali è tempo di analisi, commenti, bilanci e quant’altro. I risultati di domenica 18 ottobre 2015 saranno ricordati per la storica vittoria dell’UDC e per la “Waterloo” dei partiti ecologisti.
Non che i sondaggi degli ultimi mesi non l’avessero lasciato presagire: la vittoria dei democentristi era ampiamente preannunciata, così come l’avanzata dei liberali, con il conseguente spostamento del nuovo parlamento verso centrodestra. Che sorprende sono invece le proporzioni della vittoria, che nessun sondaggista aveva previsto nelle dimensioni scaturite dalle urne: l’UDC ha vinto, senza se e senza ma. Questa schiacciante affermazione avrà conseguenze sulla futura direzione politica d’importanti cantieri aperti durante la scorsa legislatura; come per esempio la svolta energetica 2050, la riforma previdenziale 2020, la nuova legge sull’immigrazione di massa oppure in vista di dossier strategici legati al futuro della nostra nazione, fra i quali i trattati bilaterali e i rapporti con l’UE.
I primi effetti del voto di domenica si materializzeranno già il prossimo 9 dicembre, con l’elezione del Consiglio federale, in cui difficilmente si potrà negare il diritto ad un secondo seggio al partito che detiene quasi il 30% di preferenze a livello nazionale. Fin qui nulla da dire, se non che ci si può interrogare sulla direzione che la Svizzera vorrà seguire nei prossimi anni. Il nostro paese è troppo piccolo per poter definitivamente rinunciare alla continua ricerca di equilibri politici che ci permettono di dialogare con il mondo che ci circonda. È semplicemente utopico pensare che si possa fare tutto da soli e, anche sul fronte interno, occorrerà tener conto di un sistema politico che in passato ha sempre basato il proprio successo sulla concordanza, vera e propria fonte di ricchezza per la nostra nazione.
Il voto di domenica ha ridisegnato la mappa politica anche nel nostro cantone, in cui l’UDC è diventato primo partito in oltre la metà dei comuni. Rilevante pure l’impatto del partito di Blocher nella nostra valle, che ha superato il 50% a Brusio e conquistato la maggioranza anche nel Comune di Poschiavo, solitamente feudo PDC. Temi quali l’immigrazione di massa, il mercato del lavoro e la sicurezza, hanno indubbiamente giocato un ruolo importante in funzione di questa tendenza, essendo la nostra una valle tipicamente di confine, con tutte le dinamiche ad esso connesse.
Un’ultima annotazione: ancora una volta il vero vincitore delle elezioni federali è stato il partito del non voto. Meno del 50% la partecipazione alle urne, sia a livello cantonale che federale. Questo dato di fatto meriterebbe più di un approfondimento. Forse stiamo troppo bene o, più semplicemente, non ci rendiamo conto del prezioso strumento di democrazia che abbiamo a disposizione.
Seguiranno a breve le interviste e le dichiarazioni dei candidati valposchiavini